Le città che rispettano i valori di polveri sottili voluti dall’Oms sono una sparuta minoranza. Le capitali più inquinate? Nuova Delhi, Dacca e N’Djamena.
Sulle 6.475 città esaminate da IQAir, solo in 222 la concentrazione media di polveri sottili (PM2.5) si mantiene entro i valori raccomandati dall’Oms. Si tratta del 3,4 per cento del totale.
Le capitali più inquinate sono Nuova Delhi (India), Dacca (Bangladesh) e N’Djamena (Ciad).
“L’inquinamento atmosferico è capace di provocare danni alla salute persino a concentrazioni più basse di quelle considerate in precedenza”. Con queste parole, a settembre 2021 l’Organizzazione mondiale della sanità presentava le sue nuove linee guida sulla qualità dell’aria, rese molto più stringenti con l’obiettivo di “salvare milioni di vite”. Per ora, però, tali parametri esistono solo sulla carta. La società svizzera IQAir ha esaminato i livelli di polveri sottili (PM2.5) in 6.475 città: appena 222, cioè uno striminzito 3,4 per cento del totale, si mantengono entro i limiti dell’Oms.
Qual è la soglia di sicurezza per il PM2.5
L’analisi si è focalizzata sulle polveri sottili, anche dette particolato atmosferico. Nello specifico sul PM2.5, cioè su quelle particelle di diametro inferiore ai 2,5 micron che riescono a raggiungere i bronchi e gli alveoli polmonari fino a entrare nella circolazione sanguigna (a differenza del PM10, più grossolano, che penetra soltanto nella parte superiore dell’apparato respiratorio). Fino a settembre 2021 l’Oms suggeriva di mantenere la concentrazione media in atmosfera entro i 10 microgrammi per metro cubo (µg/m3), un limite di sicurezza che è stato successivamente abbassato a 5 µg/m3.
“Central and South Asia had some of the world’s worst air quality and was home to 46 of the world’s 50 most polluted cities,” IQAir report says https://t.co/POhgUA2pUK
Non è un’esagerazione dire che in ben 93 città si respiri veleno, con concentrazioni di polveri sottili che superano di ben dieci volte i limiti dell’Oms. Nel complesso, soltanto il 3,4 per cento delle 6.475 città monitorate ha rispettato la soglia di sicurezza delle polveri sottili nel corso del 2021. Se l’Europa è perfettamente nella media globale, con una percentuale del 3 per cento (che corrisponde a 55 città su 1.588), le cose vanno molto peggio in Asia (4 città su 1.887) e Africa (una su 65). America Latina e Caraibi alzano la media, considerato che a mantenersi entro i livelli di guardia è il 12 per cento delle 174 città analizzate. Forse come conseguenza dell’allenamento delle misure di lockdown, l’inquinamento atmosferico negli Stati Uniti è addirittura peggiorato: la concentrazione media di PM2.5 in 2.408 città è infatti passata dai 9,6 µg/m3 del 2020 ai 10,3 del 2021.
Nuova Delhi è la capitale più inquinata del mondo
IQAir ha stilato anche la classifica del livello di polveri sottili nelle 107 capitali esaminate. A spartirsi il triste podio sono Nuova Delhi (India), Dacca (Bangladesh) e N’Djamena (Ciad), con concentrazioni medie annue di PM2.5 pari rispettivamente a 85, 78,1 e 77,6 µg/m3. I valori superano di oltre dieci volte quelli di sicurezza anche a Dušanbe (Tagikistan), Muscat (Oman) e Kathmandu (Nepal). In confronto, la situazione di Roma sembra quasi rosea, sebbene la concentrazione media annua di PM2.5 sia pari a 11,1 µg/m3, il doppio rispetto a quanto raccomandato dall’Oms; d’altra parte, come aveva già sottolineato Legambiente, tutte le città italiane capoluogo di provincia sforano questi limiti. La qualità dell’aria nella capitale italiana è paragonabile a quella delle sue omologhe europee, come Parigi (13,7 µg/m3), Berlino (12,5) e Bruxelles (11).
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