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Chi sono gli Incel, uomini che odiano le donne perché non trovano l’amore
Dietro molti attentati si nasconde una crociata che pochi conoscono, “un Isis dei brutti”: l’estremismo islamico non c’entra nulla. Chi sono gli Incel e perché odiano le donne.
Nel 2009 George Sodini ha ucciso tre ragazze in Pennsylvania sostenendo che nella sua vita “trenta milioni di donne lo avevano rifiutato”. Nel febbraio del 2018, l’appena diciannovenne Nikolas Cruz ha sparato a diciassette studenti della scuola superiore di Parkland, in Florida, dalla quale era stato espulso. Prima dell’omicidio avrebbe commesso violenza domestica nei confronti della sua ex ragazza dopo averne minacciato il nuovo fidanzato.
Nel mondo, più del 30 per cento delle sparatorie si verifica negli Stati Uniti. Analizzandole una per una, si scopre che fra chi le ha commesse si celano alcuni Incel. Questo termine è stato coniato nel 1997 da una venticinquenne canadese di nome Alana che si sentiva discriminata perché ancora vergine, ma non aveva certamente cattive intenzioni. Deriva dall’unione dei vocaboli anglosassoni involuntary e celibate e significa celibe involontario. Oggi vi si identificano gli uomini che vorrebbero una relazione, ma non trovano una compagna e per questo incolpano l’intero genere femminile.
Il gergo degli Incel
Molti membri della community Incel sono convinti che le donne, per scegliere il proprio partner, si basino su tre parametri: l’aspetto fisico (look), la disponibilità economica (money) e la reputazione (status). In base a questa teoria, detta Lms, i Chad sono gli uomini che ottengono un punteggio alto in tutte e tre le categorie ovvero sono belli, benestanti e popolari. Le Stacy sono le “fighe” che i brutti bramano senza speranza, disposte ad avere rapporti sessuali solamente con i Chad. I Red piller, infine, sono coloro che hanno metaforicamente assunto la pillola rossa, come Neo nel film Matrix, riuscendo a scoprire la “verità”.
Quanta verità c’è nelle loro convinzioni?
In psicologia esiste la teoria evolutiva, in base alla quale la femmina cercherebbe nell’amante qualcuno che possa mantenere la prole, mentre l’uomo prediligerebbe una compagna più giovane perché più fertile. Inoltre, “dal momento che al giorno d’oggi entrambi i sessi lavorano, viene data maggiore importanza allo stato economico di ciascuno quando si deve compiere una scelta di vita importante”, spiega la dottoressa Giorgia Lauro, psicologa che ha conseguito il master in Sessuologia clinica presso l’Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica (IISS).
I forum degli Incel online
Con l’avvento di Internet, dalle teorie si è passati alla pratica: i forum online hanno definito i contorni, dapprima nebulosi, del movimento Incel. Il web ha dato modo a diverse persone che si sentivano escluse di soddisfare finalmente il proprio bisogno di appartenenza, così come l’esigenza di sfogarsi. “Il dolore che proviamo nel sentirci esclusi, secondo la letteratura scientifica, è equiparabile a quello causato da una ferita”, chiarisce la psicologa. Spesso, pur di sentirsi accettati, si finisce per conformarsi “ad idee altrui, estreme o meno. E quando la responsabilità individuale si amalgama all’identità di un gruppo, le persone tendono a disumanizzare gli altri, divenendo più aggressive nei loro confronti”.
Tuttavia, non siamo robot e l’amore non è un’equazione. Non selezioniamo la persona che vogliamo accanto come se fosse uno smartphone che deve garantirci prestazioni elevate a costi ridotti. Ci innamoriamo di qualcuno perché la sua presenza migliora la nostra vita. “Non possiamo ascrivere la scelta del partner ad una mera teoria, perché la complessità dell’incontro relazionale con l’altro è scandito da un processo soggettivo che non può essere relegato alla dimensione della razionalità”, conferma Lauro.
Purtroppo su Internet si ha raramente l’opportunità di vedere l’interlocutore, di sentirne la voce, di conoscere la sua storia e le sue emozioni, pertanto si perde la percezione di conversare con qualcuno in carne ed ossa e ci si sente legittimati ad alterare le proprie modalità d’espressione, a essere più cattivi. Senza contare che si diventa “maggiormente propensi ad intraprendere un comportamento amorale” perché lo stesso fanno i membri del gruppo, conclude la dottoressa.
“Un Isis dei brutti”
Non è un caso se il movimento Incel si trasforma di frequente in una violenta crociata o meglio, come viene definito da uno di loro nell’inchiesta del programma televisivo Nemo – nessuno escluso, “un Isis dei brutti”. Con questi attentati, però, l’estremismo islamico non c’entra nulla.
Nell’aprile del 2018 il venticinquenne Alek Minassian ha investito i passanti che camminavano per le vie di Toronto, uccidendone dieci. Prima di compiere la strage aveva lanciato un messaggio su Facebook: “La ribellione Incel è iniziata! Spodesteremo tutti i Chad e le Stacy. Onore al supremo gentiluomo Elliot Rodger”. Quattro anni prima Rodger aveva ammazzato sei persone dopo aver scritto un manifesto di 141 pagine e pubblicato dei video in cui ammoniva le ragazze: “Non so perché non siete attratte da me, ma vi punirò tutte per questo”.
L’attentato in Canada non ha lasciato spazio a dubbi ed è proprio allora che gli involuntary celibate hanno raggiunto la notorietà.
Gli Incel in Italia
Non dobbiamo pensare che nel nostro paese non esistano manifestazioni di questo tipo. Pare che alcune cellule siano ancora attive: inserendo le parole chiave “forum Incel Italia” all’interno di un motore di ricerca, tra i primi risultati appare “Il pianeta dei brutti” e i commenti che si leggono cliccando sul link non sono certo confortanti. Nessun killer italiano ha dichiarato di appartenere alla community, ma personaggi del calibro di Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio della giovane Yara Gambirasio, e di Michele Misseri, colpevole dell’assassinio della quindicenne Sarah Scazzi, vengono idolatrati per la “punizione” che hanno inferto alle donne.
Come nasce l’odio che provano nei confronti delle donne
Spesso gli Incel non tollerano la loro imperfezione, ma invece di ammetterlo preferiscono incolpare qualcun altro come spesso fa chi non riesce ad accettare se stesso. Quindi accusano gli altri di provare disprezzo nei loro confronti, in particolare accusano le donne di averli privati del comando, di essere indipendenti e non avere più bisogno di loro. “Dato che per molti secoli l’uomo ha detenuto il potere su più livelli – sessuale, politico, teologico, familiare – la perdita di tale status determina, psicologicamente, l’insorgenza di uno stato di ansia e agitazione”, spiega la dottoressa Lauro.
A man cited his virginity as reason he planned to kill “as many girls” as he could, police say https://t.co/c2mC3AhVqi
— The Washington Post (@washingtonpost) 22 gennaio 2019
È possibile aiutarli?
Aiutare chi si trova in questa situazione non è semplice. Pur odiando il peccato bisogna “provare a conoscere la storia del peccatore” che, come un animale ferito che sta sulla difensiva, deve riacquistare la fiducia in se stesso, nelle persone che lo circondano, smettere di temere che gli facciano del male per liberare la mente dall’aggressività. Ha bisogno di figure che lo accompagnino in questo percorso, familiari ed educatori.
“Solo attraverso un’educazione improntata all’uguaglianza di genere su più livelli si potrà provare a sradicare la discriminazione basata sul sesso, promuovendo così una prospettiva in cui i diritti acquisiti dalle donne non vengano più vissuti come un pericolo, qualcosa che deve generare paura e conseguentemente odio, ma, semplicemente, come il normale progresso socio-culturale”, afferma la psicologa. Le donne non vogliono certo privare gli uomini del potere: desiderano soltanto realizzare i propri sogni come chiunque altro, uomini compresi.
Da #MeToo a Gillette, la violenza di genere si combatte anche sui social
Nel 2013 il Parlamento europeo ha approvato la Risoluzione sull’eliminazione degli stereotipi di genere nell’Unione con la quale è stato chiesto agli stati membri di valutare programmi scolastici che educassero a tal fine, ma al momento in Italia simili attività di formazione sono proposte soprattutto dalle associazioni e dai privati, più che dalle istituzioni.
C’è da dire, però, che al giorno d’oggi gli adolescenti assorbono parecchie informazioni dai social network. Da un lato, il rischio di trovarvi contenuti sessisti è altissimo. Dall’altro, è dal 2017 che li anima una discussione positiva: con l’hashtag #MeToo milioni di donne nel mondo hanno rivelato le molestie sessuali subite nel corso della loro vita. È evidente che la discriminazione risulti sempre più inaccettabile agli occhi della società.
Leggi anche: #MeToo. La persona dell’anno 2017 del Time è chiunque abbia rotto il silenzio sulle violenze sessuali
Matteo Camiciottoli, sindaco del comune di Pontinvrea in provincia di Savona, è stato condannato al pagamento di 20mila euro di multa (con pena sospesa subordinata al risarcimento dei danni entro un mese) perché, riferendosi agli stupratori che nel 2017 violentarono due ragazze sul lungomare di Rimini, commentò: “dovevano essere mandati ai domiciliari a casa della Boldrini, magari le mettono il sorriso”.
Gillette, azienda produttrice di rasoi maschili che per anni ha minimizzato il ruolo della donna, all’inizio del 2019 ha lanciato uno spot che condanna la mascolinità tossica.
È l’imperfezione che ci rende perfetti
Quando siamo innamorati, diventiamo irrazionali. Sorridiamo senza motivo apparente, canticchiamo sotto la doccia, le pellicole romantiche non ci sembrano più tanto frivole. Pur di preparare la colazione a chi amiamo, arriviamo tardi in ufficio. E quella persona, probabilmente, è entrata nella nostra esistenza in modo del tutto inaspettato: non la stavamo cercando, non è come la immaginavamo, eppure è perfetta.
Gli Incel questo non lo capiscono. Non è vero che la donna perfetta non li vuole, semplicemente la donna perfetta – come l’uomo perfetto – non esiste. Solo quando riusciranno ad aprirsi all’incantevole imperfezione della vita, saranno liberi.
Foto in apertura © Dawid Zawila/Unsplash
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