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Chi era Anna Frank. Il diario, la vita, la storia
Anna Frank, di famiglia ebrea tedesca rifugiatasi ad Amsterdam negli anni dell’occupazione nazista, visse nascosta con i suoi in una stanza murata e poi deportata a Bergen-Belsen. Nei due anni di segregazione tenne un diario, straordinaria testimonianza.
Ogni anni, ciclicamente, i giornali italiani tornano a parlare di Annelies “Anna” Frank, la ragazza tedesca ebrea che tenne un diario durante le persecuzioni naziste dei primi anni Quaranta, poi pubblicato in tutto il mondo alla fine della guerra.
Siamo a Amsterdam, nel 1942. I tedeschi occupano il Paese e perseguitano gli ebrei. Una famiglia ebrea, quella dei Frank, si rinchiude in una soffitta della fabbrica di spezie del signor Frank insieme ad alcuni amici. Nonostante le durissime condizioni di vita, la piccola Anna riesce ad avere momenti di spensieratezza e affida alle pagine del suo diario i suoi pensieri. Ma un brutto giorno i Frank sono arrestati e deportati.
La vita di Anna Frank
Anne nasce a Francoforte sul Meno nel 1929, da genitori di origine ebraica, a pochi anni di distanza dalla sorella Margot.
La famiglia Frank si era trasferita dalla Germania a Amsterdam nel 1933, anno in cui i nazisti hanno ottenuto il controllo in Germania. Nel 1940 la famiglia rimane intrappolata a Amsterdam dall’occupazione tedesca dei Paesi Bassi. Con l’acuirsi delle persecuzioni, nel 1942, per i Frank diventa sempre più complicato non farsi trovare durante i rastrellamenti. Il padre di Anna Frank decide perciò di nascondersi insieme alla famiglia in un alloggio ricavato nel retro della sua fabbrica, accogliendo anche Hermann van Pels con la moglie e il figlio sedicenne Peter e, poco dopo, il dentista Fritz Pfeffer.
Nell’alloggio segreto Anne prosegue la stesura del suo diario personale (ricevuto in regalo il giorno del suo tredicesimo compleanno), come un epistolario indirizzato a un’amica immaginaria. Vi annota pensieri e riflessioni intime, racconta quello che accade ogni giorno: la paura della guerra, i suoi sentimenti per Peter, il conflitto con i genitori e il desiderio di diventare una scrittrice una volta tornata la pace.
Il 4 agosto del 1944, in seguito alla soffiata di un informatore fatta alla Sicherheitsdienst, la polizia tedesca di Amsterdam, il gruppo viene arrestato e deportato ad Auschwitz. Anne e la sorella Margot verranno poi trasferite a Bergen-Belsen. Moriranno di tifo tra il febbraio e il marzo dell’anno seguente.
Il diario di Anna Frank
Quando Anne inizia il suo diario, nel giugno 1942, ha appena compiuto tredici anni. Poche pagine, e all’immagine della scuola, dei compagni e di amori più o meno immaginari, si sostituisce la storia della lunga clandestinità: giornate passate a pelare patate, recitare poesie, leggere, scrivere, litigare, aspettare, temere il peggio.
La ricchezza, la bellezza, tutto si può perdere, ma la gioia che hai nel cuore può essere soltanto offuscata: per tutta la vita tornerà a renderti felice. Prova, una volta che ti senti solo e infelice o di cattivo umore, a guardare fuori quando il tempo è così bello. Non le case e i tetti, ma il cielo. Finché potrai guardare il cielo senza timori, saprai di essere puro dentro e che tornerai a essere felice.
Otto Frank, l’unico sopravvissuto della famiglia, tornò a Amsterdam dopo la guerra per scoprire che il diario di Anne era stato salvato e dedicò i suoi sforzi per arrivare a pubblicarlo, nel 1947.
“Vedo noi otto nell’alloggio segreto come se fossimo un pezzetto di cielo azzurro circondati da nubi nere di pioggia”, ha il coraggio di scrivere Anne. Obbedendo a una sicura vocazione di scrittrice, Anne ha voluto e saputo lasciare testimonianza di sé e dell’esperienza degli altri clandestini. La prima edizione del Diario subì tuttavia non pochi tagli, ritocchi, variazioni. Ora il testo è stato restituito alla sua integrità originale, e ci consegna un’immagine nuova: quella di una ragazza vera e viva, ironica, passionale, irriverente, animata da un’allegra voglia di vivere, già adulta nelle sue riflessioni.
Vedo noi otto nell’alloggio segreto come se fossimo un pezzetto di cielo azzurro circondati da nubi nere di pioggia.
Il diario di Anna Frank, il film del 1959
La tragica storia della giovane vittima della barbarie nazista è stata raccontata in numerose opere, libri, film. Pubblicato in tutto il mondo, il diario della ragazzina è stato portato anche in teatro e il regista George Stevens nel 1959 ne ha tratto un film – visibile integralmente su YouTube – affidando il ruolo della protagonista tredicenne a una ragazza che non aveva mai fatto del cinema, Millie Perkins.
La pellicola fu presentata al dodicesimo Festival di Cannes e ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra i quali tre premi Oscar (per la migliore attrice non protagonista, la migliore fotografia in bianco e nero e la migliore scenografia9). Si tratta di un lungo flashback vissuto nei ricordi di Otto Frank. La prima scena lo vede infatti rientrare ad Amsterdam nel 1945 ed entrare nella soffitta, dove il diario di Anna lo fa immergere nei ricordi della fuga, della clandestinità, dell’attesa e della drammatica deportazione.
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