Bisogna fare molto, molto di più. E su tutti i fronti. Il bilancio dell’attuazione dell’Accordo di Parigi, a ormai otto anni dall’approvazione di quel documento al termine della ventunesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, la Cop21 del 2015, è fortemente negativo. A fornirlo l’Unfccc, la Convenzione quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici, in un rapporto pubblicato venerdì 8 settembre, intitolato “Technical dialogue of the first global stocktake” e che rappresenta una delle basi di lavoro in vista della Cop28 che si terrà a Dubai a cavallo tra novembre e dicembre.
Picco delle emissioni entro il 2025 se si vuole ancora sperare negli 1,5 gradi
Il report, che consta di 90 pagine, indica una serie di “impegni-chiave” che devono essere centrati se si vorranno centrare gli obiettivi fissati dallo stesso Accordo, ed in particolare limitare la crescita della temperatura media globale ad un massimo di 2 gradi centigradi, entro la fine del secolo, rispetto ai livelli pre industriali, ma rimanendo il più possibile vicini agli 1,5 gradi.
I urge the world to carefully study the #GlobalStocktake synthesis report.
It is a report card of our collective #climateaction. And not a good one.#COP28 is our chance to make a dramatic course correction. Let's seize that chance.
Per farlo sarà fondamentale, ad esempio, raggiungere un picco delle emissioni entro il 2025, così come sviluppare le energie rinnovabili e superare la dipendenza dalle fonti fossili, senza aspettare l’aiuto di tecnologie ad oggi in capaci di garantire l’efficacia necessaria, come nel caso dei sistemi di cattura e stoccaggio della CO2. La regione per la quale l’Unfccc insiste particolarmente sulla questione del “picco” è che le emissioni di gas ad effetto serra, nonostante gli impegni della comunità internazionale, continuano ad aumentare. Occorrerà dunque al più presto raggiungere un massimo e invertire la rotta.
“Moltiplicare gli sforzi finanziari per il clima”
Nel frattempo, CO2, metano e altre sostanze climalteranti disperse nell’atmosfera non fanno altro che continuare ad aumentare la temperatura media globale (giunta già a +1,2 gradi sopra la media del periodo pre-industriale). E con essa gli impatti dei cambiamenti climatici: dalle ondate di caldo asfissiante agli episodi di siccità, passando per gli eventi meteorologici estremi come uragani sempre più violenti e frequenti, o ancora incendi devastanti.
Implementation of the Paris Agreement on #ClimateChange must accelerate amid a rapidly closing window of opportunity.
That’s the main finding from today's Global Stocktake report.
“Esiste una finestra che si sta rapidamente chiudendo, entro la quale dobbiamo aumentare notevolmente le ambizioni dal punto di vista della lotta contro ai cambiamenti climatici, mantenendo le promesse avanzate dalla comunità internazionale”, si legge nel documento. Che suggerisce anche di moltiplicare gli sforzi finanziari, soprattutto per far sì che i paesi più vulnerabili del mondo abbiano a disposizione quanto necessario per adattarsi agli effetti della crisi climatica.
La road map: abbattere le emissioni globali di oltre il 6 per cento all’anno
L’Unfccc spiega inoltre che il raggiungimento degli obiettivi di azzeramento delle emissioni nette di CO2 – la cosiddetta net zero promessa da molti governi e aziende al 2050 – necessita di cambiamenti profondi, che non possono più aspettare, in tutti i settori.
A confermare il percorso che abbiamo di fronte è d’altra parte la matematica: per centrare l’obiettivo degli 1,5 gradi, secondo il rapporto “dovremo ridurre le emissioni globali di gas ad effetto serra del 43 per cento di cui al 2030 e del 60 per cento entro il 2035, rispetto ai livelli del 2019”. 43 per cento in sette anni equivale a più del 6 per cento all’anno. Mentre nel 2022 quelle derivanti dal settore energetico sono nuovamente aumentate, ancorché “solo” dello 0,9 per cento.
Finanza climatica, carbon credit, gender, mitigazione. La Cop29 si è chiusa risultati difficilmente catalogabili in maniera netta come positivi o negativi.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.
Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.