Il gatto deve essere accompagnato con intelligenza verso il fine vita. Ma basta poco per rendere la sua terza età più agevole e accettabile.
I segreti per la salute del cavallo atleta
Il cavallo è un compagno ideale per le attività agonistiche. Scopriamo i consigli dell’esperta per mantenerlo in perfetta forma.
Il cavallo e lo sport sono un binomio inscindibile. Nato per la corsa, il salto, le sgroppate in campagna, l’equino più importante per l’uomo estrinseca tutte le sue qualità proprio nell’attività sportiva. Ma per avere un cavallo sempre in forma sono necessari alcuni importanti accorgimenti, una accurata prevenzione e la conoscenza dei meccanismi che sono alla base della salute del nostro amico.
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Le razze e l’attività sportiva
Ormai nei paesi industrializzati i cavalli vengono allevati quasi esclusivamente a scopo sportivo e le razze subiscono una selezione proprio per favorire lo sviluppo di soggetti sempre più adatti a una determinata disciplina. “Alla base dell’allevamento ci sono incroci programmati con l’intento di migliorare sempre di più gli standard di razza e ottenere, appunto, cavalli fisicamente e metabolicamente sempre più in linea con le prestazioni agonistiche”, spiega la dottoressa Carlotta Caminiti, medico veterinario. “Per ogni disciplina equestre ci sono animali adatti a svolgerla e di cui, se si vuol fare sport a certi livelli, non si può fare a meno. I quarter horse, per esempio, sono particolarmente adatti a svolgere le discipline americane come il reining . In realtà c’è anche chi ha utilizzato altre razze come gli arabi o gli avelignesi, ma mai nessun tipo di cavallo si è rivelato all’altezza del quarter horse”.
Anche i cavalli da salto sono selezionati per questo sport e già da piccoli li si può osservare saltare piccoli ostacoli nel paddock con molta semplicità dimostrando una precoce attitudine che non si vedrà mai in un trottatore che, con la sua schiena lunga e dritta, difficilmente sarà in grado di saltare. “Ci possono certamente essere delle eccezioni: nella storia ci sono visti trottatori in gare di salto ostacoli e persino muli in gare di reining, ma sono veramente stati dei casi rari”, prosegue Caminiti. “È in generale sbagliato cercare di forzare la natura usando cavalli per attività agonistiche poco adatte alla loro conformazione, ma ci sono soggetti come i purosangue inglesi che, se inadatti alle piste da galoppo (quello per cui in genere vengono allevati), vengono facilmente reinseriti in altri contesti equestri, come per esempio i concorsi di completo”.
Il cavallo sportivo e il benessere quotidiano
I cavalli utilizzati a scopi sportivi, soprattutto ad alti livelli, devono essere gestiti con le massime attenzioni se si vogliono ottenere le migliori performance. Ecco cosa suggerisce la dottoressa Caminiti in merito: “Un’alimentazione adeguata composta da fieno di qualità nelle giusta quantità e mangime studiato per le particolari esigenze del singolo cavallo (in termini di attitudine sportiva, conformazione fisica, tipo di lavoro richiesto ed eventuali problematiche del soggetto); tempo libero di qualità (possibilmente non solo box per la maggior parte della giornata) e un lavoro adeguato che sia efficace (perchè la stanchezza muscolare cronica è molto debilitante sia fisicamente sia psicologicamente anche per i cavalli) sono alla base di un animale sereno e propenso alla collaborazione. I binomi cavallo-cavaliere vincenti sono quelli che stanno maggiormente attenti alle esigenze di entrambi”. Cavalli utilizzati solo come mezzo per raggiungere determinati successi sportivi, senza che vi sia alcun interesse per il loro benessere e le esigenze specifiche, non raggiungeranno mai traguardi e vittorie a tutto discapito del cavaliere.
Il cavallo sportivo e la salute
I cavalli che praticano attività sportiva sono maggiormente soggetti a patologie ortopediche, a problemi respiratori e a gastriti, spesso dovuti allo stress o ai problemi gestionali a cui sono sottoposti. “Traumi acuti o usura dovuta al lavoro, magari continuativo per diversi anni in cavalli non più giovanissimi, sono in genere alla base dei problemi ortopedici che tanto fanno disperare i cavalieri, obbligati a sospendere le gare per lasciare all’animale il tempo di guarire”, nota Carlotta Caminiti. “E non sempre un periodo di riposo è sufficiente. La gestione di un cavallo infortunato, infatti, è importantissima ai fini della sua guarigione: se si sbaglia anche solo un dettaglio, il problema rimane”.
Per questo motivo esistono cliniche specifiche dove i cavalli possono essere seguiti e fare una giusta riabilitazione, accorciando i tempi di recupero e riducendo la possibilità di recidive. E viene fatto largo uso di integratori proprio per cercare di risolvere le problematiche di questo genere. “Come per gli sportivi umani vengono impiegati macchinari per la fisioterapia e protocolli riabilitativi molto validi”, nota l’esperta.
E veniamo all’alimentazione. Quasi l’80 per cento dei cavalli che vivono in scuderia soffre di gastrite proprio perché la gestione non è adatta alle loro esigenze specifiche. “I cavalli sono fisiologicamente costruiti per brucare la maggior parte del tempo mentre nelle scuderie spesso vengono lasciati con un quantitativo di fieno che basta solo per poche ore. Lo stomaco, che in natura non è quasi mai vuoto nel cavallo, non può abbassare troppo l’indice di pH senza che ci sia una sofferenza della parete gastrica e una inevitabile gastrite che nei casi più gravi può addirittura diventare un’ulcera”, avverte Carlotta Caminiti. Per questa ragione i cavalli dovrebbero aver la possibilità di mangiare il fieno a piccole dosi, ma spesso, in modo che lo stomaco non rimanga mai vuoto per troppe ore consecutive.
Il fieno polveroso in ambienti chiusi come le scuderie è anche alla base di problemi respiratori seri capaci di condizionare negativamente la carriera sportiva di un cavallo. I soggetti con il naso sempre a contatto con la polvere sviluppano spesso un’allergia con una broncocostrizione che, se perdura nel tempo, diventa una patologia cronica chiamata RAV e dovuta ad un’alterazione definitiva della struttura polmonare. “Cavalli con la rav sono denominati ‘bolsi’ e sono incapaci di avere sufficienti scambi gassosi per fare dello sport. Nei casi più gravi questi animali hanno una qualità di vita compromessa per sempre, anche se a riposo al prato”, spiega la dottoressa Caminiti.
Le bronchiti trascurate e dunque non curate adeguatamente con antibiotici, mucolitici e broncodilatatori possono causare problemi respiratori cronici al cavallo. I soggetti sportivi, ma in generale tutti i cavalli, devono vivere in ambienti sani, ben areati e puliti, e mangiare fieno che non sia polveroso. Quando si ammalano vanno curati adeguatamente, con l’aiuto di un veterinario specializzato, altrimenti non potranno lavorare e con il tempo svilupperanno delle problematiche croniche senza una soluzione. La genesi di un buon cavallo sportivo è anche questa e, mai come in questi casi, prevenzione e competenze specifiche sono alla base di un benessere ottimale.
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