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Nzeb, città più verdi e sostenibili con gli edifici a energia quasi zero
Durante la conferenza organizzata da Labgrade alla MCE, gli esperti hanno illustrato alcune soluzioni edili per ridurre l’impatto ambientale delle città.
Secondo quanto registrato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, il 54 per cento della popolazione mondiale vive nelle aree urbane e questo dato è destinato a crescere fino al 66 per cento (pari a 2,5 miliardi di persone in più) entro il 2050. Per far fronte a questo fenomeno globale, gli esperti di edilizia propongono di intervenire direttamente sulle città abbattendo i consumi e riducendone, così, l’impatto ambientale.
Questo è quanto emerso durante la conferenza “Green Cities: nuovi modelli di sviluppo, regolamenti e soluzioni per le città e per l’edilizia”, organizzata da Labgrade, associazione no-profit che diffonde la cultura della sostenibilità in collaborazione con università e master di tutto il mondo.
A presenziare l’evento svoltosi all’interno della manifestazione MCE – Mostra Convegno Expocomfort, dedicata a impiantistica, climatizzazione e rinnovabili, sono stati alcuni esperti che hanno affrontato dei temi particolarmente salienti ai nostri tempi: il futuro delle città e del nostro Pianeta.
Si parte dall’edilizia
“Circa il 40 per cento del consumo energetico e un terzo delle emissioni di CO2 provengono dal consumo degli edifici”, è quanto si legge all’interno del progetto del gruppo di ricerca sull’efficienza negli usi finali dell’energia (eERG). L’abbattimento dei consumi e delle emissioni è dunque il punto di partenza per creare una green city. Per questo, l’Unione Europea, attraverso la direttiva 2010/31 UE, ha predisposto l’adozione di “edifici a energia quasi zero” (nearly zero energy buildings) a partire dal 2020.
Questi edifici, conosciuti come nzeb, sono costruzioni nuove o ristrutturate, private o pubbliche, che adottano soluzioni edili particolarmente efficaci in termini di risparmio energetico. Parliamo di applicazioni di prefabbricato in legno per migliorare l’involucro edilizio; utilizzo di fonti di energia rinnovabili; installazione di impianti d’acqua o ventilazione meccanica controllata in grado di erogare le giuste quantità.
In concreto, si tratterebbe non solo di abbandonare i tradizionali impianti a combustione sostituendoli con altri meno impattanti, ma anche di ridurre la domanda energetica degli edifici stessi studiandone le condizioni locali, il clima degli ambienti interni e i costi. Perché, come ha dichiarato Lorenzo Pagliano, docente e leader del gruppo di ricerca eERG presso il Politecnico di Milano, “è molto importante avere il giusto equilibrio tra fabbisogno energetico e performance”. Riducendo la richiesta energetica e, non da meno, l’impatto ambientale dell’intera rete urbana.
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