Non sono ancora iniziate le Olimpiadi di Tokyo 2020 e sono già un’edizione da record. Se da un lato sono le prime Olimpiadi che verranno disputate durante una pandemia, dall’altro per la prima volta nella storia prenderanno parte alle gare atleti dichiaratamente transgender.
Prima di Tokyo 2020, infatti nessun atleta aveva mai dichiarato di essere transgender. Questo anche a causa del fatto che gli atleti trans culturalmente non sono ancora accettati completamente da tutta la comunità sportiva, nonostante le regole introdotte dal Cio, il comitato internazionale olimpico, nel 2015 che senza sfumature interpretative definiscono come gli atleti transgender che hanno compiuto o stanno effettuando una transizione possano partecipare alle Olimpiadi.
Tra un mese invece, oltre alla neozelandese sollevatrice di pesi Laurel Hubbard che ha già staccato il pass per Tokyo, saranno con tutta probabilità nove gli atleti che si dichiarano transgender o non binari che competeranno tra Olimpiadi e Paralimpiadi. Tra loro c’è anche l’azzurra Valentina Petrillo. Di seguito le loro storie di atleti, di persone e di attivisti per i diritti delle persone lgbtq+ nello sport.