Gruppo Caviro, cooperativa vitivinicola con una filiera etica integrata in continua evoluzione, lancia l’e-magazine Innesti e presenta il suo secondo bilancio di sostenibilità.
Quando il successo di un’azienda si fonda su un modello d’impresa che punta con coraggio alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica, ogni risultato raggiunto è una vittoria per tutti. Un esempio orgogliosamente italiano di questo modo di interpretare il business è Caviro. Con mezzo secolo di storia alle spalle e 12.400 viticoltori impegnati in 36mila ettari di vigne, la cooperativa vitivinicola di Faenza, infatti, non è solo la cantina più grande e rappresentativa del territorio italiano, ma è la dimostrazione concreta di come profitto e sostenibilità possano diventare davvero alleati formidabili.
Puntando su una produzione a basso impatto ambientale, Caviro ha progressivamente eliminato il concetto di scarto dalla sua filiera, trasformando tutte le eccedenze in preziose risorse, con risultati straordinari. Come quello che parla di 82mila tonnellate di CO2 risparmiate ogni anno, grazie all’utilizzo e alla produzione di combustibili rinnovabili.
Caviro non è solo un’azienda solida e affidabile ma anche, e soprattutto, una realtà etica e virtuosa, il cui modello d’impresa si dimostra vincente, capace di generare valore reale e condiviso: per le persone, per il territorio, per il pianeta.
SimonPietro Felice, direttore generale Gruppo Caviro
A fotografare gli obiettivi raggiunti fino ad oggi è il secondo bilancio di sostenibilità presentato il 18 marzo al Teatro Parenti di Milano, con una diretta streaming che ha coinvolto i vertici del gruppo ed esperti nel campo della green economy. L’evento è stato anche l’occasione per lanciare un nuovo progetto editoriale, inserito nella strategia di sensibilizzazione e diffusione della cultura della sostenibilità, da sempre care al Gruppo: Innesti – Storie di sostenibilità.
Innesti è il nuovo magazine online supportato da Caviro che raccoglie voci e stimoli per coltivare un futuro…
Caviro lancia l’e-magazine Innesti, per raccontare e condividere storie di sostenibilità
Consapevole del fatto che le buone pratiche debbano essere raccontate, affinché altri ne traggano ispirazione, Caviro ha dato vita al progetto editorialeInnesti – Storie di sostenibilità. Un magazine digitale trimestrale che raccoglie “testimonianze senza tempo e spazio, rappresentative e condivisibili”, per raccontare il meglio della sostenibilità a tutto tondo. Uno spazio virtuale, che sorprende per la bellezza, anche visiva, dei suoi contenuti, approfonditi da opinion leader del panorama nazionale e internazionale. Un format pensato per far emergere l’armonia di fondo che può accomunare la storia di un grande chef e quella di un agricoltore o quella di uno scienziato e di uno stilista.
Innesti è un luogo di ispirazione in cui raccontarsi e ritrovarsi. La bellezza di questo progetto è la sua fluidità, proprio come lo è la sostenibilità che ritroviamo in diverse forme e declinazioni. Innesti continuerà la sua evoluzione in modalità di scambio e racconto differenti.
Sara Pascucci, responsabile comunicazione Caviro
Articolato nelle quattro macro aree natura e ambiente, cultura urbana, cibo e dintorni e stili di vita, Innesti appare dunque come il prosieguo naturale del costante impegno del Gruppo sul fronte della sensibilizzazione e della divulgazione. In ogni numero il magazine sceglie un filo conduttore e lo declina attraverso dodici storie, ciascuna raccontata da voci autorevoli e multidisciplinari e con grafiche personalizzate e coinvolgenti. Approfondimenti da gustare con calma e da leggere con attenzione, in controtendenza con quella fruizione mordi e fuggi di microcontenuti che oggi va per la maggiore.
Per inaugurare Innesti il tema scelto è stato quello dell’Imprevedibilità. Un concetto che in questi tempi di pandemia ci è diventato quanto mai familiare e che il magazine affronta dalla prospettiva più interessante: quella che sceglie la cultura della sostenibilità come strumento per “sfruttare il potenziale negativo di una situazione e generare favolose trasformazioni”. Ad affermarlo è Martina Liverani, direttrice di Innesti, che paragona questo approccio a ciò che realmente avviene nella botanica, durante l’innesto, dove l’incontro di due varietà di piante diverse dà origine a un nuovo individuo. Da qui la scelta del nome del progetto, che nella sua visione d’insieme si fa portavoce di storie concrete che hanno saputo trasformare gli imprevisti in occasioni di svolta, in agricoltura come nel fashion system, nella ristorazione come nel design.
E così, tra le pagine virtuali del primo numero, scopriamo la storia di Andrea che, pur avendo ereditato le abitudini di un’agricoltura convenzionale, basata sull’utilizzo di mezzi chimici, un giorno ha deciso di rischiare tutto, trasformando il suo Podere Santa Croce in un agriturismo biologico e biodinamico.
Sfogliando il secondo numero, dedicato al tema degli Equilibri, incontriamo anche lo chef tristellato Norbert Niederkofler, ideatore del concetto di “Cook The Mountain”, che ha ripensato la cucina di montagna con “un ritmo totalmente sinergico con la natura e in armonia con essa”.
Il terzo numero, uscito il 18 marzo, è dedicato alle Visioni e omaggia quei visionari che con la forza dell’immaginazione hanno offerto soluzioni, risolto problemi e definito buone pratiche. Come Carlo Petrini, fondatore di Slow Food che, a passo incessante, cammina da molto tempo verso sogni e utopie da trasformare in realtà. Come racconta nel suo libro Terrafutura. Dialoghi con Papa Francesco sull’ecologia integrale.
Innesti parla attraverso di lui e i tanti personaggi stimolanti della cultura moderna, capaci di vedere lontano e tracciare per primi nuove rotte. Proprio come ha saputo e continua a fare Caviro, facendosi insieme portavoce e traino di quel modello di circolarità di cui il nostro pianeta ha sempre più bisogno.
“Con l’uva facciamo il vino, con gli scarti miglioriamo il mondo.”Con l’obiettivo di raccontare il nostro modello di…
“Con l’uva facciamo il vino, con gli scarti miglioriamo il mondo”
Fare le cose vecchie in modo nuovo. È con questo spirito che Gruppo Caviro lavora da mezzo secolo, accettando le sfide contemporanee e dando concretezza al concetto di circolarità con un percorso virtuoso, capace davvero di andare “dalla vigna alla vigna”. A parlare dei risultati sono i numeri, con un recupero del 99 per cento degli scarti di produzione, il 30 per cento di acqua risparmiata ogni anno e il cento per cento di energia verde autoprodotta e certificata annualmente. Un impegno in cui nulla si distrugge e tutto si trasforma, tanto da far affermare all’azienda: “Gli scarti sono i nostri gioielli”, con la campagna di comunicazione campagna Valore, accompagnata dallo slogan “Con l’uva facciamo il vino, con gli scarti miglioriamo il mondo”, in cui le bucce dell’uva diventano pietre preziose da indossare con orgoglio.
A dedicarsi nello specifico all’innovazione sostenibile e alla valorizzazione delle risorse naturali è la controllata del Gruppo Caviro Extra. Grazie a un investimento di circa cento milioni di euro negli ultimi dieci anni, la società ha portato il gruppo a diventare leader nel recupero dei sottoprodotti della viticoltura e a fare di Caviro uno di quei player di cui il mercato ha sempre più bisogno.
Non tutti immaginano infatti che dalla lavorazione del vino si ottengano tonnellate di materia prima, come feccia, vinaccia e vinaccioli, che invece di essere smaltite come rifiuti, possono essere trasformate in ingredienti e prodotti nobili, utilizzati dall’industria cosmetica, farmaceutica, alimentare e agronomica. Così come gli sfalci e le potature possono diventare preziose fonti verdi di energia elettrica e termica, mentre i sottoprodotti della vinificazione e le acque reflue possono generare biogas e biometano avanzato (grazie agli impianti di digestione anaerobica). E non è ancora finita, perché anche i fanghi ottenuti da quest’ultimo processo possono essere usati in agricoltura come fertilizzanti naturali, tornando così dove tutto era iniziato: nella terra della vigna.
Risultati e promesse. Caviro presenta il suo bilancio di sostenibilità 2021
Nel suo secondo bilancio di sostenibilità, presentato il 18 marzo a Milano, Caviro ha confermato molti dei risultati già raggiunti nel 2019 rinnovando l’impegno nella sostenibilità come strategia di marketing per il triennio 2020-2022 e l’adesione all’Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile (di cui ha sposato sette obiettivi).
Uno dei traguardi più significativi raggiunti nel biennio 2019-2020 è stato lo standard Equalitas, un’importante certificazione di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, assegnata da Valoritalia che attesta l’efficacia del modello di economia circolare realizzato dalla Cooperativa e certifica le migliori esperienze di ricerca e sviluppo a livello nazionale ed internazionale nel campo vitivinicolo.
Un’altra iniziativa molto significativa raccontata nel bilancio di sostenibilità riguarda il contributo dato dal Gruppo Caviro durante la pandemia da Covid-19, con il rifornimento di alcol a scopo disinfezione che nel primo periodo era diventato difficilmente reperibile e che rientra proprio tra quelle referenze realizzate dall’azienda grazie all’impiego dei suoi sottoprodotti di lavorazione.
Lo sviluppo sostenibile, l’impegno costante, concreto e crescente del gruppo è un concetto insito nel dna Caviro derivante dalla sua configurazione fondante di cooperativa: al centro non c’è solo la massimizzazione del profitto, ma anche e soprattutto le persone e la volontà di assicurare il soddisfacimento dei loro bisogni senza compromettere quelli delle generazioni future.
Carlo Dalmonte, presidente Gruppo Caviro
Tra i tanti dati che saltano all’occhio nel bilancio relativo alla campagna vitivinicola 2019/2020, ci sono le 555mila tonnellate di scarti processati, così come le 73mila tonnellate di vinaccia e le 24mila tonnellate di feccia trasformati in prodotti nobili. E ancora le 3.200 tonnellate di bioetanolo destinato alla biocarburazione avanzata carbon neutral e le 30mila tonnellate di fertilizzanti naturali prodotte.
Tra gli impegni presi per continuare a implementare il suo modello di economia circolare, Caviro ha annunciato l’investimento di 15 milioni di euro, da impiegare per sviluppare la mobilità sostenibile (con il biometano liquido autoprodotto per rifornire di carburante i propri trasportatori), per una maggiore collaborazione con istituti di ricerca e università e per dare vita a nuove campagne di sensibilizzazione e progetti di comunicazione. A cominciare dal nuovo e-magazine Innesti e dalla campagna Valore, per raccontare non solo il proprio impegno, ma anche quello di tanti altri protagonisti della sostenibilità, con i loro continui e inarrestabili successi.
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