Con una sentenza storica, la Cassazione conferma la condanna per il comandante italiano che ha consegnato 101 migranti alla Libia.
Nazioni Unite, caschi blu nella bufera per le accuse di abusi sessuali in Africa
L’Onu ha denunciato 44 casi di abusi sessuali commessi dai loro militari dall’inizio dell’anno. Altri 69 nel 2015. E in pochi vengono puniti.
I caschi blu delle Nazioni Unite (Onu) in missione in una serie di paesi africani si sarebbero macchiati di comportamenti atroci. Secondo quanto indicato infatti dalle stesse Nazioni Unite, solamente dall’inizio del 2016 sarebbero stati identificati almeno quarantaquattro casi di abusi sessuali da parte dei militari, dei quali ventinove solamente nell’ambito della missione “Minusca” nella Repubblica Centrafricana.
Nel mirino anche i militari francesi
Altri sette casi sono stati individuati in Repubblica Democratica del Congo, due ad Haiti e altri ancora in Costa d’Avorio, Sudan del Sud e Mali. E il totale non tiene conto delle accuse che all’inizio di aprile sono state mosse nei confronti dei militari francesi appartenenti alla missione Sangaris (lanciata nel 2013 nella Repubblica Centrafricana). In questo caso è stato il quotidiano inglese The Guardian a rivelare la scelta di un dipendente delle Nazioni Unite, Anders Kompass, di inviare alle autorità di Parigi un rapporto interno, nel quale si parla anche di abusi su minorenni.
RCA : l’Onu veut prevenir les cas de viols: Jane Holl Lute, la… | #kebetu #Senegal https://t.co/Bz9y3v9P9E pic.twitter.com/clfwFRc82w
— Pressafrik.com (@Pressafrik) 18 maggio 2016
“Ciò che emerge – ha spiegato l’americana Jane Holl Lute, incaricata per l’Onu di coordinare la lotta contro gli abusi sessuali commessi dai caschi blu – è scandaloso e stupefacente. Abbiamo riscontrato gravi problemi nella catena di comando in seno alle unità coinvolte”. Per questo, ha aggiunto, “occorre creare un contesto all’interno del quale questi comportamenti non possano essere tollerati”. Il problema, d’altra parte, non rappresenta una novità. Già nel 2015 le Nazioni Unite avevano denunciato sessantanove casi di probabili abusi sessuali, compiuti ancora una volta in Congo e nella Repubblica Centrafricana. In quel caso ad essere accusati sono stati militari provenienti da ventuno nazioni.
Alcuni soldati condannati a qualche settimana di prigione
Nel frattempo, la reputazione dei soldati – che vengono inviati in missione con l’obiettivo principale di mantenere la pace – viene sporcata in modo irrimediabile, agli occhi delle popolazioni locali ma anche della comunità internazionale.
Ad aggravare la questione, poi, c’è il fatto che nei casi più recenti, a commettere gli atroci abusi sarebbero stati uomini di origine africana. E secondo quanto riportato dall’agenzia Afp, pare che i loro paesi – gli unici che giuridicamente sono autorizzati a punirli – non sembrino per nulla solerti nel farlo. Basti pensare che solamente per ventisei dei sessantanove casi registrati nel 2015 sono state portate a termine delle inchieste. E ad essere condannati sono stati solamente tre militari. Che se la sono cavata con qualche settimana di prigione.
Immagine di apertura: ©John Moore/Getty Images
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