Mentre anche a ottobre le immatricolazioni auto calano, con l’elettrico fermo al 4%, l’offerta cresce, con modelli come Opel Grandland che offrono fino a 700 km di autonomia.
Cargo Bike: la soluzione per le mamme decise a restare in sella (con la prole)
In Nord Europa sono un must, in Italia stanno arrivando anche grazie ad Antonella Pesenti: sono le cargo bike, biciclette a tre ruote con cui girare in città portando i propri figli in sicurezza e senza inquinare
Esiste un modo per non abbandonare la bicicletta e continuare a muoversi liberamente e in modo sostenibile in città anche quando si diventa mamme? Questa è una domanda che sicuramente tante donne, abituate a muoversi pedalando, si pongono quando il proprio pargolo supera il peso consentito dai classici seggiolini o dopo la nascita di un secondo figlio. Chi ha provato sa, infatti, che gestire due bambini (uno davanti e uno dietro), in equilibrio sulle due ruote, magari con la spesa o uno zaino nel cestino, non è cosa proprio facile e sicura. La risposta a tutto ciò esiste in realtà già da diverso tempo e si chiama Cargo Bike, ovvero “bici da carico”. Diffusissima in Paesi notoriamente amanti della bicicletta, come la Danimarca (che conterebbe oltre 20 mila esemplari) e l’Olanda, questo eccezionale mezzo di trasporto si sta facendo piano piano strada anche da noi. In pratica le cargo bike sono biciclette a due o tre ruote dotate di un carrellino-box, solitamente posizionato davanti al manubrio, pensato per poter trasportare bambini, animali, sedie a rotelle o trasformarsi addirittura in piccoli negozi ambulanti. Gli usi possono essere i più disparati, a seconda delle esigenze, insomma, ma il risultato è lo stesso: un mezzo di trasporto ecologico e sicuro su cui muoversi, evitando l’automobile. Ne abbiamo voluto parlare con Antonella Pesenti, giovane mamma milanese che, proprio nel capoluogo meneghino, lo scorso maggio ha aperto FridaBike: un negozio-laboratorio, dove disegna, realizza e vende biciclette cargo e da dove è decisa a far partire la sua cargo revolution…
Quando hai scoperto le Cargo Bike?
Durante un viaggio a Copenaghen nel 2011. Allora ero già mamma di Eduardo e avevo da poco avuto la mia seconda bambina, Frida. Avendo due figli così piccoli, con solo un anno di differenza, in quel periodo ero un po’ in difficoltà, anche perché non avevo la macchina… Ricordo di averle notate subito, appena uscita dall’aeroporto. Ho visto queste mamme girare felici con due o tre bambini nelle loro Cargo Bike ed è stato un colpo di fulmine. Ho pensato: “Questa risolverebbe tutti i miei problemi!”. Poi, però, tornata a casa mi sono detta: “Se qui nessuno ce l’ha ci sarà un motivo e con questo dubbio non l’ho più comprata”.
Poi però ci hai ripensato?
In realtà è stata una sorpresa del mio compagno. Me l’ha regalata lui al mio compleanno e da allora non ne posso più fare a meno.
Per te una comodità, ma per i bambini deve’essere anche un gran divertimento…
Sì, per i miei ormai è una cosa normale. Continuiamo ad usarla anche adesso che hanno 6 e 7 anni. Il fatto che qui a Milano non ci sia ancora una rete completa di piste ciclabili rende le cargo bike il mezzo più sicuro, soprattutto in certi tratti più trafficati. Lì i bambini sono protetti e legati, perché ogni bici viene dotata di panchette interne e cinture di sicurezza. Si possono mettere anche i caschetti, ma non sono obbligatori.
Quand’è che questa tua passione si è trasformata in una vera e propria attività?
Non appena ho iniziato a girare con la mia bici per Milano in tanti hanno cominciato a fermarmi per chiedermi dove l’avessi presa. Così ho iniziato a pensare che, in effetti, poteva essere la soluzione giusta per tantissime altre mamme, e non solo. Lo scorso anno ho trovato questo posto, un ex deposito di vernici e sono riuscita ad aprire Frida Bike, senza chiedere finanziamenti. Per ora devo fare anche altri lavori, perché il mercato delle cargo bike è ancora molto limitato, ma sogno davvero di riempire Milano di biciclette.
Chi sono i tuoi clienti tipo? Mamme con uno o più bambini che erano abituate a usare la bici prima di avere i figli e che non vogliono rinunciarci e tantomeno di comprare un’auto. Ci sono anche genitori con figli disabili, possessori di cani e piccoli artigiani che lavorano a domicilio o chi fa street food su bicicletta. Una delle ultime che ho venduto era una bicicletta-birreria.
Cosa si trova nel tuo laboratorio? Ci sono sia i miei modelli, alcuni dei quali interamente realizzati in Italia e in parte personalizzabili, e poi sono rivenditrice di alcuni brand che ho selezionato, come Christiania, che è danese, Taga, che propone delle biciclette che si trasformano in passeggini, e Xtracycle che è un band americano che propone dei modelli long tale (a coda lunga) su due ruote e permette di portare anche tre bambini dietro o, per chi vuole spendere meno, anche il kit di allungamento della propria bici. Le possibilità non mancano diciamo e, se si vuole davvero andare in bici, non ci sono più scuse….
Resta la questione economica… Io ho eliminato i marchi più cari e ho creato anche un modello economico, Fridina, che costa meno di mille euro. E poi la cargo bike va a sostituire una macchina. Quindi, in fondo, fa risparmiare!
Hai già qualche nuova idea per portare avanti questa “cargo revolution” anche qui da noi?
Sto organizzando un Cargo Bike Festival per maggio, ma stiamo ancora definendo i dettagli. Sarà un Cargo Bike Raduno con Pic- Nic al Parco Sempione, con gare di abilità, di capacità di Carico e Cargo Bike Street Food. Lo scopo è riunire tutti i Cargo Bikers con le loro biciclette, scambiarsi opinioni, consigli e provare le nuove Cargo Bike sul mercato, sia per chi già la possiede, sia per chi la vorrebbe acquistare e non ha mai avuto possibilità di provarne una.
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