Cavallo. La nascita: le prime quattro settimane

Il nostro amico Almerin ci racconta i primi giorni di vita del neonato puledro: insieme a lui ci avventuriamo alla scoperta di questi emozionanti momenti!

Eccomi di nuovo con voi per proseguire il “viaggio virtuale”
insieme al neonato puledro.
Le prime quattro settimane di vita, che vengono comunemente
chiamate periodo neonatale, corrispondono alla fase in cui il
puledro dipende completamente dalla madre, come se fosse ancora nel
suo ventre. Questa dipendenza totale é dovuta in particolare
al cibo, per questo il neonato resta sempre vicino alla mamma e ha
solo pochi contatti con altri cavalli indipendentemente dalla loro
età.

Appena nato il puledro non ha ancora acquisito l’equilibrio e la
sicurezza nei movimenti e per questo é scoordinato, estende
la testa e il collo, muove lentamente il muso come se masticasse e
sembra che cerchi di succhiare l’aria con dei movimenti della
lingua.
Beh, anche i cuccioli d’uomo da neonati fanno movimenti astrusi e
spesso buffi!
Una cosa invece che ci distingue da voi umani é che noi
siamo molto precoci nel fare tentativi per alzarci sulle nostre
zampe. Ciò é dovuto al fatto che, come ho già
detto a suo tempo, il cavallo in natura é una preda quindi
diventa fondamentale la capacità di muoversi entro poche ore
dalla nascita proprio per un discorso di sopravvivenza. Per tale
motivo, in natura, i parti di solito sono notturni perché
questo é il momento meno probabile per un eventuale attacco
da parte dei predatori così, già alle prime luci
dell’alba, i puledri sono in grado di muoversi e di trottare senza
problemi.
Infatti i primi tentativi di reggersi sulle quattro zampe avvengono
tra i trenta e i sessanta minuti dalla nascita: alzandosi il
puledro estende prima gli arti anteriori sollevando la metà
anteriore del corpo e poi la parte posteriore, distendendo anche
gli arti posteriori. Di solito non riesce subito a mantenersi
stabilmente in piedi e quindi cade tre o quattro volte, ma poi
riesce a restare sulle quattro zampe estendendo il collo e gli arti
anteriori, tendendo così tutti i muscoli, come quando voi
uomini vi stiracchiate dopo una nottata di sonno! In questa
posizione un po’ stiracchiata e con le gambe divaricate per avere
più stabilità, iniziano i primi passi per imparare a
camminare. Questi tentativi sono ridicoli, verificandosi un
movimento lento in quattro battute e l’andatura appare subito
incerta.
All’inizio l’instabilità é dovuta anche alla presenza
di un cuscinetto di collagene che ricopre la suola degli zoccoli.
Tale cuscinetto, detto epinichio, ha la funzione di proteggere i
piedi durante la vita nel grembo materno e quando incominciamo a
camminare si rimuove da solo lacerandosi. L’andatura traballante
attira l’attenzione della madre facilitando l’instaurarsi di quel
legame materno che tanto influenza il carattere del puledro.

Ornella Lessio

 

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