
La Nascetta è l’unico vitigno bianco autoctono delle Langhe, ma era stato abbandonato nel dopoguerra perché coltivarlo non è facile. Ora c’è chi ci sta riprovando, con successo.
Secondo uno studio statunitense, il consumo di alcuni cibi specifici ridurrebbe il rischio di mortalità, grazie al contenuto di flavonoidi.
L’aumento dell’assunzione di alcuni alimenti e bevande ricchi di flavonoidi quali mirtilli, vino rosso, peperoni e tè può contribuire ad abbassare il rischio di mortalità precoce: è la conclusione a cui è giunto lo studio osservazionale statunitense “Change in habitual intakes of flavonoid-rich foods and mortality in US males and females” pubblicato sulla rivista americana Bmc Medical Education.
La ricerca, che annovera tra gli autori anche Walter Willett, epidemiologo della Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston, è stato effettuato monitorando 55.786 femmine tra i 30 e i 55 anni e 29.800 maschi tra i 40 e i 75 anni senza malattie croniche. Sono state valutate le associazioni tra il rischio di mortalità e il cambiamento in 8 anni nell’assunzione di singoli alimenti molto ricchi di flavonoidi (mirtilli, vino rosso, peperoni, tè, mele, arance, pompelmi e fragole), ma anche di una quota globale di alimenti contenenti flavonoidi misurata con un punteggio chiamato “flavodiet”.
Secondo i risultati ottenuti, per alimenti specifici come mirtilli, vino rosso e peperoni, è stato osservato un rischio di mortalità per tutte le cause inferiore rispettivamente del 5 per cento, 4 per cento e 9 per cento con 3,5 porzioni a settimana (una porzione corrisponde a 80 g circa di mirtilli, circa 140 ml di vino e 2 anelli di peperoni); mentre per il tè è stato osservato un rischio di mortalità inferiore del 3 per cento con 7 porzioni (circa 240 ml per porzione) a settimana. Per contro non si sono osservati effetti altrettanto positivi con altri alimenti ricchi in polifenoli quali mele e agrumi.
Per quanto riguarda il punteggio “flavodiet”, invece, si è dimostrato che un aumento di tre porzioni al giorno nell’assunzione di vari alimenti ricchi di flavonoidi comporta una riduzione del rischio di mortalità correlata a malattie cardiovascolari, respiratorie e neurologiche pari all‘8 per cento.
I flavonoidi sono la classe di polifenoli più abbondante e più studiata, un gruppo di sostanze fitochimiche che hanno importanti effetti biologici sull’organismo tra cui un’azione antiossidante, un’azione antinfiammatoria e una protettiva dei capillari e del microcircolo. Sebbene quasi tutti gli alimenti a base vegetale contengano flavonoidi, alcuni ne contengono in concentrazioni straordinariamente elevate: questi sono tè, mele, frutti di bosco, agrumi, cioccolato fondente e vino rosso, quest’ultimo da sempre compreso nella dieta mediterranea con il consumo moderato di un bicchiere al giorno.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
La Nascetta è l’unico vitigno bianco autoctono delle Langhe, ma era stato abbandonato nel dopoguerra perché coltivarlo non è facile. Ora c’è chi ci sta riprovando, con successo.
Uno studio ha evidenziato un’associazione tra un maggiore consumo di yogurt e tassi più bassi di cancro al colon prossimale.
L’aderenza alla dieta mediterranea è stata associata dai ricercatori a una salute cerebrale ottimale, con una migliore integrità della sostanza bianca, riduzione dell’infiammazione e dello stress ossidativo.
In Italia lo spreco di cibo è cresciuto, basterebbe però che ognuno di noi lo tagliasse di 50 grammi ogni anno per raggiungere l’obiettivo dell’Agenda 2030.
Dalla crema di ceci e bergamotto al burger di fagioli neri, ecco 5 idee per portare in tavola i legumi, buoni per noi e per il Pianeta.
Nonostante le varie forme di greenwashing, il mercato del bio in Italia resiste e cresce. I dati del Rapporto Bio Bank 2024.
Il giudice ha dato ragione a Greenpeace: entro il 2030 i Paesi Bassi dovranno abbassare i livelli di azoto in metà delle aree interessate dall’inquinamento.
Più frutta e verdura, meno salumi e dolci. E poi più tempo lento in cucina. Le tendenze sui consumi alimentari per il 2025 secondo il Rapporto Coop.
L’associazione è stata osservata in uno studio statunitense. Consumando molta carne rossa processata il rischio di demenza aumenta del 13 per cento, il declino cognitivo soggettivo del 14 per cento.