Il provvedimento punta a conformare la musica “alla mentalità cecena”. Ma non è chiaro come verrà applicato.
Le autorità della Cecenia, una repubblica della Federazione russa nel Caucaso del nord a maggioranza musulmana, hanno vietato la musica che non rientra fra gli 80 e i 116 battiti al minuto (bpm). Ovvero tutte le composizioni troppo lente e troppo veloci che non aderiscono “alla mentalità e al ritmo musicale ceceno”. La notizia è stata riportata dall’agenzia Grozny Inform e ripresa dalla stampa russa e straniera.
La decisione, che sarebbe stata concordata con il leader ceceno Ramzan Kadyrov, è stata annunciata il 5 aprile 2024 dal Ministro della cultura Musa Dadaev durante un incontro con i dirigenti dei collettivi artistici statali e municipali. D’ora in avanti la musica suonata, cantata e ballata in pubblico dovrà rispettare questi parametri.
Il divieto potrebbe quindi riguardare la musica dance, techno, house, trance, oltre ai vals e alla samba. Gli artisti avranno tempo fino al 1 giugno per adattare le proprie composizioni alla nuova direttiva.
La Cecenia vuole “tutelare” la cultura musicale
“La cultura musicale cecena era eterogenea per tempi e tipologie. Dobbiamo trasmettere il patrimonio culturale del popolo ceceno alla nazione e al futuro dei nostri figli: usi, costumi, tradizioni e le peculiarità del carattere ceceno che comprende l’intero spettro di norme morali ed etiche della vita cecena”, ha detto il ministro della Cultura Dadaev.
Nel luglio 2019 il ministero della Cultura ceceno aveva criticato gli artisti amatoriali locali che pubblicavano le loro canzoni online, specificando che solo gli artisti approvati da una commissione possono tenere concerti e pubblicare le loro canzoni. Nel settembre dello stesso anno, le autorità cecene avevano poi riferito di aver detenuto due cantanti amatoriali, Ayub e Askhab Vakharagov, accusati di essersi esibiti con brani non autorizzati.
Non è chiaro come verrà applicata la normativa e se davvero coinvolgerà anche la musica composta all’estero, perché in tal caso il provvedimento vieterebbe gran parte della musica pop contemporanea, che per l’appunto supera i 116 Bpm. Vigilare sul rispetto di questa normativa vorrebbe dire chiudere o limitare l’accesso a Youtube e a tutte le piattaforme streaming.
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