Nel report del VII Index Future Respect tutte le ombre e le luci dei report di sostenibilità. Ma tra i migliori spicca quello realizzato per Pizzoli.
Le 10 più grandi economie globali, adesso e fra 30 anni (con qualche sorpresa)
Siamo sempre stati abituati a pensare che gli Stati occidentali fossero ai vertici delle economie globali. Con l’ascesa di Cina e India, ci siamo dovuti ricredere. E nei prossimi anni assisteremo all’ingresso di alcune inaspettate new entry. I numeri dello strapotere americano Secondo i dati della Banca mondiale, ripresi e rielaborati dal World Economic Forum, ad
Siamo sempre stati abituati a pensare che gli Stati occidentali fossero ai vertici delle economie globali. Con l’ascesa di Cina e India, ci siamo dovuti ricredere. E nei prossimi anni assisteremo all’ingresso di alcune inaspettate new entry.
I numeri dello strapotere americano
Secondo i dati della Banca mondiale, ripresi e rielaborati dal World Economic Forum, ad oggi gli Stati Uniti restano stabilmente al primo posto tra le economie globali. Il loro pil nominale è stimato in 18 mila miliardi di dollari, poco meno di un quarto dell’intero pil globale. Subito dopo arriva la Cina, a quota 11 mila miliardi di dollari, seguita (molto a distanza) dal Giappone, che rappresenta il 6 per cento dell’economia globale. A quel punto si fa largo l’Europa, con Germania (3.300 miliardi), Regno Unito (2.900 miliardi) e Francia (2.400 miliardi). Alle spalle dell’India, all’ottavo posto fa capolino l’Italia (1.800 miliardi di dollari), seguita da Brasile e Canada, che chiudono la top 10.
Gli equilibri si spostano verso il blocco asiatico
Il predominio degli Stati Uniti tra le economie globali, però, non è destinato a durare a lungo. Già nel 2016 il tasso di crescita del pil cinese si è attestato sul 6,7 per cento, poco più del 6,6 per cento dell’India. Decisamente un altro pianeta rispetto al +1,6 per cento degli Stati Uniti. Già oggi il blocco asiatico è nettamente il più consistente, rappresentando più di un terzo del pil globale, mentre il Nord America si attesta poco al di sotto del 28 per cento e l’Europa è al 21,37 per cento. E, se si considera il pil a parità di potere d’acquisto, il sorpasso della Cina sugli Usa è già avvenuto.
La classifica delle economie globali nel 2050
Ma c’è di più. Un nuovo studio di PricewaterhouseCoopers fa una proiezione al 2050 e i risultati sono sorprendenti. In termini di pil a parità di potere d’acquisto (l’indicatore per cui, è bene ricordare, gli Usa hanno già perso il loro primato), fra poco più di trent’anni gli Usa scivoleranno al terzo posto, dopo Cina e India. Al quarto posto l’Indonesia, seguita da Brasile, Russia e Messico. I salti in avanti più grandi saranno quelli di Vietnam (dalla 32ma alla 20ma posizione), Filippine (dalla 28ma alla 19ma) e Nigeria (dalla 22ma alla 14ma). A farne le spese il Vecchio Continente, con il Regno Unito al decimo posto, la Francia esclusa dalla top 10 e l’Italia addirittura tagliata fuori dalle prime 20 posizioni.
Foto in apertura © Kevin Frayer/Getty Images
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Quali strumenti possono aiutare le imprese, grandi e piccole, nella transizione ecologica? Ne parliamo con Donato Iacovone, presidente di Bip.
Il gruppo Bennet, leader nel settore di ipermercati e proximity mall, ha improntato la strategia di sostenibilità su pianeta, persone e prodotti.
La Banca mondiale rivela cifre record legate al debito estero del Sud del mondo, paragonabili a quanto chiesto per fronteggiare la crisi climatica.
“Il nostro obiettivo è sempre stato quello di trasformare un rifiuto in qualcosa di meraviglioso”. L’intervista a Matteo Longo, direttore generale di Bioforcetech.
Secondo un rapporto delle Nazioni Unite competizione e corsa alle performance colpiscono la salute mentale dei lavoratori, moltiplicano i casi di burn-out.
L’agrivoltaico permette la coesistenza di agricoltura ed energia solare. Un segmento che potrebbe rappresentare la frontiera della produzione energetica, come dimostra l’esempio di Caviro.
La gamma in arrivo sugli scaffali di Penny Market è destinata alla fascia dei 50-70enni che vogliono affrontare con serenità lo scorrere del tempo.
Acemoglu, Johnson e Robinson hanno dimostrato che le istituzioni democratiche creano prosperità e sviluppo. E sottolineato il ruolo delle colonizzazioni.