Al Marhe center dell’università Bicocca, alle Maldive, si studiano le tecniche di restauro della scogliera corallina. L’intervista al direttore Paolo Galli.
Il cerotto per coralli, un’invenzione tutta italiana per guarire le barriere coralline dalle infezioni
Per curare le patologie che affliggono i coralli, un gruppo di ricercatori italiani ha ideato un cerotto molto speciale, che si prospetta come rivoluzionario.
Anche i coralli possono ferirsi. Ma presto potrebbero avere anche loro a disposizione una delle soluzioni più semplici a cui spesso ricorriamo in caso di piccole abrasioni: l’applicazione di un cerotto.
I cerotti per coralli sono stati messi a punto dall’Istituto italiano di tecnologia (Iit), in collaborazione con il centro di ricerca marina dell’università di Milano-Bicocca situato alle Maldive. Si tratta di cerotti molto speciali, biocompatibili e biodegradabili, che si applicano sulle parti lesionate del corallo e rilasciano gradualmente princìpi attivi di vario tipo, come antibatterici, antiprotozoari e antifungini, ognuno dei quali capace di curare una specifica patologia.
I coralli, animali acquatici appartenenti alla classe degli Antozoi, sono spesso soggetti a infezioni batteriche, virali o fungine per colpa dei danni causati dalle attività umane, dall’inquinamento e dall’aumento della temperatura oceanica, responsabile del fenomeno conosciuto come sbiancamento. Unitamente al calore, gli oceani assorbono anche anidride carbonica: una concentrazione troppo elevata del gas provoca l’acidificazione delle acque, insieme all’indebolimento dell’esoscheletro dei coralli.
Un #cerotto intelligente per curare i #coralli danneggiati. Lo hanno sviluppato i ricercatori dell’@IITalk e del @MaRHECenter di Milano-Bicocca ➡️https://t.co/omIGwKa9Zb pic.twitter.com/oqhjUG5v8b
— Milano-Bicocca (@unimib) February 13, 2020
Perché il cerotto per coralli rappresenta una svolta nella cura di questi organismi
Le barriere coralline, costituite dalla sedimentazione degli scheletri calcarei dei coralli, rappresentano ecosistemi preziosissimi che offrono riparo e protezione a migliaia di specie di pesci, crostacei, molluschi ed echinodermi (come stelle marine, ricci e cetrioli di mare). Proteggerle, pertanto, è fondamentale. Per questo i ricercatori dell’Iit hanno pensato ad una soluzione semplice ma efficace, come può essere un cerotto in grado di rilasciare sostanze farmaceutiche.
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“Questo lavoro rappresenta un’assoluta novità nello studio e nel trattamento delle malattie dei coralli”, spiega Simone Montano, ricercatore della Bicocca. “Oggi, per limitare l’impatto di queste patologie, la tecnica che viene più comunemente utilizzata è la totale o parziale rimozione della colonia, con conseguente ulteriore danno alle comunità coralline. Grazie a questo studio, i coralli malati potrebbero essere curati direttamente in loco, permettendo una conservazione più efficace di uno degli ecosistemi naturali più meravigliosi del nostro pianeta”.
Com’è andato l’esperimento
L’effetto terapeutico del cerotto è stato testato su coralli appartenenti alla specie Acropora muricata, tipica dei mari tropicali e inserita dalla Iucn (Unione internazionale per la conservazione della natura) fra le specie a rischio di estinzione. L’esperimento è durato dieci giorni in ambiente di laboratorio e quattro mesi in mare. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Scientific reports e sono davvero promettenti, perciò la speranza è che i cerotti possano presto venire prodotti su larga scala, così da curare i coralli di tutto il mondo.
Foto in anteprima © Emily Irving-Swift/Afp via Getty Images
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