Joe Biden, già vicepresidente degli Stati Uniti, sfiderà Trump alle elezioni di novembre. La vita privata, la carriera politica, il programma elettorale.
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Ultimo aggiornamento: 12 ottobre 2020
Mio padre mi diceva sempre che la forza di un uomo non dipende da quante volte viene gettato a terra, ma dalla velocità con cui riesce a rialzarsi.
Joe Biden
Stati Uniti, dicembre 1972. Mancano due settimane a Natale. Ovunque risuonano i canti tradizionali e nell’aria si sente il profumo di torta di zucca, Christmas pudding e zabaione. Joseph Robinette Biden, Jr. – detto Joe – ha da poco compiuto trent’anni e realizzato il suo sogno, riuscendo a diventare senatore del Partito democratico in rappresentanza dello stato del Delaware. La sua vita non potrebbe andare meglio.
Ma tutto cambia quando un ubriaco decide di frapporsi fra quel giovane rampante e la sua felicità, schiantandosi contro l’auto sulla quale viaggiano la moglie Neilia e i tre figli. Lei muore insieme alla figlia più piccola, di soli 13 mesi. Sopravvivono i due maschi, Hunter e Beau. E Joe, che fino a quel momento ha dedicato tutto se stesso alla politica, si trova col cuore spezzato a doverli crescere da solo. Arriva perfino a pensare di rinunciare alla sua carriera. Ma gli amici lo sostengono. E, memore delle parole di suo padre, in qualche modo riesce a rialzarsi. E quei bambini li alleva con tutto l’amore che gli resta.
Gli studi e la carriera politica
Joe Biden è nato nel 1942 a Scranton, in Pennsylvania, in una modesta famiglia cattolica. Ha conseguito una laurea in Scienze politiche all’Università del Delaware, a Newark, e un’altra in Giurisprudenza presso la Syracuse university, nello stato di New York. È stato ammesso all’albo degli avvocati nel 1969, per poi essere eletto senatore tre anni dopo, quand’era appena trentenne.
Durante il suo mandato ha ricoperto incarichi di rilievo: dal 1987 al 1995 è stato presidente della Commissione sulla giurisdizione del Senato federale, nel 2001 ha quindi assunto il prestigioso ruolo di presidente del Comitato per gli affari esteri del Senato e dal 2007 al 2009 ha guidato anche il Comitato di controllo sul narcotraffico internazionale del Congresso.
A quel punto è stato eletto vicepresidente degli Stati Uniti d’America ed è rimasto al fianco di Barack Obama fino al 2017. “Il primo afroamericano che si esprime in modo articolato e brillante, oltre che un bell’uomo”: così l’ha definito Biden, divenuto famoso per le sue dichiarazioni “sgangherate e improvvide” – come sottolinea Francesco Costa, che ha scritto Questa è l’America.
Presidenziali 2020, il programma elettorale di Joe Biden
Come sua ipotetica vicepresidente, lo “zio Joe” ha scelto Kamala Harris, procuratrice progressista che, qualora venisse eletta insieme a Biden il 3 novembre, diventerebbe la prima donna nera a ricoprire quel ruolo. Il candidato ha ricevuto l’appoggio di Bernie Sanders, l’ultimo sfidante ad essersi ritirato dalle primarie democratiche, di Barack Obama e dell’attivista Greta Thunberg. Approfondiamo di seguito alcuni punti del suo programma elettorale, che riprende molte delle questioni affrontate durante la presidenza Obama.
In che modo vuole salvare il Pianeta:promuovendo la rivoluzione dell’energia pulita e la giustizia climatica. Secondo lui, sfruttando i talenti che popolano gli Stati Uniti e l’ineguagliabile innovazione americana, si potrà trasformare la minaccia del riscaldamento globale in un’opportunità per rilanciare il settore energetico e dare impulso alla crescita economica. Mira a rendere l’America una “superpotenza energetica”. Sfrutterà il sistema degli appalti pubblici per arrivare ad alimentare la nazione interamente grazie ad energia rinnovabile e per promuovere la diffusione di veicoli elettrici. La transizione partirà dagli uffici governativi.
Imporrà limiti stringenti sulle emissioni di metano, un gas serra che, sebbene venga immesso nell’atmosfera in misura minore, è 86 volte più “potente” della CO₂. Cercherà di ridurre l’inquinamento atmosferico prodotto dal settore dei trasporti assicurandosi che vengano messe in pratica e migliorate le disposizioni contenute nel Clean air act. Lavorerà affinché gli Stati Uniti arrivino a produrre zero emissioni nette entro il 2050. Richiederà alle società pubbliche di rivelare i rischi per il clima e le emissioni di gas climalteranti nelle loro operazioni e catene di approvvigionamento. Proteggerà aree protette che Trump ha messo in pericolo, come l’Arctic national wildlife refuge.
Cosa pensa di armi da fuoco e bombe: la National rifle association è il nemico. Parliamo dell’organizzazione che negli Stati Uniti agisce in favore dei detentori di armi da fuoco. Biden l’ha fronteggiata due volte, uscendone sempre vincitore. Nel 1993 è stato promotore al Congresso del Brady hundgun violence prevention act, una delle più importanti leggi sul controllo delle armi che ha istituito il sistema di background checks, i controlli cui gli acquirenti vengono sottoposti per verificare che siano idonei al possesso di un’arma. Nel 1994 ha garantito, insieme alla senatrice Dianne Feinstein, l’approvazione di un divieto della durata di dieci anni sui fucili d’assalto e sui caricatori ad alta capacità. Promette che da presidente non avrà paura di confrontarsi nuovamente con la Nra.
Nel 2002, tuttavia, era fra i 77 senatori che hanno permesso a George W. Bush di usare la forza in Iraq. Una scelta che sta tuttora tentando di spiegare. Una decisione che dimostrerebbe la sua vera essenza, come scrivono i giornalisti Katie Glueck e Thomas Kaplan del quotidiano New York Times: “Quella del dealmaker, incline al compromesso bipartisan”. Una dote ammirata dai sostenitori, che gli oppositori sostengono abbia invece alterato il suo giudizio in diverse occasioni.
Nessun genitore dovrebbe vivere in un mondo in cui suo figlio ha accesso ad armi e munizioni.
Joe Biden
Come vede l’attuale sistema sanitario statunitense: riequilibrato dall’intervento di Barack Obama. Biden ha l’ambizione di partire dall’Obamacare, la più grande riforma della sanità negli Stati Uniti avvenuta nel 2010, per poi aggiungere dei tasselli: dare la possibilità ad ogni cittadino di scegliere un’opzione di assistenza pubblica oltre che privata, e non solo a determinate categorie; aumentare il valore dei crediti d’imposta per abbassare i premi ed estendere la copertura a più lavoratori; concedere alle famiglie della classe media un credito d’imposta premium per aiutarle a pagare la copertura. Infine, ha incluso nel suo programma elettorale un piano per contrastare la violenza sulle donne.
One of the most important issues we face as a nation is ensuring affordable, accessible health care. There's work to do, but that doesn't mean starting from scratch. It means protecting and building on Obamacare. #DemDebatepic.twitter.com/7J4nC6ZUGX
Cosa dice degli immigrati: la maggior parte degli americani può trovare, ripercorrendo la storia della propria famiglia, una scelta. La scelta di lasciare tutto ciò che era familiare per andare alla ricerca di nuove opportunità e di una nuova vita. Per Biden, l’immigrazione è essenziale per definire l’identità degli Stati Uniti, i valori fondamentali del paese e le sue aspirazioni per il futuro. E questo deve riflettersi nelle politiche sull’immigrazione. Per questo il vice di Obama vorrebbe riprendere da dov’è stato interrotto, ripristinando il “rinvio per arrivi in età infantile”: un atto che permetteva di rinviare di due anni o più l’espulsione dei minori entrati negli Usa illegalmente, che Trump ha cancellato.
Il discorso dell’ex vicepresidente in occasione del Super Tuesday
Il Super Tuesday è l’appuntamento più importante nel calendario elettorale degli Stati Uniti. Quest’anno, che si è tenuto il 3 marzo, hanno votato contemporaneamente i cittadini di 14 stati e gli abitanti delle Samoa americane. Per Biden è stato un vero successo. “Non lo chiamano Super Tuesday per niente”, ha infatti esclamato salendo sul palco in California. Nonostante sia solito preparare i suoi discorsi con attenzione a causa della balbuzie di cui soffre, ha lasciato che la spontaneità colorasse la sua voce, mentre i suoi occhi brillavano per l’entusiasmo. “Le cose stanno andando veramente bene. Proprio pochi giorni fa questa campagna era stata dichiarata morta, ma poi con la Carolina del Sud ci siamo ripresi. Adesso voglio ringraziare gli altri stati che hanno votato per noi. Siamo vivi, e sono certo che la nostra campagna scaccerà Donald Trump, che dovrà fare le valigie”, ha sentenziato.
“Abbiamo bisogno di voi. L’affluenza dev’essere alta. Questo potrà darci la capacità di compiere azioni straordinarie. Il nostro è un movimento audace, progressista, che propone una sanità accessibile, senza conti a sorpresa; che vuole garantire a tutti l’acceso agli ospedali. Alla lobby delle armi non daremo nulla. Mentre lotteremo contro i cambiamenti climatici: comincerò riportando gli Stati Uniti nell’Accordo di Parigi, ma sarà soltanto l’inizio. La qualità dell’istruzione non dipenderà più dallo stato in cui vivete; ci saranno salari più alti per gli insegnanti, ci sarà una riduzione del costo dei college. Non è Wall street che ha costruito questo paese, ma voi: la classe media”.
Secondo Fivethirtyeight, un’agenzia che si concentra sull’analisi dei sondaggi d’opinione, sulla politica, sull’economia, sullo sport ed è una delle fonti più autorevoli nell’ambito delle previsioni, Biden è attualmente il favorito. Anche i sondaggi parlano chiaro: in testa c’è lui con oltre il 50 per cento delle preferenze.
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Joe Biden in testa. Bloomberg fuori dai giochi. Sanders vivo ma in calo. Warren invisibile. Come sono andate le primarie democratiche nei 14 stati dove si è votato per scegliere il candidato democratico che sfiderà Trump. I risultati definitivi del Super Tuesday.