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5 tra i posti più belli al mondo sono minacciati dal turismo
Il turismo di massa è una minaccia per le bellezze naturali e gli ecosistemi. I governi in giro per il mondo stanno contingentando le visite per tutelare il territorio.
Nelle ultime settimane le autorità tailandesi e filippine hanno richiamato l’attenzione su come il turismo stia minacciando i loro paradisi naturali, giungendo alla decisione di chiudere ai visitatori le destinazioni turistiche più popolari per dare un periodo di “respiro” agli ecosistemi.
È il caso di Maya Bay in Tailandia, dove il governo ha imposto una pausa forzata dagli escursionisti che incessantemente vanno in visita da quando nel 2000 è stato ambientato il film The Beach con Leonardo DiCaprio, mentre il presidente filippino Rodrigo Duterte ha annunciato la chiusura per sei mesi dell’isola di Boracay essendo diventata, secondo le sue parole, una “cesspool” (fossa biologica) sovraffollata.
Ma questi non sono gli unici casi. Diverse città europee, tra cui Venezia e Dubrovnik, si stanno interrogando sul sovraffollamento dei turisti, così come l’isola di Skye in Scozia.
Cinque casi interessanti di gestione del turismo:
Maya Bay in Tailandia
A marzo, le autorità tailandesi hanno annunciato la chiusura della famosa Maya Bay per quattro mesi, da giugno a settembre, per consentirgli una breve tregua. La baia – con acque trasparenti, sabbie bianche e rocce calcaree – è diventata famosa grazie al film The Beach, con Leonardo DiCaprio. Da allora ogni giorno 4-5.000 visitatori si riversano sulle sue spiagge.
Secondo gli esperti il 77 per cento dei coralli di Maya Bay è a serio rischio, soprattutto a causa dei danni causati dalle ancore delle barche e la breve pausa non può risolvere il problema. Ma non tutto è perduto. Secondo il ricercatore marino di Bangkok Thon Thamrongnawasawat c’è ancora possibilità di recuperare la situazione. “Se pensassimo fosse troppo tardi, non faremmo nulla”, ha detto l’esperto alla BBC. “Abbiamo chiuso l’isola di Koh Yoong, tre anni fa, e i coralli sono tornati a crescere, useremo la stessa pratica a Maya Bay e proveremo anche a trapiantare alcuni coralli”.
Quando Maya Beach riaprirà avrà un limite giornaliero di 2mila turisti e le barche non potranno attraversare e tanto meno ancorare nella zona di acqua bassa. Anche il prossimo anno la baia verrà chiusa per 4 mesi.
Nel 2011 la Tailandia ha chiuso dozzine di siti che erano meta di immersioni per turisti e Koh Yoong, nella catena di isole Phi Phi e Koh Tachai, nel Parco nazionale delle Isole Similan, sono stati vietati ai visitatori da metà 2016.
Per un paese come la Tailandia che origina il 22 per cento del suo pil dal turismo non è facile trovare un equilibrio tra la pressione degli operatori turistici e la necessità di dare tregua alla natura.
Cinque Terre in Liguria
I cinque pittoreschi borghi liguri da sempre sono meta per i turisti. L’area, che conta circa 5mila residenti, è diventata parco nazionale nel 1999 e ogni anno registra oltre due milioni di turisti.
Le Cinque Terre sono ambite dai viaggiatori che amano fare escursioni sui sentieri panoramici che collegano le città e i vigneti terrazzati. Nel corso degli anni, i sentieri hanno subito gli effetti dell’usura e dell’erosione delle coste. L’itinerario tra Riomaggiore e Manarola è chiuso da settembre 2012, dopo che un gruppo di turisti australiani è rimasto ferito in una frana. Da anni si parla di imporre un limite al numero di visitatori, ma per il momento sono solo parole.
La tecnologia però è un buon supporto per la gestione dei flussi turistici. Le autorità del parco stanno testando una app che i turisti potrebbero scaricare per vedere in tempo reale il numero di persone sui percorsi. Quando nella app appare un segnale rosso di attenzione significa che il percorso è sovraffollato e i visitatori possono decidere se unirsi alla folla o meno. In futuro si potrebbero sperimentare le liste di attesa virtuali.
Machu Picchu in Perù
L’antica cittadella Inca di Machu Picchu, in Perù, è sicuramente uno dei posti da non perdere. Il suo famoso Inca Trail permette ai visitatori di raggiungere la vetta attraverso paesaggi andini e foreste pluviali, un’esperienza unica e memorabile.
Purtroppo operatori turistici abusivi e un eccesso di turisti hanno danneggiato i percorsi, prodotto accumuli di rifiuti e campeggi incontrollati. Il sito è noto per superare il limite massimo raccomandato dall’Unesco di 2.500 visitatori al giorno.
Nel 2005, il governo peruviano ha posto un limite stagionale al numero di persone autorizzate a percorrere il sentiero. Inoltre, ogni febbraio il percorso viene chiuso per permettere le operazioni di pulizia e manutenzione. I turisti si sono adattati prenotando in anticipo e le compagnie turistiche devono rispettare i regolamenti per mantenere i permessi assegnati.
Nonostante ciò i visitatori continuano a invadere Machu Picchu, arrivando prevalentemente via strada sebbene lo scorso anno le autorità abbiano introdotto un nuovo sistema che prevede l’acquisto di un biglietto con il permesso di accesso, nel tentativo di controllare i numeri.
Jeju Island nella Corea del Sud
La rotta di volo più trafficata del mondo? Nel 2017 è stata tra Seul, Capitale della Corea del Sud, e l’isola di Jeju, a 90 chilometri dalla terra ferma. Jeju, nota anche come “Isola degli Dei”, è un piccolo angolo di paradiso. I turisti arrivano per ammirare i paesaggi vulcanici, le pittoresche cascate e il parco di divertimenti erotico “Loveland”, popolare tra gli sposi in luna di miele, ma frequentato anche dalle famiglie.
Nel 2017, quasi 65mila voli sono sono stati registrati con una media di 180 al giorno. Ogni anno, circa 15 milioni di turisti visitano l’isola, un numero spropositato per un’area di poco meno di 2mila chilometri quadrati. Oggi l’ambiente dell’isola, un tempo incontaminato, è seriamente danneggiato e i molti visitatori che arrivano con le navi da crociera restano poche ore e non contribuiscono all’economia locale.
Il governo non sembra essere intenzionato ad affrontare il problema, al contrario pensa di realizzare un altro aeroporto che possa triplicare il numero annuale di turisti e arrivare a 45 milioni entro il 2035.
[vimeo url=”https://vimeo.com/102001008″]Video Cano Cristales[/vimeo]
Caño Cristales in Colombia
Caño Cristales, in Colombia, è un sito surreale. Un fiume che sembra avere un intero spettro di colori grazie alle piante acquatiche e ai giochi di luce, si passa dal rosso al rosa, dal verde lime al giallo. La gente del posto lo chiama arcobaleno liquido.
Il sito è stato il cuore del territorio occupato dai guerriglieri della Farc e il turismo – sia straniero sia nazionale – era praticamente inesistente. Negli ultimi anni, dopo la firma dell’accordo di pace del 2016, i visitatori hanno iniziato ad avventurarsi nelle profondità interne del paese per vedere questo spettacolo della natura.
Oggi Caño Cristales, che non vede certo un numero di turisti paragonabile a quello di altre mete turistiche, ha comunque il compito di bilanciare un afflusso senza precedenti con un ecosistema estremamente delicato.
Per fortuna, nonostante Caño Cristales sia una destinazione emergente, le autorità hanno iniziato con il giusto approccio, definendo una serie di regole: niente bottiglie di plastica, niente crema solare o repellente per insetti nell’acqua, niente nuoto in certe zone, niente sigarette, niente cibo per i pesci. All’arrivo, i visitatori partecipano a un briefing per accertarsi che tutto ciò sia assolutamente
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