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Lo storico zoo di Buenos Aires chiude i battenti
Dopo oltre 140 anni di attività la struttura verrà convertita in un rifugio per gli animali in difficoltà mentre gli altri verranno trasferiti in riserve naturali.
La chiusura di uno zoo rappresenta sempre una bella notizia, innanzitutto per gli animali, costretti ad una vita di segregazione, disperazione e noia, in secondo luogo per le persone stesse, in particolare i bambini, perché non c’è niente di più diseducativo che mostrare loro la nostra capacità di dominare i più deboli, chiudendo altri esseri viventi in gabbia in nome di una presunta superiorità morale.
Basta animali in gabbia
Dopo 140 anni di attività chiude lo storico zoo di Buenos Aires. “La custodia di animali selvatici in cattività allo scopo di esporli al pubblico è degradante – ha dichiarato Horacio Rodriguez Larreta, sindaco della capitale argentina, spiegando la decisione. – Questa situazione di cattività è degradante per gli animali, non è il modo per prendersi cura di loro”.
Una nuova casa per gli animali
Lo zoo ospita oltre 2.500 animali, la maggior parte sarà gradualmente trasferita in santuari e rifugi naturali sia in Argentina che all’estero, come la Reserva Ecológica Rio della Plata. Non tutti gli animali però saranno spostati, quelli più anziani e menomati rimarranno all’interno dello zoo.
Da prigione a rifugio
La struttura non verrà infatti chiusa definitivamente, bensì convertita in un rifugio che offrirà agli animali salvati dal traffico illegale cure e riabilitazione. Il nuovo eco-parco cercherà inoltre di mostrare gli animali sotto una nuova prospettiva, non più prigionieri per il diletto dell’uomo ma ospiti da conoscere e rispettare.
La pressione degli ambientalisti
Se lo zoo è stato chiuso il merito è anche di numerose associazioni ambientaliste e animaliste che da anni protestano per le pessime condizioni in cui vivono gli animali all’interno della struttura. L’ultimo orso polare dello zoo, Winner, è morto tre anni fa a causa di una banale ondata di calore.
Il vento del cambiamento
“La cosa più importante è rompere con il modello di prigionia per l’esposizione – ha affermato Gerardo Biglia, avvocato per i diritti degli animali e attivista animalista. – Penso che ci sia un cambiamento in arrivo per cui dobbiamo farci trovare pronti, perché i bambini al giorno d’oggi considerano evidente che è sbagliato tenere gli animali in gabbia”.
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