Un giornalista attivista è morto dopo la caduta dal ponte di una casa su un albero durante lo sgombero della polizia secondo gli ambientalisti, le forze dell’ordine negano.
Una piccola comunità blocca l’espansione di una grande miniera di carbone, in Cile
Centocinquanta abitanti supportati da organizzazioni internazionali sono riusciti a impedire l’ampliamento di una delle più grandi miniere a cielo aperto del Cile.
La piccola comunità nativa cilena Kawésqar, si è opposta all’espansione di una miniera di carbone a cielo aperto situata sull’isola di Riesco, nel sud del Cile, ed ha vinto. Gli abitanti, supportati da Break Free 2017, un movimento che chiede la messa al bando dei combustibili fossili, si sono opposti al saccheggio alle risorse naturali dell’isola che, nelle acque circostanti, ospita diverse specie animali tra cui megattere, delfini, elefanti marini e pinguini oltre a 24 specie di mammiferi terrestri e 136 di uccelli.
In Cile un paradiso naturale deturpato dall’estrazione di carbone bituminoso
L’isola di Riesco ha una superficie di 5 mila chilometri quadrati e i 150 abitanti vivono e lavorano in circa 30 fattorie dedite soprattutto all’allevamento di pecore. Un terzo del territorio dell’isola fa parte della Riserva Nazionale di Alacalufes, 2,6 milioni di ettari di natura selvaggia, una delle più grandi del Cile. La “mina Invierno” come viene chiamata è la più grande miniera di carbone a cielo aperto del Paese dove si estrae carbone sub-bituminoso, un combustibile che ha una resa energetica molto bassa ma un alto contenuto inquinante essendo ricco di metalli pesanti che, una volta bruciati, si liberano nell’aria. Il carbone estratto nell’isola viene commercializzato in altre aree del Cile in Cina, India, Brasile e in altri Paesi.
Il contributo della comunità internazionale ai Kawésqar
La miniera di Riesco ha avuto un impatto enorme sul territorio e sulle popolazioni locali. Per aprirla sono stati tagliati 400 ettari di boschi, è stato prosciugato un lago e modificato il sistema idrico dell’area; come se non bastasse sono state create tre diverse discariche, ognuna alta 60 metri. Tutto questo, insieme alla presenza sul territorio di altre miniere, ha causato l’inquinamento dei terreni dell’area e ha generato forti impatti sui fiumi Cañadón e Chorrillo Los Coipos lungo le cui rive si riversavano enormi pezzi di carbone persi dalle lavorazioni e dalle navi che trasportano il combustibile.
Di fronte a questo disastro, la comunità nativa dei Kawésqar ha sempre lottato fino a quanto 6-7 anni fa si è avvicinata a Greenpeace e l’anno scorso, il 21 marzo, si è unita al movimento Break Free portando avanti un’azione pubblica verso la miniera.
Le nuove generazioni e una rinnovata sensibilità ambientale
Determinante per l’azione contro la miniera è stato il ruolo delle nuove generazioni. Nonostante la comunità abbia perso alcuni dei modi di vita tradizionali, i giovani hanno maturato una nuova consapevolezza rispetto alla cura del territorio, unico modo per garantire la sopravvivenza della loro comunità e della loro cultura. Accanto alla popolazione, il movimento Break Free ha sostenuto la loro protesta attirando l’attenzione dei media così da dare ulteriore forza ai Kawésqar.
La visibilità ottenuta e il successo della protesta è stata di ispirazione ad altre comunità che hanno acquisito consapevolezza riguardo agli effetti di vecchie miniere e coraggio nel presentare le proprie posizioni nei confronti di nuovi progetti minerari legati al carbone.
Il Cile, un Paese sempre più legato alle rinnovabili
Grazie anche all’esperienza dei cittadini di Riesco e di molte altre comunità che ne hanno seguito l’esempio, oggi molti cileni hanno chiari gli effetti negativi sull’ambiente e la vita delle persone generati dell’utilizzo di fonti fossili. La sensibilità contro i progetti legati al carbone è sempre maggiore, in Cile tra l’altro, le energie rinnovabili hanno vissuto una crescita eccezionale. Il Paese ha raggiunto diversi record legati al solare, un esempio la centrale solare Atacama 1, una da 210 megawatt in grado di fornire energia pulita 24 ore su 24 alimentando mila case l’anno. Qui il Governo e l’Associazione dei produttori di energia elettrica hanno stabilito di non costruire nessuna nuova centrale a carbone se non dotata di sistemi di cattura e stoccaggio del carbonio di ultima generazione. Con la vittoria degli abitanti di Riesco, il Cile fa un altro passo in avanti per cancellare il carbone come fonte di energia.
powered by Behind Energy
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Felici, ma non troppo. Le reazioni e i commenti alla scelta dell’Italia di chiudere con il carbone – il combustibile fossile più sporco del mondo – entro il 2025. Insieme a un’alleanza guidata da Canada e Regno Unito.
La più grande banca europea, Hsbc, ha promesso di orientare verso gli investimenti sostenibile 100 miliardi di dollari entro il 2025.
Il solare sta diventando il concorrente più spietato per il nucleare. Entro il 2017 la potenza fotovoltaica potrebbe superare i 390 GW e pareggiare quella nucleare.
Nero come il carbone. Mai detto è stato più azzeccato per descrivere il futuro del combustibile fossile in India che taglia il 9 per cento della sua produzione: non conviene più.
L’India ha tagliato i suoi progetti di investimento in grandi centrali elettriche a carbone per puntare sul solare che oggi è diventato più conveniente.
Rinnovabili, efficienza energetica e mobilità elettrica stanno decretando l’inesorabile declino dell’industria fossile, un’analisi di Bloomberg New Energy Finance.
Il carbone è a fine corsa. Oggi è più conveniente investire nel solare che nel carbone e il numero di occupati nel settore fotovoltaico è in continua ascesa.
La vecchia miniera di carbone che si trova nella Renania Settentrionale-Vestfalia in Germania potrebbe presto diventare un enorme centrale idroelettrica da 200 MW di potenza. L’idea è quella di trasformare la miniera in un bacino idrico capace di funzionare come una batteria gigante e di poter in questo modo fornire energia per almeno 400mila famiglie.