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Cavallo. Famiglia e struttura sociale
La composizione del branco del cavallo è complessa ed ha un significato importantissimo nella crescita di ogni singolo individuo.
Ciao a tutti! Mi hanno insegnato che ogni promessa è debito,
quindi, come avevo promesso, oggi vi racconto come funziona la vita
in branco. La prima cosa importante, che penso sia utile
sottolineare, é che per noi il branco è la nostra
famiglia, la nostra struttura sociale. I soggetti che vi fanno
parte condividono uno stesso territorio sul quale pascolano, si
riposano e si riproducono, proprio come fate voi umani nella vostra
casa.
Ogni branco è costituito da un maschio adulto in età
riproduttiva (stallone) e da alcune femmine adulte coi loro
puledri. Potrebbe sembrare strano, ma la famiglia-branco può
variare numericamente in modo piuttosto accentuato, infatti, si
può considerare branco anche un insieme di due elementi, ma
a volte si arriva a numeri decisamente più elevati, pensate,
fino a ventuno cavalli! In media, però, un branco è
composto di circa dieci equini, questo perché è il
numero ideale da gestire per uno stallone.
Dovete sapere che noi cavalli viviamo la vita in branco in modo
piuttosto stabile, nel senso che non ci sono grandi variazioni
nella composizione della nostra famiglia. L’unica eccezione
è per lo stallone, che periodicamente viene “spodestato” da
uno stallone più giovane. Ciò accade perché
l’attività che svolge è veramente impegnativa, il
dispendio di energie è alto e, quindi, nel momento in cui
arriva un giovane stallone che vuole subentrare nel branco sfida lo
stallone in carica. Essendo più forte e carico di energie,
data la giovane età, può riuscire a spodestarlo ed
è per questo che mediamente c’è un ricambio ai
vertici del branco-famiglia ogni tre o quattro anni. Ma non
è sempre così, perché lo stallone maturo,
essendo più esperto, potrebbe riuscire a tenere testa alla
situazione e a mantenere il suo ruolo. A volte l’esperienza e la
maturità possono avere la meglio sulla forza e la
vitalità di un soggetto giovane ma inesperto. Le femmine, al
contrario degli stalloni, rimangono legate a questo anomalo harem
in cui si sono integrate per molto più tempo, a volte vi
restano per tutta la loro vita.
Il numero dei componenti varia da un nucleo all’altro e ciò
accade soprattutto perché i puledri, raggiunta l’età
in cui diventano stalloni, di solito intorno ai due anni, vengono
allontanati dallo stallone in carica o da soli abbandonano il
proprio branco originario.
Anche le puledre femmine tendono ad abbandonare la famiglia
d’origine per unirsi ad una preesistente o per formarne una “ex
novo” con un giovane maschio. Questo distacco non viene ostacolato
dallo stallone del branco d’origine perché questi non prova
alcun interesse per le puledre proprio per un istinto naturale. Mi
pare di aver sentito dire, proprio da voi umani, che tutto
ciò accade perché è una “legge della natura”!
Madre natura in questo modo raggiunge due scopi: il primo è
quello di evitare consanguineità ed il secondo che la
capacità riproduttiva sia sempre alta perché
rinnovata.
I puledri maschi, invece, dopo essersi allontanati dalla famiglia,
conducono una vita solitaria da “single” oppure formano dei gruppi
di scapoli per poi costituire un nuovo branco o per integrarsi in
uno preesistente soppiantando un vecchio stallone che, raggiunta
una certa età, cede le armi all’energia ed alla
vitalità di un giovane maschio.
Siccome preferisco raccontarvi in modo esauriente e, spero, meno
noioso possibile, la vita in branco, ho deciso di salutarvi, per
ora, così la prossima volta potrò descrivere altri
aspetti di questo affascinante mondo!
Ornella Lessio
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