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Clash, singolo d’esordio… ed è subito “rivolta bianca”
White Riot, una rivolta bianca voluta dai Clash. Il leader del gruppo Joe Strummer, infatti, incita il popolo a prendere posizione, schierarsi e lottare dopo aver assistito nel 1976 ad alcuni scontri tra i giovani neri e la polizia durante il carnevale di Notting Hill. Presenti nell’occasione anche il bassista Paul Simonon e il manager
White Riot, una rivolta bianca voluta dai Clash. Il leader del gruppo Joe Strummer, infatti, incita il popolo a prendere posizione, schierarsi e lottare dopo aver assistito nel 1976 ad alcuni scontri tra i giovani neri e la polizia durante il carnevale di Notting Hill. Presenti nell’occasione anche il bassista Paul Simonon e il manager del gruppo Bernie Rhodes. Perché il popolo bianco non combatte? Ecco quindi che nasce White Riot, brano uscito oggi, 18 marzo 1977. Il 45 giri anticipa The Clash, album di debutto della band, che sarà pubblicato l’8 aprile dello stesso anno.
Va precisato che la “rivolta bianca” di cui parla Joe Strummer non è contrapposta a una “rivolta nera” e quindi alla base non c’è un messaggio di tipo razzista. E per confermare questa intenzione, tra l’altro, il gruppo parteciperà come headliner al concerto punk antinazista Rock Against Racism in Victoria Park (Londra) nell’aprile 1978. In tale occasione i due minuti di White Riot saranno a dir poco incendiari.
Il punk per i Clash non è una semplice attitudine, ma un vero e proprio stile di vita, un po’ come per i Sex Pistols. Eppure quest’inizio è profondamente diverso da quello di Johnny Rotten e soci: il “No Future” cantato infatti dai Sex Pistols in God Save The Queen è molto distante dalla rivolta consapevole e impegnata dei Clash. Che mettono subito le cose in chiaro, invocando una “rivolta bianca”. “White riot – I wanna riot/White riot – a riot of my own/White riot – I wanna riot/White riot – a riot of my own“…
Leonardo Follieri
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