A tre settimane dal primo passaggio sulla terraferma, il ciclone Freddy ha colpito di nuovo l’Africa australe, provocando centinaia di vittime.
Aggiornamento 16 marzo ore 6:30 – Il bilancio del passaggio del ciclone Freddy si è ulteriormente aggravato. Le autorità delle due nazioni colpite, Malawi e Mozambico, hanno fatto sapere che le vittime sono rispettivamente 225 e 63, per un totale di 288 morti.
Sono più di 200 le vittime del passaggio del ciclone Freddy, che si è abbattuto su Malawi e Mozambico e che è il più longevo mai registrato, essendo rimasto attivo per più di un mese. Il fenomeno ha seguito una traiettoria “ad anello” che raramente viene osservata dai meteorologi. Così, ha toccato terra per la seconda volta in Mozambico, nel corso del fine settimana, per poi dirigersi a partire da lunedì verso Sud, in direzione del vicino Malawi.
Il presidente malawiano Chakwera: “Un paese devastato”
Le autorità di Maputo hanno parlato di 20 morti e 24 feriti, ai quali si aggiungono le 225 vittime e più di 500 feriti registrate sul territorio del Malawi. Sono inoltre ancora 37 i dispersi, secondo quanto indicato da un comunicato dall’Ufficio nazionale per la gestione delle catastrofi.
Il presidente malawiano Lazarus Chakwera, di ritorno da un viaggio in Qatar, ha affermato di essere “rientrato in una nazione devastata”. Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza nella regione di Blantyre, capitale economica del Paese ed epicentro delle intemperie. Sono infatti quasi 20mila le persone che hanno perso le loro abitazioni. Molti di loro si sono rifugiati in ripari di fortuna o nelle scuole e chiese presenti nella zona.
Il ciclone Freddy il più longevo della storia, con 36 giorni di attività
Al contempo, l’ospedale della regione è “sovraccarico per via del numero di feriti in arrivo. Il Queen Elizabeth Central hospital ha ricevuto 220 persone, tra le quali 42 adulti e 43 bambini già deceduti”, ha spiegato in un comunicato l’organizzazione non governativa Medici senza frontiere, presente sul posto. La stessa ong teme le conseguenze sanitarie della catastrofe, a partire da una possibile diffusione del colera.
Il ciclone Freddie si è formato al largo dell’Australia all’inizio di febbraio e a percorso l’oceano indiano per 36 giorni. Il secondo ciclone tropicale più longevo della storia, John, risaliva al 1994 e durò 31 giorni. Dopo aver toccato terra una prima volta in Africa australe alla fine del mese, ha iniziato un lungo percorso nell’oceano, di più di 10mila chilometri, prima di tornare sulla terraferma. In questo modo ha riacquistato potenza, grazie alla temperatura e all’umidità del mare, raggiungendo venti particolarmente sostenuti e raffiche a 200 chilometri orari.
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