
L’aumento delle temperature combinato all’innalzamento dei livelli di anidride carbonica nell’aria, causerebbe una maggiore concentrazione di arsenico nel riso, con effetti tossicologici in chi lo consuma.
Su base volontaria, i produttori potranno vendere ortaggi con la garanzia che siano stati irrigati con acqua non inquinata da Pfas.
Per la prima volta in Italia si potranno acquistare frutta, verdura e altri prodotti alimentari con la certezza che siano liberi da Pfas, ovvero da sostanze perfluoroacriliche, composti chimici che, se non smaltiti correttamente, sono fortemente inquinanti con ripercussioni sulla salute ambientale e umana. Succede ad Arzignano (Vi), dove il consiglio comunale ha approvato una delibera per integrare il disciplinare che regola il mercato contadino. Qui, dieci posti saranno dedicati a banchi che vendono esclusivamente prodotti con la garanzia che siano Pfas free.
Il provvedimento si inserisce nel contesto del grave inquinamento da Pfas scoperto in Veneto – tra le province di Vicenza, Verona e Padova – nel 2013, quando quantità allarmanti di sostanze chimiche provenienti da scarichi industriali sono state rilevate nelle acque superficiali, nelle acque di falda e degli acquedotti pubblici. Inquinamento delle acque che, tra le altre cose, ha compromesso l’attività agricola: da alcune analisi commissionate qualche anno fa dal gruppo di attivisti Mamme no Pfas, diversi cibi risultavano contaminati dalle sostanze chimiche con valori preoccupanti.
Sapere dove e come vengono prodotte frutta e verdura o come vengono allevati gli animali destinati al consumo e alla produzione di derivati diventa quindi fondamentale. Secondo quanto afferma la delibera comunale – arrivata sulla spinta dell’associazione ambientalista Cillsa – per occupare i posti no Pfas al mercato contadino – che valorizza i prodotti locali e biologici -, i produttori devono presentare una certificazione rilasciata da un laboratorio di analisi accreditato relativa alla qualità dell’acqua dei pozzi utilizzata o la certificazione del gestore delle acque in caso di approvvigionamento all’acquedotto pubblico.
Deve essere indicata in modo visibile ai consumatori anche la filiera di produzione con informazioni come l’indirizzo dei campi o degli allevamenti, i dati sui mangimi che confermino l’assenza di perfluorati, l’eventuale utilizzo di pesticidi. Nel caso di prodotti alimentari quali pane, formaggi e altri derivati – si legge – i produttori dovranno dimostrare che sono ricavati da materie prime da essi stessi prodotte o da allevatori-agricoltori soggetti alle stesse regole di produzione.
La delibera spiega anche che sono preferiti i prodotti non trattati con pesticidi e che, in caso contrario, devono essere esposte informazioni come data del trattamento e denominazione del pesticida utilizzato. Non si accettano, invece, i prodotti provenienti da campi trattati con diserbanti a base di glifosato. Inoltre, i venditori sono tenuti ad evitare l’utilizzo della plastica per la confezione delle merci.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
L’aumento delle temperature combinato all’innalzamento dei livelli di anidride carbonica nell’aria, causerebbe una maggiore concentrazione di arsenico nel riso, con effetti tossicologici in chi lo consuma.
Il museo Vites, parte della rete Sud heritage, testimonia come l’incontro fra tradizione e innovazione possa favorire la sostenibilità in viticoltura.
Colorato, di stagione, in gran parte vegetariano: dagli antipasti al dolce, ecco come abbiamo composto il nostro menù di Pasqua ideale!
Nelle scuole messicane è entrato in vigore il divieto governativo di cibo spazzatura per contrastare l’emergenza obesità nei bambini.
Secondo il World Happiness Report, la condivisione dei pasti contribuisce a un maggior benessere soggettivo e a livelli più elevati di supporto sociale.
La mancanza di uova negli Stati Uniti porta alla luce un problema importante per il sistema dell’industria alimentare. Una carenza di mercato che si dimentica degli animali.
Lo rivela uno studio che ha analizzato i dati della Corn Belt statunitense, dove si coltiva intensivamente mais ogm: i parassiti hanno sviluppato resistenza alla coltura transgenica.
Dalla gestione dell’acqua ai compost biologici innovativi, il Community learning centre di Dimmerpani è diventato un punto di riferimento per l’agricoltura resiliente. Un’esperienza di successo che parte dalle donne.
Diminuire, o escludere, le proteine animali dalla nostra alimentazione non solo fa bene ma è anche semplice.