I vigili del fuoco sono al lavoro per domare una quarantina dei 165 incendi divampati in Cile a inizio febbraio. 112 le vittime accertate.
- Sono 165 gli incendi attivi in Cile nella mattinata di lunedì 5 febbraio.
- Il bilancio provvisorio è di 112 morti; centinaia di persone sono disperse.
- Il presidente Gabriel Boric ha dichiarato lo stato di emergenza.
“Il vento era terribile, il caldo torrido. Non c’era tregua. La gente si è dispersa ovunque”. Sono le parole di Pedro Quezada, un costruttore locale della regione cilena di Valparaíso. Le pronuncia mentre è in piedi in mezzo alle macerie della sua casa, rasa al suolo da uno dei 165 incendi attivi in Cile nella mattina di lunedì 5 febbraio. I dati sono del Servizio nazionale cileno di prevenzione e risposta ai disastri, Senapred. Sono 112 i morti accertati finora, ma il bilancio – fanno sapere le autorità – potrebbe aggravarsi, visto che centinaia di persone sono ancora disperse.
Vigili del fuoco al lavoro per domare i 165 incendi attivi in Cile
Era venerdì 2 febbraio quando gli incendi in Cile hanno iniziato a rafforzarsi, per poi dilagare nel corso del weekend. Impressionanti le riprese dall’alto di edifici e veicoli ridotti in cenere, con le persone che frugano tra ciò che resta delle proprie case. Sui 165 incendi attivi il 5 febbraio, 102 sono sotto controllo, fa sapere alla Cnn il direttore di Senapred Álvaro Hormazábal. I vigili del fuoco stanno ancora cercando di domarne altri quaranta, mentre i rimanenti sono sotto osservazione.
Intanto il fumo avvolge Valparaíso e Viña del Mar, note località turistiche costiere che, complessivamente, superano il milione di residenti. I residenti delle regioni centrali del paese hanno ricevuto l’ordine di lasciare le loro case. Ingenti, per quanto ancora difficili da stimare, anche i danni economici. Il ministro delle Finance Mario Marcel ha parlato di “centinaia di milioni di dollari” nella regione di Valparaíso.
Gabriel Boric dichiara lo stato di emergenza
Il presidente Gabriel Boric ha dichiarato lo stato di emergenza e il lutto nazionale nelle giornate di lunedì 5 e martedì 6 febbraio. Attraverso un messaggio trasmesso in televisione sabato 3 febbraio, ha fatto sapere che il ministero della Difesa avrebbe inviato ancora più unità militari nelle zone colpite dai roghi, mettendo a disposizione tutte le risorse necessarie.
Bisogna tornare indietro fino al 2010 per rintracciare un altro disastro naturale che in Cile abbia provocato un bilancio così grave: all’epoca, il terremoto al largo della costa del Maule aveva causato oltre cinquecento decessi. Nel 2023, sempre favoriti da un’ondata di caldo estremo, gli incendi nel paese avevano coinvolto oltre 4mila chilometri quadrati, con 27 morti.
La crisi climatica rende gli incendi sempre più distruttivi
Anche la Colombia nelle scorse settimane ha dovuto lottare contro centinaia di incendi: per la precisione, il Dipartimento nazionale antincendio ne ha registrati 508 nei primi ventitré giorni di gennaio 2024, cioè il 65,4 per cento in più rispetto all’anno precedente. In entrambi i paesi questa è tradizionalmente la stagione degli incendi, ma quest’anno la loro violenza e intensità è ben superiore alla norma. Le temperature torride e la siccità, favorite da El Niño, fanno sì che le fiamme si propaghino più facilmente.
Il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep), attraverso uno studio pubblicato nel 2022, ha spiegato come esista una relazione di reciproca influenza tra cambiamenti climatici e incendi: i primi creano le condizioni meteorologiche ideali per il dilagare delle fiamme, mentre i secondi distruggono foreste e torbiere, rilasciando così CO2 in atmosfera. A livello globale si stima che il numero di incendi estremi sia destinato ad aumentare del 14 per cento già entro la fine del decennio, del 30 per cento entro la fine del 2050 e del 50 per cento entro la fine del secolo.
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