
In un nuovo decreto previsti limiti più stringenti per queste molecole chimiche eterne, ma ancora superiori a quelle indicate dalle agenzie ambientali.
Il manifesto è destinato alle principali scuole di vela di tutta Europa e incorpora un programma di azioni concrete per la salvaguardia del territorio.
Gli ecosistemi marini sono sempre più degradati a causa dell’impatto antropico e stanno vivendo una crisi senza precedenti. La crescente acidificazione delle acque, l’inquinamento da plastica e il sovrasfruttamento delle popolazioni ittiche stanno trasformando mari e oceani di tutto il pianeta in sterili deserti d’acqua. Per cercare di contrastare il declino di questi ambienti, da cui dipende la sopravvivenza della nostra specie e la salute dell’intero pianeta, il Centro velico Caprera (Cvc) ha presentato lo scorso 10 ottobre un progetto di tutela dell’ambiente marino destinato alle principali scuole di vela di tutta Europa.
Leggi anche: Alla scoperta di balene e delfini a Caprera, con un corso ambientale in barca a vela
Chiamato Sea.ste.ma, acronimo di Sea Stewardship manifesto, il progetto unisce le più importanti scuole vela europee e incorpora un programma di azioni concrete per la riduzione dell’impatto delle attività umane sull’ambiente. “Sea.ste.ma è un progetto che parla ad un importante audience rappresentata dagli allievi delle scuole vela e dalle relative comunità – ha spiegato Paolo Bordogna, presidente del Centro velico Caprera -. Il programma si compone di pochi e semplici punti che possono però fare una grande differenza”.
Scopri LifeGate PlasticLess, un mare di idee contro un oceano di plastica
Il progetto si propone sia di svolgere attività di informazione e sensibilizzazione su temi legati all’ambiente, che di spingere le imprese del settore nautico a ridurre il proprio impatto ambientale. “L’insegnamento della cultura del mare, punto focale della mission del Cvc, non può non partire dal rispetto e dall’amore per l’ambiente marino, che diventano momenti imprescindibili del percorso formativo di ogni singolo allievo”, ha affermato Bordogna.
Fondato nel 1967 e ritenuto tra le più importanti scuole di formazione velica del Mediterraneo, il Centro velico Caprera non è nuovo a iniziative volte a preservare la natura. L’impegno del centro è testimoniato dal suo insediamento sull’isola di Caprera, situato nel cuore del parco nazionale dell’arcipelago della Maddalena. La strattura, in grado di ospitare oltre 3.500 allievi ogni stagione, è indicata come modello di riferimento per la sua eccezionale integrazione a livello visivo, mimetizzata nella macchia mediterranea, ed il basso impatto ambientale.
Per proteggere gli ecosistemi marini dalle gravi minacce che li affliggono occorrono chiaramente urgenti misure politiche condivise. Tuttavia iniziative dal basso, come quella intrapresa dal Centro velico Caprera, sono fondamentali per inoculare nelle nuove generazioni quella coscienza ambientale fondamentale per preservare ciò che resta della vita marina. “Le scuole di vela sono un punto di contatto privilegiato con le nuove generazioni – ha concluso il presidente del Centro velico Caprera – già dalla prossima stagione saremo in grado di portare i contenuti formativi di Sea. Ste.ma agli oltre 25mila allievi che in tutta Europa frequenteranno un corso presso le scuole firmatarie del documento ma anche di parlare alla grande community degli alunni che negli anni hanno superato il milione di persone”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
In un nuovo decreto previsti limiti più stringenti per queste molecole chimiche eterne, ma ancora superiori a quelle indicate dalle agenzie ambientali.
Trovato un accordo sul testo del trattato di pace con Baku, che non è ancora stato firmato e presuppone grosse concessioni da parte di Erevan. Intanto il parlamento approva un disegno di legge per la richiesta di adesione all’Ue.
Siamo stati a Montespluga per lo Skialp Fest di Homeland per capire perché lo scialpinismo sia un modo bellissimo e meno impattante di vivere la montagna.
Il premio Wood Architecture Prize by Klimahouse ha rappresentato anche un modo per celebrare la Giornata internazionale delle foreste.
Per la prima volta nel 2025 si celebrano le più grandi fonti di acqua dolce del pianeta, che fronteggiano la sfida dei cambiamenti climatici.
Un tribunale condanna Greenpeace a pagare 660 milioni di dollari. L’accusa? Aver difeso ambiente e diritti dei popoli nativi dal mega-oleodotto Dakota Access Pipeline.
In Italia sono 265 gli impianti ormai disuso perché non nevica più: rimangono scheletri e mostri di cemento. E l’esigenza di ripensare la montagna e il turismo.
Temendo la presenza di rifiuti tossici, la Groenlandia ha interrotto l’estrazione dell’uranio. Ora potrebbe essere costretta a ricominciare. O a pagare 11 miliardi di dollari.
L’organizzazione della Cop30 nella foresta amazzonica porta con sé varie opere infrastrutturali, tra cui una nuova – contestatissima – autostrada.