Il 27 novembre aprono le candidature per la seconda edizione di Women in Action, il programma di LifeGate Way dedicato all’imprenditoria femminile.
Spezza una matita, ne otterrai due
Nella notte tra il 7 e l’8 gennaio, sull’account Instagram non ufficiale dell’artista britannico Banksy è comparsa una foto. Un’immagine che rappresenta al meglio tutte le parole spese finora sull’attentato terroristico compiuto nella redazione del settimanale satirico francese Charlie Hebdo, in rue Nicolas Appert a Parigi. Nell’immagine si vede una matita, ieri. Seguita
Nella notte tra il 7 e l’8 gennaio, sull’account Instagram non ufficiale dell’artista britannico Banksy è comparsa una foto. Un’immagine che rappresenta al meglio tutte le parole spese finora sull’attentato terroristico compiuto nella redazione del settimanale satirico francese Charlie Hebdo, in rue Nicolas Appert a Parigi.
Nell’immagine si vede una matita, ieri. Seguita da una matita spezzata, oggi. Che si trasforma in due matite, domani.
I tre terroristi che alle 11:30 di mercoledì 7 gennaio 2015 sono entrati nella redazione di Charlie Hebdo uccidendo 12 persone, tra cui quattro vignettisti e due agenti di polizia, ferendone altre 11, hanno simbolicamente dichiarato guerra a delle matite con delle armi da fuoco. Le hanno spezzate, le hanno fatte cadere a terra mentre erano all’opera nelle mani dei loro proprietari durante una riunione di redazione. Le hanno sporcate e hanno imbrattato i fogli su cui le punte stavano tracciando nuovi tratti.
Per pochi istanti è parso che i terroristi avessero vinto. Che la polvere da sparo presente nei proiettili fosse davvero più forte della grafite all’interno delle matite. Poi dalle matite spezzate ne sono nate decine, centinaia, migliaia che hanno affollato per ore, a partite dal tardo pomeriggio di ieri, le piazze di molte città europee. Matite che si sono affrettate a scrivere la frase “Je suis Charlie”, io sono Charlie, su fogli sporchi, riciclati da stampe venute male.
L’ultima vignetta di Charb, “Ancora nessun attentato in Francia. ‘Aspettate. Abbiamo ancora tutto gennaio per fare i nostri auguri’”
Del resto il direttore di Charlie Hebdo, Stephane Charbonnier, 47 anni, “Charb” sulle sue vignette, anche lui tra le vittime dell’attentato, lo aveva detto: “Non ho paura delle rappresaglie”. Forse perché sapeva che le sue vignette e quelle degli altri artisti che lavoravano per Charlie Hebdo sarebbero comunque sopravvissute a qualsiasi minaccia, a qualsiasi censura.
Oggi, molti di quei giornali che fino a ieri non si sarebbero mai sognati di ospitare le sue vignette, le hanno pubblicate in prima pagina. Un omaggio che va oltre il riconoscimento del coraggio delle persone che lavoravano per Charlie Hebdo. Un gesto che vuole proteggere il diritto alla libertà di stampa e di espressione di ognuno di noi.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Nel 2023 sono state uccise 85mila donne nel mondo: nel 60 per cento dei casi, il colpevole era il partner o un membro della famiglia.
Un gruppo di studenti universitari ha raggiunto la città di Kaifeng l’8 novembre dopo cinque ore di viaggio in sella a biciclette in sharing
Profilazione razziale, xenofobia nel dibattito politico e omofobia nel report dell’Ecri. Tra le sue richieste c’è quella di rendere indipendente l’Unar.
Più di cento calciatrici hanno inviato una lettera alla Fifa per chiedere di interrompere la sponsorizzazione con la Saudi Aramco
Da questo autunno 7.000 nuovi studenti di San Diego sosterranno corsi che includono una quota di tematiche riservate al clima.
Dopo la non convalida dei trattenimenti dei 12 migranti di Egitto e Bangladesh, l’elenco dei Paesi sicuri viene definito per legge.
La “liana delle anime” è un decotto della medicina indigena dell’Amazzonia che può alterare lo stato psichico di chi la assume, e per questo affascina milioni di persone nel mondo.
Tra le 1.757 barche iscritte alla Barcolana di Trieste, la regata più partecipata del mondo, ce n’era una che gareggiava per Emergency.