Chernobyl

Cosa è successo a Chernobyl, la cronologia del disastro minuto per minuto

Tutto quello che c’è da sapere sul disastro di Chernobyl 1970 Comincia la costruzione di Pripyat, una delle nove atomgrad, “città atomiche” progettate in Unione Sovietica per accogliere, come abitanti, gli impiegati delle centrali nucleari e le loro famiglie. 1972 Si decide il tipo di reattori nucleari da impiantare a Chernobyl. Viktor Bryukhanov, direttore dell’impianto, propone i

Tutto quello che c’è da sapere sul disastro di Chernobyl

1970

Comincia la costruzione di Pripyat, una delle nove atomgrad, “città atomiche” progettate in Unione Sovietica per accogliere, come abitanti, gli impiegati delle centrali nucleari e le loro famiglie.

La centrale nucleare di Chernobyl in costruzione nel 1970.
La centrale nucleare di Chernobyl in costruzione nel 1970.

1972

Si decide il tipo di reattori nucleari da impiantare a Chernobyl. Viktor Bryukhanov, direttore dell’impianto, propone i Pressurized Water Reactors (Pwr), avvisando il ministro dell’Energia ucraino Aleksei Makukhin che gli Rbmk (РБМК – Реактор Большой Мощности Канальный, ossia Reaktor Bolshoi Moshchnosty Kanalny, che significa ‘reattore di grande potenza a canali’, reattore ad acqua bollente) emettono 40 volte più radiazioni dei Pwr. Lo scienziato Alekzandrov si oppone, dicendo che l’Rbmk-1000 non solo è più sicuro, ma è anche quello che produce l’elettricità meno costosa. Si decide per gli Rbmk.

1977

Il primo dei reattori di Chernobyl entra in funzione, a breve seguito dal n.2.

1979

Pripyat è ufficialmente inaugurata come città, e Chernobyl raggiunge i suoi primi 10 miliardi di kWh di elettricità prodotta.

1982

Parziale fusione del nocciolo del reattore n.1: la reale estensione dell’incidente non sarà resa nota fino al 1985. Il reattore viene spento, riparato e rientra in funzione dopo qualche mese.

Un'immagine interessante. In alto si vedono i sei pulsanti d'emergenza sigillati nella stanza di controllo 1 dell'impianto di Chernobyl, tra cui il pulsante di spegnimento EPS-5 impiegato durante il primo incidente del 1982.
Un’immagine interessante. In alto si vedono i sei pulsanti d’emergenza nella sala di controllo 1 dell’impianto di Chernobyl, tra cui il pulsante di spegnimento EPS-5 impiegato durante il primo incidente del 1982. Se nell’86 avessero schiacciato l’analogo pulsante nella sala di controllo 4…

1983

Dicembre. La costruzione del reattore n.4 di Chernobyl è completata e l’impianto diviene operativo il 20 dicembre 1983. Il 22 dicembre si proclama una giornata di festa per tutti i lavoratori pubblici del settore energia, con plauso pubblico e bonus salariali.

1985

Aprile. Il ministro dell’Energia Anatoly Mayorets decreta che le informazioni riguardanti danni causati da impianti energetici a impiegati, abitanti e ambiente, non sono utilizzabili da giornali, radio e televisioni.

1986

Febbraio. Vitali Sklyarov, ministro dell’Elettrificazione in Ucraina, dichiara al giornale ‘Vita sovietica’ a proposito degli impianti nucleari ucraini: “I rischi di una fusione sono uno ogni 10mila anni”.

25 aprile, venerdì

1:00. Comincia il test. Bisogna provare se i gruppi elettrogeni Diesel riescono ad accendersi in tempo per pompare acqua di raffreddamento nel reattore, in caso di diminuzione della potenza. Gli operatori cominciano a ridurla gradualmente.

13:05. Dodici ore dopo la riduzione di potenza, il reattore va al 50 per cento. Delle due turbine generatrici a vapore, una viene esclusa.

14:00. Il reattore dovrebbe essere al 30 per cento ma le autorità ucraine chiedono di non abbassare la potenza per non sottrarne troppa alla rete, quindi il reattore rimane al 50 per cento per nove ore più del previsto, facendo slittare in avanti tutto il test. Tuttavia, come da programma, si spegne il sistema di raffreddamento ausiliario.

26 aprile, sabato

00:00. Comincia il turno notturno del supervisore Aleksandr Akimov, che sostituisce Yuri Tregub, il quale comunque decide di rimanere per assistere al test, anche perché, a causa del ritardo, i dieci ingegneri elettrici convocati per il test sono esausti e il personale del turno di notte è meno esperto e non del tutto preparato.

00:28. Si spostano delle barre di moderazione, barre di boro rivestite di grafite che servono a ridurre, aumentare o controllare la reazione di fissione nucleare da parte del combustibile all’interno del nocciolo. Sconcerta la caduta improvvisa di potenza del reattore, da 1.500 MWt a 30 MWt. Akimov vuole abortire il test, Anatoly Dyatlov impone di proseguire. Dopo mezz’ora, la potenza di assesta sui 200 MWt.

1:03. Si attivano quattro pompe di raffreddamento ausiliarie.

1:19. Gli operatori escludono i sistemi di spegnimento automatico, innescati dai bassi livelli di acqua, per timore che possano interrompere lo svolgimento del test. Inoltre, per far salire del 7 per cento la potenza, rimuovono tutte le barre di moderazione, tranne sei, in violazione delle procedure.

1:21. Saltano i tappi delle condutture di combustibile. Valeriy Perevozchenko è testimone oculare, dal livello 50 in cui era, che cappellotti pesanti 350 chili stanno saltando per aria e ricadendo, schiantandosi come meteoriti sulle strutture edili dell’impianto.

1:21:50. Pressione del vapore in caduta libera.

1:23:40. Si tenta il reinserimento di emergenza delle barre di moderazione: la temperatura dell’acqua è altissima, i refrigeranti bollono. Akimov preme il pulsante AZ-5 per l’emergenza di classe 5. Le barre di moderazione sono però inefficaci perché immerse solo per due metri invece dei sette necessari. Akimov prova a disconnettere i loro ganci per farle cadere, ma non si muovono. Rumorosità in aumento, vibrazioni, il pannello di controllo indica l’assenza di flusso d’acqua e il malfunzionamento delle pompe.

1:23:44. Un’esplosione. Il reattore raggiunge una potenza 120 volte superiore a quella normale, il combustibile nucleare si disintegra, tutto il vapore in eccesso verso le turbine fa esplodere le condutture.

1:23:45. Seconda esplosione, è il disastro. Il coperchio di 1.000 tonnellate del combustibile nucleare è scagliato in aria, si scatena il rilascio di radiazioni. L’aria raggiunge il reattore e l’ossigeno innesca uno spaventoso incendio di grafite. Il metallo dei tubi fa reazione con l’acqua, si produce idrogeno che esplode. Questa esplosione è stata per anni sottostimata nei rapporti sovietici. Indagini successive, come quella di Richard Wilson della Harvard University, hanno chiarito che questa è stata una piccola esplosione nucleare.

Proiezione all’esterno di 35 tonnellate di combustibile nucleare. La colonna degli elementi radioattivi espulsi si è alzata a due chilometri d’altezza e si è dispersa per un raggio di 1.200 chilometri.

Prime vittime tra il personale addetto alla centrale, si spengono le luci, nubi di polvere e fumo nei locali.

1:26:03. Si attivano gli allarmi d’incendio. Dyatlov ordina l’avvio dei sistemi di raffreddamento presumendo che il reattore fosse intatto e che l’esplosione fosse solo dei serbatoi d’acqua. Alcuni impiegati vengono a più riprese mandati a controllare dal livello 26 al 35, ricevendo dosi fatali di radiazioni in pochi minuti.

1:28. Arrivano i primi pompieri comandati da Volodymyr Pravik.

1:35. I pompieri già combattono il fuoco nei locali turbina. Ci sono frammenti di grafite radioattivi – ognuno dei quali capace di dare una scarica letale di radiazioni – e caldi nel raggio di centinaia di metri.

1:56. Giunge sul posto il sindaco Telyatnikov.

2:00. Gli addetti alla centrale escono per effettuare controlli anche all’esterno, poi rientrano. Cominceranno a star male tre ore dopo.

2:15. Il dipartimento di Pripyat del ministero dell’Interno decide di organizzare blocchi stradali per fermare le auto all’ingresso della città. Le forze di polizia però sono prive, come i pompieri, di qualsiasi equipaggiamento di sicurezza, né tute, né contatori Geiger o dosimetri. Di questi 16.500 poliziotti, 57 moriranno per radiazioni, 1.500 svilupperanno malattie respiratorie, 4.000 altre malattie.

3:00. Bryukhanov chiama Maryin, viceministro dell’Industria, e la notizia passa da Frolyshev a Vladimir Dolgikh, il quale infine avvisa Gorbaciov e il Politburo. Alle 4:00, Mosca è informata dei fatti.

4:30. Si continua a seguire la versione di Akimov, che reputa il reattore intatto e il danno solo nei serbatoi d’acqua. Continuano a essere inviate persone a controllare, ignorando i loro responsi e facendogli ricevere dosi mortali di radiazioni. Si continua a pompare acqua nel reattore causando ulteriori eruzioni e cortocircuiti che si estendono anche a tutti e quattro i blocchi.

6:35. Le 37 brigate di vigili del fuoco estinguono tutti gli incendi tranne quello al reattore n.4. C’è il rischio che il calore e l’incendio si propaghino verso il blocco 3, il 2 e poi l’1; inoltre, un’esplosione in sala macchine potrebbe condurre alla distruzione di tutti e quattro i reattori, con conseguenze apocalittiche, inimmaginabili. Per scongiurare quest’evenienza pensano all’ultimo minuto di sparare azoto liquido. Funziona. Degli otto pompieri che l’hanno fatto, quattro muoiono per radiazioni poco dopo.

8:00. Arrivano i lavoratori del turno mattutino di tutti e quattro i blocchi. 286 operai continuano i lavori edili del quinto e sesto reattore.

20:00. Si costituisce un comitato d’emergenza governativo con a capo Valery Legasov. Ci si accorge dei pezzi di grafite in tutta l’area. Gli abitanti di Pripyat e le famiglie si radunano sul ponte della ferrovia, con un’ottima vista sulla centrale, per ammirare le fiamme multicolori come un arcobaleno (tipiche dell’incendio di grafite) che s’innalzano addirittura oltre il fumo stesso. Tristemente, quello che non sapevano è che la lieve brezza portava con sé radiazioni di 500 Roentgen (l’esposizione a 750 Roentgen/h è letale). Nessuna delle persone sul ponte quella notte è sopravvissuta.

27 aprile, domenica

0:00. Arrivano carovane di autobus a Pripyat. Sono in attesa dell’ordine di evacuazione della città. Staranno in preallerta per tutta la notte.

1:13. Vengono spenti i reattori 1 e 2 di Chernobyl. Sono passate ventiquattr’ore dopo l’incidente al 4.

7:00. Il generale Vladimir Pikalov, esperto in guerra batteriologica, nucleare e chimica, decide di avvicinarsi all’impianto con un camion equipaggiato di paratie antiradiazioni. Vede con i suoi occhi che è la grafite del nocciolo a bruciare, rilasciando quantità mostruose di radiazioni e di calore. In questo momento, hanno ufficialmente capito cosa stava accadendo.

10:00. Cominciano a volare gli elicotteri. Da qui in poi fino all’1 maggio, 1.800 elicotteri depositano 5.000 tonnellate di sabbia, piombo, argilla e boro, che in teoria ha la capacità di assorbire neutroni, nel reattore squarciato. Purtroppo, oggi si sa che quasi niente di questi materiali gettati dall’alto ha raggiunto il nocciolo, e anzi hanno contributo a tenerlo caldo.

14:00. Comincia l’evacuazione di Pripyat. Ai residenti danno due ore per raccogliere i loro beni. 43.000 persone salgono su 1.200 autobus da Kiev in tutta fretta: gli viene detto di prendere il necessario per due, tre giorni, un po’ di cibo e i documenti. Non ritorneranno mai più. Dosimetri e contatori Geiger confiscati.

Autobus per l'evacuazione di Pripyat, per sfuggire dalle radiazioni di Chernobyl.
Autobus per l’evacuazione di Pripyat, per sfuggire dalle radiazioni di Chernobyl.

28 aprile, lunedì

9:30. Un ingegnere dell’impianto di energia nucleare di Forsmark, in Svezia, scopre di avere le suole delle scarpe radioattive. Anche la misurazione dell’aria dà allarme. Si teme una fuga dall’impianto ma tutti i controlli non hanno esito. Scoprono radioattività nei boschi circostanti, cosa che fa pensare a un evento di portata mondiale, avvenuto non si sa dove.

21:00. La tv di stato annuncia che a Chernobyl c’è stato un incidente.

23:00. Un laboratorio di ricerca nucleare in Danimarca denuncia un Mca (Maximum credible accident) localizzato a Chernobyl. Fanno per la prima volta menzione di una fusione del nocciolo e conseguente fuoriuscita di tutta la radioattività.

Le prime riprese aree dagli elicotteri il 27 aprile mostrano la terribile entità del disastro nucleare.
Le prime riprese aree dagli elicotteri mostrano la terribile entità del disastro nucleare.

29 aprile, martedì

Come sesta notizia nel telegiornale Urss Vremya si dice che due persone sono morte durante l’incidente a Chernobyl, che parte del reattore è distrutta, che la città è stata evacuata. Un satellite americano trasmette a Washington le scioccanti immagini di Chernobyl: il tetto completamente collassato, masse di fumo luminescente.

Il mondo attonito di fronte alle prime immagini aeree e satellitari del cratere di Chernobyl.
Il mondo attonito di fronte alle prime immagini aeree e satellitari del cratere di Chernobyl.

30 aprile, mercoledì

Mosca nega le notizie riportate nel mondo occidentale sull’entità dell’incidente e ripete che ci sono due vittime e 197 persone in ospedale, con radiazioni in diminuzione.

1 maggio, giovedì

Il vento cambia direzione e soffia verso Kiev. Le previste parate annuali del primo maggio non vengono annullate né a Kiev né a Minsk per non ingenerare panico. I burocrati di stato, però, ritirano i propri figli e si allontanano.
I parchi giochi della Germania meridionale vengono chiusi.

Parchi giochi per bambini chiusi, pochi giorni dopo Chernobyl, in tutta la Germania meridionale.
Parchi giochi per bambini chiusi, pochi giorni dopo Chernobyl, in tutta la Germania meridionale.

2 maggio, venerdì

Due piscine di raffreddamento colme d’acqua radioattiva rischiano di innescare una terza esplosione, a causa delle temperature di oltre 1200°C della grafite e dei combustibili che a contatto con l’acqua creerebbero lava radioattiva, corium. Tre ingegneri volontari, Alexei Ananenko, Valeri Bezpalov e Boris Baranov, si immergono per aprire le valvole e svuotarle. Ci riescono, ma moriranno pochi giorni dopo per le radiazioni.

6 maggio

Chiudono le scuole a Kiev. La radio avvisa la popolazione ucraina di non mangiare verdure a foglia larga.

7 maggio

I pompieri concludono lo svuotamento di acqua radioattiva sotto il nocciolo, pompandone fuori 20.000 tonnellate. Ricevono come ricompensa 1.000 rubli a testa (circa 2000 euro di oggi).

8 maggio

Questo disastro “è senza precedenti”. Lo afferma, in un’intervista alla Izvesta, il vicepresidente dell’Accademia sovietica delle scienze Yevgeny Velikhov.

10 maggio

Muore Aleksandr Akimov, il supervisore della notte del 26 aprile all’impianto nucleare di Chernobyl. Aveva ustioni da radiazioni sul 100% del corpo.

23 maggio

Tavolette di iodio vengono distribuite in tutta l’Urss. A questo punto, però, non ha alcun valore, perché tutto lo iodio radioattivo è stato accumulato nella tiroide della popolazione esposta nei primi dieci giorni.

15 giugno

L’intero staff dirigenziale dell’impianto di Chernobyl viene licenziato per “irresponsabilità e mancanza di controllo”. Tra loro il direttore Victor Bryukanov e il suo vice Nikolai Fomin. Il processo coinvolse altri cinque imputati. Il direttore V.P. Bryukhanov aveva esperienza su impianti a carbone, come anche Nikolai Fomin, che aveva esperienza su impianti convenzionali; anche Anatoliy Dyatlov aveva solo una limitata esperienza con i reattori nucleari, per lo più di piccola taglia per applicazioni sommergibilistiche.

3 luglio

Il Politburo sentenzia 10 anni di carcere per Viktor Bryukanov, per “seri errori e scarsità di vedute che hanno portato al disastro di Chernobyl e alle conseguenze”. Viene anche espulso dal Partito comunista. Per motivi di salute, a causa dell’avvelenamento radioattivo, Bryukhanov passerà solo 5 anni in carcere, fino al 1991. Anche Anatolij Dyatlov fu rilasciato dopo cinque anni di prigionia. Scrisse un libro secondo cui la causa primaria dell’incidente risiedeva nel progetto sbagliato dell’impianto, non nel comportamento degli operatori, e nel 1995 morì a causa dell’esposizione pari a 5,5 Sievert (550 REM) cui fu sottoposto durante l’incidente. Secondo l’Oms, 240.000 lavoratori dal 1986 al 1987 e almeno 600.000 liquidatori tra il 1986 e il 1992 sono stati esposti a condizioni di lavoro insicure.

Tre dei principali responsabili del disastro, sotto processo al Politburo nel 1987: Nikolai Bryukhanov (a sinistra, direttore dell'impianto), Anatolij Dyatlov (al centro, vice capo ingegnere, colui che obbligò gli operatori a proseguire il test nonostante gli allarmi) e Nikolai Fomin, capo ingegnere dell'impianto. Tutti incarcerati. I primi due, scarcerati per motivi di salute. Il terzo, ricoverato in ospedale psichiatrico.
Tre dei principali responsabili del disastro, sotto processo al Politburo nel 1987: Nikolai Bryukhanov (a sinistra, direttore dell’impianto), Anatolij Dyatlov (al centro, vice capo ingegnere, colui che obbligò gli operatori a proseguire il test nonostante gli allarmi) e Nikolai Fomin, capo ingegnere dell’impianto. Tutti incarcerati. I primi due, scarcerati per motivi di salute. Il terzo, ricoverato in ospedale psichiatrico.

20 agosto

Un estensivo rapporto dell’International Atomic Energy Agency (Iaea) parla di “una straordinaria sequenza di incuria, malagestione, violazione delle regole di sicurezza che hanno portato all’incidente”.

29 settembre

Il reattore n.1 di Chernobyl viene fatto ripartire.

10 ottobre

Riprendono i lavori di costruzione dei reattori 5 e 6.

9 novembre

Riparte il reattore n.2.

Hans Blix, direttore dell’International Atomic Energy Agency, visita Chernobyl. Diventerà una figura centrale per le operazioni di contenimento, di ripulitura e la gestione del disastro che porterà all’idea del sarcofago.

Hans Blix, direttore generale dell' Agenzia internazionale dell' energia atomica, ha compiuto moltissimi viaggi verso l'allora Unione Sovietica, per visite di verifica, già dai giorni che seguirono la catastrofe.
Hans Blix, direttore generale dell’ Agenzia internazionale dell’ energia atomica, ha compiuto moltissimi viaggi verso l’allora Unione Sovietica, per visite di verifica, già dai giorni che seguirono la catastrofe.

14 dicembre

In fretta e furia si completa un gigantesco tetto (il celebre “sarcofago”), pensato per durare 30 anni, con 300.000 tonnellate di cemento e 6.000 tonnellate di metalli pesanti.
L’area contaminata è di 155.000 chilometri quadrati, un’area grande due volte l’Irlanda fra Bielorussia, Russia, Ucraina.

Il reattore danneggiato è stato incassato in un rivestimento di cemento armato, montato attraverso macchine automatiche controllate a distanza. Vi è inoltre un sistema di ventilazione che assicura l'ingresso dell' aria dal basso e la sua uscita dall'alto, attraverso filtri che ne abbassano la radioattività.
Il reattore danneggiato è stato incassato in un rivestimento di cemento armato, montato attraverso macchine automatiche controllate a distanza. Vi è inoltre un sistema di ventilazione che assicura l’ingresso dell’ aria dal basso e la sua uscita dall’alto, attraverso filtri che ne abbassano la radioattività.

1987

24 aprile

I lavori di costruzione nei blocchi 5 e 6 si interrompono. Il 23 maggio si decide di non completarli.

1988

27 aprile

Valery Legasov si suicida. Era stato il direttore dell’istituto Kurchatov per l’Energia nucleare, dove era stato progettato il reattore Rbmk. Ed era stato anche il capo della delegazione scientifica inviata a Chernobyl immediatamente dopo l’incidente.

2000

15 dicembre

Il reattore 3 viene disattivato. Era l’ultimo reattore ancora in attività a Chernobyl.

2008

Un tribunale di Kiev condanna quattro persone per traffico di metallo da zone contaminate.

C'erano anche ex agenti di polizia tra i trafficanti di metallo (radioattivo) proveniente dalle città evacuate.
C’erano anche ex agenti di polizia tra i trafficanti di metallo (radioattivo) proveniente dalle città evacuate.

2017

Data stimata del completamento, da parte di Novarka, del nuovo e più sicuro sarcofago per il reattore n.4.

Chernobyl, le cifre di un’impossibile bilancio

Il Paese più coinvolto. La Bielorussia con il 70 per cento di ricaduta radioattiva; 23 per cento del territorio contaminato, fra cui il 20 per cento del territorio boschivo e 3.000 chilometri quadrati di terreno agricolo; danno economico valutato in 200 miliardi di dollari.
Persone coinvolte: 10 milioni
Persone evacuate definitivamente: 400mila. L’area compresa in un raggio di 30 chilometri dalla centrale, grande come l’Olanda, è completamente evacuata e inabitabile.
Liquidatori, addetti al controllo degli effetti dell’esplosione impegnati: 800mila (10mila morti, 400mila affetti da patologie tumorali)
Persone colpite (direttamente ed indirettamente) dall’incidente: 3,2 milioni, di cui un terzo bambini
Decessi previsti a causa dell’incidente: 200mila
Durata degli effetti dell’esplosione: centinaia di anni a causa dell’azione del cesio, dello stronzio, del plutonio (il plutonio ha un’emivita di 14.000 anni; il ritorno all’originaria situazione dei terreni contaminati dal Cesio 137 è prevista fra 300 anni).

Scopri la situazione a Chernobyl 30 anni dopo.

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