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Come difendersi dai cibi transgenici
Gli OGM sono diffusi nel mondo. Miliardi di piante transgeniche sono state piantate e coltivate, dal ’96 a oggi. Piante che spargono polline transgenico anche a distanza di chilometri. Negli USA molti cibi sono transgenici, e si registrano episodi di contaminazione (accidentale o no) di raccolti e di prodotti alimentari in ogni parte del mondo.
Gli OGM sono diffusi nel mondo. Miliardi di piante transgeniche
sono state piantate e coltivate, dal ’96 a oggi. Piante che
spargono polline transgenico anche a distanza di chilometri. Negli
USA molti cibi sono transgenici, e si registrano episodi di
contaminazione (accidentale o no) di raccolti e di prodotti
alimentari in ogni parte del mondo. Soia e mais, a livello
mondiale, sono compromessi, forse irrecuperabili.
A febbraio, in Italia, il Codacons ha denunciato che ci sono
alimenti delle nostre tavole inquinati da OGM, e le analisi di
laboratorio hanno dimostrato che circa il 12% delle confezioni di
prodotti di largo consumo contiene ingredienti transgenici o
tracce, alcuni senza nemmeno riportarne l’indicazione
sull’etichetta. Tra gli altri, è stata scoperta fuorilegge
una nota marca di cioccolato bianco…
Come difendersi? I cibi OGM possono essere allergenici, non sono
sicuri, danneggiano l’ambiente, minacciano le nostre colture
tradizionali, i nostri piatti tipici. Ecco una lista della spesa
davvero speciale: quella degli OGM nascosti negli alimenti. Scopri
con noi cosa NON mettere nel carrello!
- Diffidare della soia. Gran parte della soia in
commercio, della farina di soia e della lecitina… è
transgenica. Questo preziosissimo legume così ricco di
elementi essenziali per la nostra nutrizione è difficilmente
reperibile non OGM. C’è qualche dubbio perfino su quella
“bio”: l’AIAB due anni fa ha deciso una “moratoria” nella
certificazione bio della soia tanto era difficile trovare sementi
non contaminate… - Attenzione anche al mais. In qualunque forma: non solo
quello fresco, dolce, delle scatolette, ma anche il popcorn
(massima allerta per il popcorn in scatola da mettere nel
microonde: proviene proprio dagli USA!), l’amido di mais usato per
i dolci e… lo sciroppo di glucosio! Anche quest’onnipresente
dolcificante (si trova in bibite, dolci, gelati, caramelle)
può essere prodotto a partire da mais che, se non
specificato altrimenti, potrebbe essere OGM. Anche la “vitamina C”
isolata, aggiunta negli integratori o negli altri alimenti
“vitaminizzati”, può provenire dal mais.
La Gran Bretagna ha autorizzato la settimana scorsa la
commercializzazione di mais transgenico. Ma quando uno Stato membro
dell’Unione Europea decide una cosa simile, dopo un certo periodo
l’autorizzazione diventa comune a tutta Europa. Ciò
significa che stiamo per aprire le porte anche al popcorn di
Frankenstein… - Oli, grassi e margarine. Cos’è la “colza”? E’ una
della colture di transgenico più estese. Ma chi l’ha mai
vista? Dalla piantina, che fa un bel fiore giallo, si estrae un
“olio vegetale” di basso costo impiegato a tonnellate dalle aziende
alimentari.
Quindi, attenzione agli “oli vegetali”, “grassi vegetali
idrogenati” (si trovano ovunque, dal cioccolato ai prodotti da
forno). A volte sono indice anche di scarsa qualità del
prodotto, spesso nascondono olio di colza o oli vegetali di origine
non sicura. - Leggere con attenzione le scritte in piccolo delle
etichette. Possiamo già leggere sulla confezione dei
biscotti alla soia, tra le micro-righine degli ingredienti, “farina
di soia prodotta a partire da soia geneticamente modificata”. Ci
vuole l’occhio di falco, perché siamo riusciti a individuare
perfino un vasetto – già di per sé piccolino – di
condimento per “spaghettini” l’ingrediente “idrolizzato di proteine
vegetali (geneticamente modificate)”… Per legge, se un alimento
contiene più dello 0,9% di OGM (una soglia minima di
contaminazione “accidentale”, reputata quasi inevitabile), deve
indicarlo in etichetta. Altrimenti, scatta la denuncia (penale) per
frode in commercio, e il ritiro dal commercio di tutti gli stock di
quel prodotto. - Prestare attenzione anche… alle scritte grandi. Alcune
grandi marche italiane hanno scelto di garantire l’assenza di
ingredienti OGM, e lo sbandierano con orgoglio, mettendo delle
scritte in grande o dei loghi sulle confezioni. Una marca di pasta
esibisce un bel bollino verde, un produttore di pandori e panettoni
scrive “100% senza organismi geneticamente modificati”, una nota
azienda di verdure in lattina garantisce per il suo mais, etc.
Quando un produttore esibisce volontariamente questa garanzia,
mette in gioco il proprio marchio, la credibilità e il buon
nome industriale e qualitativo. - Carne, latte, uova: rischio mangimi.Purtroppo gran parte
della soia che giunge nei nostri porti destinata alla zootecnia
è transgenica, così come la colza, usata praticamente
solo come foraggio. Ciò significa che latte, carne e forse
uova possono provenire da animali nutriti a transgenico. Tuttavia
non solo nel settore del biologico molti allevatori, o d’accordo o
per imposizione con molti supermarket, stanno cercando di proporre
“filiere controllate” senza mangimi OGM, e a volte lo scrivono
sulla confezione. - Scegliere il biologico. I prodotti bio non hanno OGM, lo
proibiscono le norme internazionali e i disciplinari di produzione
dei singoli enti. Hanno filiere produttive separate e controllate,
e ai controlli pubblici di routine si affiancano quelli privati
degli enti certificatori, sui campi, sul processo produttivo, sui
(pochissimi) additivi consentiti e, in laboratorio, sul prodotto
finito. - Non farsi prendere dal panico. Non ci sono pomodori
transgenici al supermercato… Le fragole col gene del pesce
artico esistono solo in qualche laboratorio, e il grano OGM
comincia solo oggi il suo iter autorizzativo in USA, e
probabilmente lo respingeremo alle frontiere (almeno la pasta!…).
Sono ancora relativamente poche le specie vegetali
transgeniche.
Gli ingredienti base della nostra cucina, la pasta appunto, il
pane, il riso, gli ortaggi, l’olio extravergine d’oliva, sono
ancora certamente, genuinamente, tradizionalmente, sacrosantamente
OGM-free.
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