L’uomo non ha fatto altro che deforestare, per poi rendersi conto che gli alberi sono fondamentali nell’assorbimento dell’anidride carbonica e nella mitigazione delle temperature, cominciando così a ripiantarli. Ha ridotto specie animali all’estinzione, per poi comprendere che così avrebbe alterato l’equilibrio di interi ecosistemi, arrivando a danneggiare se stesso. Ha privato il mare delle sue risorse ittiche, depredando quell’oceano che, assorbendo calore, ci protegge dal riscaldamento globale.
Finalmente, forse, abbiamo capito che non possiamo continuare a distruggere il Pianeta che ci ospita e che, al contrario, abbiamo bisogno della natura. La pandemia ci ha dimostrato che la nostra salute dipende da quella dell’ambiente, oltre ad averci fatto capire che non potremmo vivere in un mondo fatto di cemento, senza mai poter uscire perché l’aria è irrespirabile. Forse abbiamo compreso che dobbiamo abbandonare la nostra visione antropocentrica e “resistere alla pulsione di controllare la natura”: un insegnamento lasciatoci da George Monbiot, ambientalista, giornalista e scrittore britannico, autore del libro Selvaggi.
Monbiot è un sostenitore della pratica del rewilding, che implica la reintroduzione di animali e piante assenti all’interno di un’ecosistema per poi lasciare che la natura faccia il suo corso e ripristini gli antichi meccanismi ecologici. In occasione della Giornata della Terra 2021, esaminiamo alcuni esempi di rewilding e altri metodi di ripristino degli ecosistemi, il tema dell’edizione di quest’anno.