Investimenti sostenibili

Perché Leonardo DiCaprio e Bill Gates investono nella carne vegetale

La carne vegetale non è solo un’alternativa agli insostenibili allevamenti intensivi, ma anche un’opportunità di business concreta.

C’è qualcosa che lega Leonardo DiCaprio, Google Ventures, Bill Gates e tanti altri nomi illustri. E quel qualcosa è la decisione di investire nelle alternative vegetali all’insostenibile carne rossa. Non stiamo parlando di comuni burger di verdure, ma di texture proteiche che, pur essendo composte soltanto da ingredienti vegetali, mimano con esattezza le caratteristiche estetiche e organolettiche della carne e quindi sono destinate a un pubblico di onnivori. Il volume economico di questo mercato, senza dubbio, è ancora una briciola rispetto all’impero degli allevamenti intensivi. Ma ci sono tutti i numeri per parlare di una crescita tangibile e promettente.

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Leonardo DiCaprio sceglie Beyond Meat

I burger di Beyond Meat, venduti nel banco della carne, promettono di “mantenere la parte buona (le proteine) e tagliar fuori la parte cattiva (il colesterolo)”. I piselli forniscono le proteine, le barbabietole danno quel colore rosso intenso tipico della carne, l’olio di cocco e l’amido di patate fanno sì che il burger risulti succulento alla masticazione. Tutto questo senza ogm, soia né glutine.

Anche Leonardo DiCaprio stesso ha spiegato che il passaggio da carne animale a carne vegetale, come fa Beyond Meat, è una misura pontentissima per combattere le emissioni di carbonio e per ridurre l’impatto sul nostro clima. Esempio concreto di questo progetto è il Beyond Burger, distribuito prima in un supermercato, l’anno scorso nei Colorado Whole Foods Market, e attualmente acquistabile in oltre 2.500 negozi di alimentari e ristoranti nazionali come il TGI Fridays.
Anche Leonardo DiCaprio stesso ha spiegato che il passaggio da carne animale a carne vegetale, come fa Beyond Meat, è una misura pontentissima per combattere le emissioni di carbonio e per ridurre l’impatto sul nostro clima. Esempio concreto di questo progetto è il Beyond Burger, distribuito prima in un supermercato, l’anno scorso nei Colorado Whole Foods Market, e attualmente acquistabile in oltre 2.500 negozi di alimentari e ristoranti nazionali come il TGI Fridays.

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“L’allevamento è uno dei fattori che contribuiscono maggiormente alle emissioni di gas serra. Passare dalla carne animale alla carne vegetale sviluppata da Beyond Meat è una delle misure più impattanti che ciascuno di noi può intraprendere per ridurre il proprio impatto sui cambiamenti climatici”, ha dichiarato Leonardo DiCaprio annunciando il suo investimento (il cui importo è riservato) nella società. L’attore hollywoodiano è in ottima compagnia: a partire dalla sua fondazione nel 2009, Beyond Meat ha rastrellato circa 17 milioni di dollari, conquistando (tra gli altri) i padri di Twitter Biz Stone ed Evan Williams, Bill Gates, l’ex amministratore delegato di McDonalds Don Thompson, il colosso della carne Tyson Foods.

Leonardo DiCaprio
Leonardo DiCaprio alla prima di “Before the flood”. Foto © Mike Windle/Getty Images

La carne vegetale fa capolino nelle hamburgerie americane

Con ogni probabilità, tutti questi investitori eccellenti hanno le loro ragioni. Nel corso dell’estate 2017 la distribuzione di Beyond Burger si è moltiplicata di sette volte. A poco più di un anno dal loro esordio sul banco della carne di Whole Foods, ora il burger di Beyond Meat è disponibile in più di 4.300 negozi alimentari statunitensi, inclusi quelli delle note catene Kroger e Albertsons Companies. Nel frattempo si è assistito al debutto nella ristorazione, non solo nelle catene di ristoranti vegetariani e vegani ma anche come alternativa all’angus e agli hot dog nei menu di BurgerFi ed Epic Burger.

Emissioni metano allevamenti
Un allevamento in Germania ©Sean Gallup/Getty Images

I 273 milioni di dollari di Impossibile Foods

Le bistecche di Impossible Foods Inc. sono composte da molecole di patate, noci di cocco e legumi. A dare il sapore sanguinolento della carne è l’eme, una sostanza che si può ricavare (con risultati pressoché indistinguibili) tanto dagli animali quanto dalle radici dei legumi. Fondata nel 2011 da Patrick Brown, l’azienda ha rastrellato più di 273 milioni di dollari. Tra gli investitori ritroviamo Bill Gates,  insieme a Khosla Ventures e Horizon Ventures, alla banca Ubs e a Google Ventures. A maggio Impossible Foods ha aperto uno stabilimento a Oakland, in California, dove intende produrre mezzo milione di chili di carne vegetale ogni mese. Al momento i suoi hamburger vegetali sono disponibili in una serie di ristoranti statunitensi e non sugli scaffali dei supermercati.

L'hamburger di Impossible Food
L’hamburger di Impossible Food

Quanto vale il mercato degli alimenti vegetali

Ma stiamo parlando soltanto di esperimenti pionieristici, di scommesse di qualche star dal cuore ambientalista? La risposta è no, per un motivo molto semplice: il mercato della carne vegetale è più vivo che mai. Lo dimostra una ricerca pubblicata a settembre 2017 da Nielsen, su incarico di The Good Food Institute e Plant Based Foods Association. Negli Stati Uniti, il mercato degli alimenti vegetali nei negozi (è quindi esclusa la ristorazione) ha raggiunto un fatturato di 3,1 miliardi di dollari, con un aumento dell’8,1 per cento rispetto allo scorso anno (a fronte di un -0,2 per cento complessivo degli alimenti venduti sugli stessi canali). Per “alimenti vegetali” si intendono tutti i sostituti diretti di prodotti animali: tofu e tempeh, carne vegetale, latte vegetale e derivati, sostituti delle uova, piatti pronti. La carne vegetale, nello specifico, ha segnato una crescita del 6 per cento in un anno. È vegetale il 2,1 per cento della carne refrigerata e congelata venduta al dettaglio negli Usa (e la prima categoria si diffonde più velocemente della seconda). Risultati di tutto rispetto, soprattutto se si considera che la differenza di prezzo per ora rimane rilevante (negli Usa, la comune carne di manzo costa in media 3,54 dollari a libbra, quella di Beyond Meat circa 12). E che, in ultima analisi, stiamo parlando di qualcosa che fino a una decina d’anni fa non esisteva.

 

Foto in apertura © Beyond Meat

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