
Quante imprese hanno i mezzi per far fronte a un danno all’ambiente? A dare una risposta è la rilevazione di Pool Ambiente su dati Ania.
In occasione della Giornata mondiale del suolo istituita dalla Fao una panoramica sulla preoccupante situazione in Italia.
Chiudete gli occhi per un secondo, riapriteli. In questo tempo infinitesimale 8 metri quadrati di verde sono stati inghiottiti dal grigio. Il territorio italiano si sta riducendo inesorabilmente dando vita ad una numerosa serie di minacce come il disseto idrogeologico, problema tristemente attuale in Italia, causate proprio da questo processo di degrado.
Secondo un rapporto effettuato dall’Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) il consumo di suolo è di circa 70 ettari al giorno, circa 8 metri quadrati al secondo. Il nostro meraviglioso territorio viene soffocato a ritmo incessante da asfalto e cemento e violentato dalla costruzione di edifici, strade, infrastrutture e insediamenti commerciali, di conseguenza si stanno assottigliando le aree naturali e il suolo destinato all’agricoltura. Ma non solo cementificazione senza soluzione di continuità, stiamo anche avvelenando il terreno con scorrette pratiche agricole, zootecniche e forestali.
Il suolo va rispettato e accudito, se non lo vogliamo fare per amore per l’ambiente e per la selvaggia bellezza che riesce a regalarci la natura, almeno facciamolo per fini utilitaristici. Il terreno fornisce infatti servizi indispensabili per la nostra sopravvivenza, ci offre cibo, combustibili, materie prime, prodotti medici, svolge un ruolo cruciale nella regolazione del clima “catturando” naturalmente il carbonio, controlla l’erosione proteggendoci da fenomeni idrologici estremi, ospita e tutela la biodiversità.
In Italia negli anni Cinquanta la perdita complessiva di suolo era del 2,9 per cento, oggi è arrivata al 7,3 per cento, si ritiene che siano andati perduti quasi 22mila chilometri quadrati del nostro territorio. Le percentuali più elevate di perdita del suolo si registrano in Lombardia e in Veneto (oltre il 10 per cento) e in Emilia Romagna, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia con valori compresi tra l’8 e il 10 per cento.
Il suolo, è bene ricordarlo, è una risorsa naturale limitata, non rinnovabile. Quando lo avremo ricoperto di asfalto, strade e infrastrutture sarà troppo tardi e i danni all’acqua, all’aria, agli animali e, ovviamente a noi, saranno irreversibili, e il grigio avrà sostituito il verde.
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