
Il rapporto annuale dell’agenzia Irena indica che il 92,5 per cento dei nuovi impianti installati nel 2024 è legato alle fonti rinnovabili.
Centrali a carbone nel mirino, la Commissione europea ha approvato le nuove norme sulle emissioni inquinanti. Soddisfazione delle associazioni ambientaliste.
Bruxelles non scherza sulle emissioni inquinanti. Entro il 2021 le centrali a carbone e gli altri grandi impianti a combustione in funzione nei Paesi dell’Unione europea dovranno osservare limiti più stringenti per le emissioni di inquinanti di ossidi di azoto (NOx), anidride solforosa (SO2), particolato (Pm) e per la prima volta anche da mercurio. La decisione è stata presa dalla Commissione europea il 28 aprile dopo un lungo lavoro di contrattazione durato sei anni in cui la lobby degli industriali energetici ha sempre fatto pressione affinché non venisse approvata.
Le grandi centrali a combustione (carbone, olio combustibile e gas naturale) rappresentano la maggior parte delle emissioni inquinanti in atmosfera nell’Ue, il 46 per cento di tutte le emissioni di anidride solforosa, 18 per cento di ossido di azoto, 39 per cento di mercurio e il 4 per cento di particolato.
“L’inquinamento dell’aria è la prima causa di morti premature nell’Unione europea”, ha detto Enrico Brivio, portavoce della Commissione europea.
Il provvedimento è stato parecchio criticato da quei Paesi che hanno centrali a carbone che oggi sforano i limiti di emissione. Come era prevedibile, in fase di approvazione del provvedimento, molti Stati Membri dotati di un rilevante parco centrali a carbone, come Polonia, Bulgaria, Germania, Romania, Finlandia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca, si sono opposti ai nuovi limiti di emissione.
Ora che le regole sono state approvate, l’Ue dovrà decidere quanto rigorosamente farle attuare. Bruxelles potrebbe, infatti, richiedere che le centrali investano in tecnologie di cattura delle emissioni, o addirittura imporre la loro chiusura se non rispetteranno i limiti legali.
Secondo i dati riportati dagli ambientalisti le 280 centrali a carbone in Ue producono un quarto di tutta l’elettricità generata in Europa, ma sono responsabili di oltre il 70 per cento di tutte le emissioni di anidride solforosa del settore industriale europeo e di oltre il 40 per cento di quelle di biossido di azoto.
Grande soddisfazione delle associazioni ambientaliste che hanno portato a Bruxelles le 137.663 firme della petizione pubblica lanciata proprio per chiedere ai ministri dell’Ambiente e della Salute dei Paesi membri dell’Ue di approvare il nuovo provvedimento.
Una decisione che “costringerà l’industria del carbone a ridurre i suoi fiumi tossici, chiudere le centrali, salvando più di 20.000 vite ogni anno”, si legge in un comunicato congiunto di Wwf Europa, Climate Action Network (Can) e Health and Environment Alliance (Heal).
“Accogliamo il fatto che i governi dell’Ue hanno finalmente preso la responsabilità e hanno accettato di fissare nuovi limiti di inquinamento per proteggere i loro cittadini e l’ambiente. Questo è un primo passo indispensabile, mentre l’obiettivo finale della transizione energetica che l’Unione europea si è impegnata nell’accordo di Parigi dovrebbe essere quella di eliminare il carbone “, ha commentato Joanna Flisowska, coordinatore delle politiche del carbone all’azione sul clima Rete (CAN Europa) sui risultati del voto.
Secondo le associazioni è infatti arrivato il momento giusto per gli Sati dell’Ue di investire in rinnovabili ed efficienza energetica.
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