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Casagin realizza capi d’abbigliamento in fibre vegetali biodegradabili
Premiata come una delle startup più innovative nel 2019, Casagin utilizza tessuti naturali e riciclati per ridurre l’impatto ambientale del settore moda.
1.900 chilogrammi di anidride carbonica, 10 milioni di litri d’acqua e 21mila metri quadri di terreno. È ciò che nel 2020 è riuscito a risparmiare Casagin, il brand made in Italy di abbigliamento sostenibile, premiato dal Massachusetts institute of technology (Mit) di Boston come una delle startup più innovative del 2019. Attraverso l’utilizzo di tessuti naturali e riciclati, Casagin propone linee di underwear, loungewear e activewear green al 100 per cento, realizzate in fibre vegetali biodegradabili.
Il brand nasce in un contesto in cui, secondo la Sustainable fashion survey, curata da Ipsos mori per conto di Changing markets foundation e Clean clothes campaign, il 72 per cento delle persone pensa che un brand di abbigliamento debba essere responsabile delle proprie scelte di produzione, supportando l’adozione di processi etico-sostenibili e poco dannosi per l’ambiente. Ed proprio a partire da questo dato che Casagin ha dato origine a un’azienda con l’ambizioso obiettivo di portare la sostenibilità alla portata di tutti.
Cos’è Casagin
Daniela Prandin ha fondato Casagin nel 2017, dopo diverse esperienze legate al mondo della moda in alcune maison di rilievo che, però, contribuivano a rendere il settore uno dei più inquinanti al mondo. In quel periodo cominciò a germogliare l’idea di creare un brand in grado di portare il cambiamento anche in Italia, dove il tema della sostenibilità iniziava a farsi strada lentamente.
E così è nato Casagin, grazie anche all’incontro di persone che credevano in un progetto dedicato all’abbigliamento etico e sostenibile. L’idea che vi sta alle spalle è racchiusa tutta nel nome, che nasce dall’unione di due concetti: “Casa rappresenta il mood – ci racconta Prandin – e desideriamo che chiunque entri a far parte del nostro mondo provi una sensazione di benessere come quella che offre solo la nostra casa. Gin è l’acronimo di genuino, innovativo, naturale e rappresenta in un certo modo la mission, ossia quello che ci muove”.
Il risultato è un brand che unisce il benessere e uno stile di vita consapevole e attento ad ambiente e persone. I fornitori con cui collabora Prandin sono certificati, affidabili e dimostrano di avere la stessa visione orientata a etica e sostenibilità. L’obiettivo è quello di rendere la catena di approvvigionamento il più trasparente possibile, ma anche perseguire uno scopo più ampio come sostenere l’economia locale creando una solida rete di imprese.
“Uno dei capisaldi di Casagin, ma anche la difficoltà più grande – continua Prandin –, è mettere in comunicazione la ricerca di tessuti biodegradabili, rigenerati e naturali con l’artigianalità di aziende specializzate, unire tradizione e innovazione, aggiornando le tecniche di lavorazione e accostando nuove idee a processi storici. Per questo abbiamo scelto di lavorare le nostre fibre in piccole aziende italiane dove il lavoro tessile è ancora un’arte manifatturiera”.
I materiali
Alla base del lavoro di Casagin c’è la costante ricerca di tessuti naturali, prodotti secondo procedimenti eco-sostenibili. La prima linea è stata quella dell’intimo, che per primo e più di tutti entra in contatto con la nostra pelle e dunque necessita di particolare attenzione; poi è stata la volta di leggings e t-shirt. “Abbiamo utilizzato per queste due gamme di capi il Tencel modal e Lyocell: due fibre completamente vegetali ricavate dalla lavorazione del faggio e dell’eucalipto, che acquistiamo dall’unica realtà al mondo che garantisce il ciclo di sostenibilità del processo di lavorazione”. Tutto nel pieno rispetto dell’ambiente, dunque.
“La lavorazione del capo avviene in Italia, rispettando l’etica e le condizioni dei lavoratori, ad opera di piccole realtà artigiane che puntano a loro volta alla sostenibilità, utilizzando fonti di energia rinnovabile, riciclando e recuperando tutto ciò che è possibile. Ciò che ne ricaviamo sono tessuti dalle proprietà antibatteriche, ipoallergenici, estremamente morbidi e traspiranti”. Le t-shirt vengono realizzate in cotone organico certificato Gots e il 10 per cento del ricavato viene devoluto al Wwf per i progetti di salvaguardia del koala, dell’orso polare e della balena.
Ma non è tutto: tra le innovazioni ecologiche utilizzate dal brand per la creazione dell’intimo e di una parte della linea costumi c’è anche il nylon rigenerato Econyl, materiale riciclabile potenzialmente all’infinito, che deriva dal recupero di reti da pesca abbandonate negli oceani di tutto il mondo, da scarti di tessuto di mulini e tappeti destinati alla discarica.
“Per noi essere attenti alla sostenibilità significa questo: ridurre l’inquinamento e il consumo di risorse, offrire prodotti di qualità in grado di trasmettere benessere, essere attenti ad ogni fase della catena del valore e garantire buone condizioni di lavoro a tutte le persone che rendono possibile la nostra realtà. E per certificare tutto questo, sul sito è possibile visualizzare, in corrispondenza di ogni scheda prodotto, quanto ogni capo che produciamo contribuisce a ridurre l’impatto sull’ambiente in termini di risorse risparmiate. Abbiamo anche creato una pagina dedicata alla trasparenza, grazie a cui è possibile sapere con quali laboratori e aziende collaboriamo, dove sono dislocati, di quali certificazioni dispongono, quanti dipendenti e quali garanzie offrono nei loro confronti”.
Progetti futuri
Casagin è in costante crescita ed evoluzione: dal blog aziendale al nuovo packaging compostabile, fino alla linea dedicata alle taglie comode. Le iniziative sono tante e tutte orientate a uno stile di vita sano e consapevole. Nei piani c’è anche quello di ampliare la gamma di prodotti al di fuori dalla sfera dell’abbigliamento, puntando a diventare un vero e proprio punto di riferimento nel mondo etico-sostenibile.
“Tra i progetti futuri c’è certamente l’obiettivo di evolvere in un concept store dedicato a etica e sostenibilità. L’idea è partire dalle calzature facendo nostro il know-how locale, veneto e più in generale italiano, ma vorremmo allargarci anche al settore della cosmetica e della bellezza”. Insomma, le idee ci sono e la voglia anche. Si tratta solo di metterle in pratica, ma Casagin è sulla buona strada.
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