L’Antartide sta diventando sempre più accessibile, tanto che il turismo ha subito un incremento del 53 per cento negli ultimi quattro anni. Tra le ragioni che spingono a visitare il continente ci sono anche i cambiamenti climatici.
Clima. Il pianeta che cambia: cosa c’è da sapere sul nuovo libro del Touring
Problemi, ma anche soluzioni e strumenti. È stato presentato a Milano Clima. Il pianeta che cambia, il nuovo libro del Touring Club Italiano
232 pagine, belle foto, un racconto scientificamente molto accurato e aggiornato e allo stesso tempo scorrevole: si presenta così Clima. Il pianeta che cambia, il primo volume sull’argomento pubblicato dal Touring Club italiano, presentato il 20 ottobre 2016 a Milano nello storico palazzo di Corso Italia 10.
La presentazione è stata infatti anche l’occasione per un dibattito, moderato da Giovanni Caprara, editorialista scientifico del Corriere della Sera, su come il cambiamento climatico stia mutando anche il paesaggio, il turismo e la vita quotidiana.
Sono intervenuti, oltre al presidente di Touring Club, Franco Iseppi, anche Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico, Ermete Realacci, Presidente di Fondazione Symbola e della Commissione ambientale della Camera, Marco Lunelli, vice presidente ed enologo delle cantine Ferrari, Guido Fontanelli, capo redattore di Panorama e Michele Mauri, giornalista e coautore del volume.
Il libro
Perché il Touring ha deciso di occuparsi di clima (e perché adesso)?
Secondo Iseppi, perché in questo modo si fondono finalmente le due anime dell’associazione, quella pratica, che vive di guide e di carte, e quella educativa, che diffonde cultura dell’ambiente e del paesaggio, mettendo in primo piano il concetto di consapevolezza. E poi, perché non si può più essere neutrali: se l’uomo finora ha sfruttato il pianeta, ora deve necessariamente tutelarlo.
Clima. Il pianeta che cambia: i capitoli
Il volume, un libro fotografico di grande formato, è ricco di informazioni, ma soprattutto di proposte e di soluzioni. Il primo capitolo si intitola Il cambiamento – la presa di coscienza: con l’ausilio di foto e immagini Nasa prese da satellite mostra con che rapidità il riscaldamento globale sta impattando sui paesaggi terrestri.
Si prosegue parlando di numeri, nel secondo capitolo (Il clima), citando le basi scientifiche che, ormai, non danno più spazio al negazionismo, schiacciato dagli studi degli organismi internazionali. Il terzo capitolo, Conseguenze, ricorda invece cosa stia accadendo alla biodiversità animale e vegetale, come sta cambiando l’agricoltura, con le viti e gli olivi che per sopravvivere si “spostano” e gli insetti, soprattutto gli impollinatori (come le api), sempre più a rischio.
Tema centrale – del libro e della conferenza – è il quarto capitolo, l’Uomo – fattori sociali, economici e politici, con cui si affrontano le conseguenze del cambiamento climatico e degli eventi estremi sulle popolazioni, sulle attività umane, come il turismo, sulle città.
A parlare di migrazioni e responsabilità umane del riscaldamento globale è intervenuto anche Mario Tozzi: “Le migrazioni ci sono sempre state, sono una strategia messa in atto dagli esseri viventi quando il clima cambia. O muori, ma non è accettabile; o ti evolvi, ma per far questo ci vuole molto tempo; o scappi, che è la soluzione più ovvia. Si stima che nel 2050 ci saranno 200 milioni di migranti ambientali. E ormai non si può più “aiutarli a casa loro”, come dice qualcuno, perché la loro casa non c’è più. Tutto quello che possiamo fare è prendere atto delle ragioni per cui il clima cambia, ammettere che è colpa nostra e iniziare ad agire. Quando tutti gli Stati sono d’accordo tra loro, le cose funzionano. Basta pensare al buco nello strato di ozono: da quando si è deciso di agire dutti insieme, la situazione è migliorata nettamente”.
Il quinto capitolo, Natura – la minaccia agli equilibri ecologici, parla di specie aliene, animali e piante a rischio estinzione, meccanismi di controllo degli ecosistemi.
Cosa fare – adattarsi al mondo che verrà e Il piano d’azione – strategie globali sono due capitoli riassumibili in due parole chiave, consapevolezza e opportunità. Il primo ricorda che per affrontare il mondo del 2100, quello che sarà più caldo di oggi di 2 (ma più probabilmente di 4) gradi centigradi, bisogna prima conoscerlo, capire gli scenari, mettere a punto una strategia europea; il secondo presenta innovazioni e strumenti locali e internazionali, i trattati internazionali, le azioni messe già in atto dall’Onu o dall’Unione europea per tutelare biodiversità, paesaggio, città e borghi.
A proposito di opportunità da cogliere, di settori da potenziare e di connessioni tra cultura e turismo è intervenuto Ermete Realacci, che ha ricordato i dati dell’ultimo rapporto Symbola, secondo cui il 17 per cento della ricchezza italiana è prodotta proprio dai servizi culturali. “Penso che l’investimento sulla cultura e sulla bellezza sia una sfida da cogliere per il futuro, che attraversa tutte le sfide, dell’economia, della società, dei cambiamenti climatici”, ha detto. “Questa nostra attitudine ha radici antiche. Mi piace citare un brano della costituzione senese del 1309: ‘Chi governa deve avere a cuore massimamente la bellezza della città per cagione e diletto e allegrezza dei forestieri, per onore, prosperità e accrescimento della città e dei cittadini‘. Sono tre righe molto moderne, che mi fanno pensare per esempio alla lotta all’abusivismo edilizio, al marketing territoriale. l’onore, che è un bene che non si compra, è alla base della buona economia ed è il presupposto per la prosperità. Quando penso al ruolo della cultura oggi, penso a questo.
Per conoscenza del lettore, il volume termina con i testi integrali del protocollo di Kyoto del 1997 e dell’accordo di Parigi del 2015, da poco ratificato dalla Camera.
Un libro piacevole da sfogliare che ha l’obiettivo di ricordare al lettore non solo le responsabilità umane del cambiamento climatico, ma anche il potere dei singoli di intraprendere azioni per mitigarlo.
Clima. Il pianeta che cambia
Touring Club Italiano
38,00 euro
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