L’albero potrebbe avere fino a mille anni, ma è stato scoperto solo dal 2009, dopo la segnalazione di una band della zona, che ora gli dedicherà un brano.
Dare una mano al pianeta con la citizen science, mentre si fa sport: la ricetta della startup OutBe
OutBe è la startup che aiuta le aziende a consolidare la loro reputazione in fatto di sostenibilità grazie ad azioni di citizen science.
Immaginate un bosco, un fiume, una montagna o un tratto costiero che vi sta a cuore: per essere in grado di conoscerne esigenze, criticità e stato di salute è necessario fare un lavoro di raccolta dati piuttosto capillare. La tutela della natura, infatti, comincia dalla conoscenza. Ma gli scienziati sono troppo pochi rispetto all’immensità dell’ambiente in cui viviamo. La startup innovativa OutBe è nata proprio da questa esigenza: mappare la natura in maniera capillare grazie al contributo di chiunque, cittadini, amanti della natura e dell’outdoor oltre che scienziati.
OutBe, la startup che si basa sulla citizen science
Sotto il cappello di citizen science rientrano queste attività di monitoraggio della costa, della biodiversità, della quantità di rifiuti presenti in un dato territorio. OutBe funziona sia come un collettore, che come un ente di divulgazione: è infatti il primo ecosistema che sostiene le connessioni tra popolazione locale, scienziati e aziende, con l’obiettivo sia di aiutare questi soggetti a vivere bene, sia di comprendere meglio la natura e l’oceano. Affiliandosi a OutBe le aziende possono contare su servizi di formazione, gestione di eventi di citizen science, monitoraggio e storytelling.
Esiste infatti la possibilità di realizzare workshop in azienda e programmi di formazione online su sport, outdoor ed ecologia per arrivare poi alla messa a terra di interventi sul territorio: il momento cioè in cui i dipendenti vengono invitati a uscire nella natura per compiere semplici attività alla portata di tutti e contestualmente l’azienda è in grado di sostenere progetti e azioni con un reale impatto positivo. Impatto sociale e ambientale che viene misurato da OutBe attraverso metriche pronte da inserire poi nei report di sostenibilità. L’obiettivo è anche quello di condividere le azioni delle aziende per ispirare all’azione: la società offre quindi anche un supporto in termini di storytelling e di racconto delle attività intraprese. “OutBe porta a casa partnership strategiche, chiarezza, ma soprattutto calore umano. Belle persone che portano le loro abilità su un tavolo condiviso”, racconta Luca Tixi, Ceo e co-founder insieme ad Arianna Liconti.
Monitorare la natura mentre si fa sport
I punti chiave dell’attività di OutBe sono quindi l’impatto sociale e il benessere delle persone. Le attività di citizen science promosse dalla startup sono utili sia ai fini di una maggiore conservazione ambientale, sia nell’avvicinare le persone agli sport a contatto con la natura: trekking, ma anche kayaking, sup o snorkeling. L’obiettivo è far sì che, mentre i dipendenti svolgono queste attività, si impegnino anche in quella che propriamente viene definita citizen science.
Le attività in acqua come il kayak o il sup sono un ottimo modo per unire allo sport anche il monitoraggio dei rifiuti plastici presenti in mare, che possono anche essere agevolmente raccolti, mentre lo snorkeling è utilissimo per monitorare la biodiversità marina grazie a semplici protocolli alla portata di tutti. Un’applicazione come iNaturalist può essere utilizzata durante i percorsi di trekking per mappare la biodiversità di una zona circoscritta con il solo aiuto del telefono. “Ho visto la cosa più importante: la gioia negli occhi delle persone, il piacere di stare insieme nella natura, la cooperazione. Ho visto anche che i messaggi che volevamo condividere funzionavano grazie al loro percorso di fiducia reciproca nel credere l’uno nell’altro”, incalza Tixi.
Benefici per le aziende
Per le imprese, entrare a far parte del networking di OutBe e affidarsi ai servizi di citizen science significa portare avanti attività in linea con alcuni degli Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sottoscritta dalle Nazioni Unite, avendo così maggiore accesso al credito e garantendosi una migliore reputazione rispetto ai competitor.
OutBe fa parte di LifeGate Way, l’ecosistema italiano che supporta e connette startup naturalmente ecosostenibili. Ha inoltre partecipato a Cloud for Impact, un programma di accelerazione attraverso cui LifeGate Way supporta, insieme alla tech company francese OVHcloud, sei startup tech appartenenti ad ambiti molto diversi tra loro: viaggi, gestione dei rifiuti, educazione e formazione, integrazione, energia e sviluppo dei territori. Grazie al workshop Sostenibilità 10 e lode, i founder delle sei startup si sono confrontati con attori dell’ecosistema di LifeGate Way che li hanno aiutati a definire la loro visione in fatti di sostenibilità a partire dallo scopo profondo dell’attività, toccando i valori e mettendoli a terra con obiettivi e azioni concrete.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Allarme per l’anomalia climatica sulla cima della montagna più famosa e venerata del Sol Levante dopo un’estate e un ottobre caldissimi.
Il west highland white terrier è un piccolo cane dal grande carattere. Selezionato in Scozia è diventato ben presto famoso in Europa e Usa
In vista della sfida tra Kamala Harris e Donald Trump alle elezioni presidenziali Usa, ripercorriamo i grandi temi aperti in materia di clima.
Il rapporto Ecosistema urbano 2024 mostra alcuni progressi nelle città italiane, ma troppo lenti. E c’è troppo divario tra nord e sud.
Un evento meteorologico estremo ha colpito la regione di Valencia, in Spagna. Decine i dispersi. Il governo invia l’esercito nelle zone colpite.
Dalla Cop16 arriva il report sullo stato mondiale degli alberi elaborato dall’Iucn. I risultati non sono quelli che speravamo.
Il 29 ottobre 2018, le raffiche di vento della tempesta Vaia hanno raso al suolo 40 milioni di alberi in Triveneto. Una distruzione a cui si sono aggiunti gli effetti del bostrico, che però hanno trovato una comunità resiliente.
Una proposta di legge è in discussione in Francia per vietare le bottiglie di plastica di dimensioni inferiori a 50 centilitri.