Il governo del Regno Unito ha scelto la Cop29 di Baku per annunciare il suo prossimo piano di riduzione delle emissioni di gas serra.
Chi si impegna di più per il clima
Anche se per la prima volta il risultato lascia spazio a un po’ di speranza grazie a un rallentamento della crescita globale delle emissioni di CO2, nessun paese copre le prime tre posizioni dell’edizione 2014 del Climate change performance index (Ccpi) pubblicato da Germanwatch e dal Climate change network (Can) europeo. Nessun paese, infatti, è ancora sulla strada giusta per
Anche se per la prima volta il risultato lascia spazio a un po’ di speranza grazie a un rallentamento della crescita globale delle emissioni di CO2, nessun paese copre le prime tre posizioni dell’edizione 2014 del Climate change
performance index (Ccpi) pubblicato da Germanwatch e dal Climate change network (Can) europeo. Nessun paese, infatti, è ancora sulla strada giusta per mantenere l’aumento della temperatura media al di sotto dei due gradi centigradi e prevenire gli effetti peggiori del cambiamento climatico.
I migliori secondo l’indice
L’indice è stato presentato durante i negoziati sul clima delle Nazioni Unite in corso a Varsavia, Polonia, fino al 22 novembre. I criteri su cui si basa sono cinque: emissioni di CO2 su base annua, andamento delle emissioni nel tempo, energia rinnovabile, efficienza e politiche climatiche.
Il primo paese è in realtà al quarto posto ed è occupato anche quest’anno dalla Danimarca con un buon distacco dal Regno Unito che è salito dalla decima alla quinta posizione grazie a un taglio delle emissioni del 15 per cento in cinque anni. Al sesto c’è il Portogallo che ne guadagna una.
Italia e Germania
L’Italia guadagna tre posti passando dal 21esimo al 18esimo posto soprattutto grazie al sostegno alle politiche climatiche in campo europeo e al forte sviluppo del settore delle energie rinnovabili. La Germania, invece, non è più nella prime dieci posizioni per la sua opposizione ad alcune proposte sul clima. Il governo di Angela Merkel, infatti, si è opposto alla riforma del sistema europeo di scambio delle emissioni (Eu Ets) per difendere il settore industriale noto per consumare molta energia.
Cina e Stati Uniti
I maggiori produttori di CO2 al mondo, Cina e Stati Uniti, si piazzano rispettivamente al 46esimo e al 43esimo posto. Se la crescita globale delle emissioni ha subito un rallentamento è proprio grazie alla Cina. Il rallentamento della crescita della CO2 cinese è dovuto a un tentativo concreto del governo di Pechino di ridurre la sua dipendenza dal carbone, soprattutto nel settore delle infrastrutture e dei trasporti dove il carbone è arrivato a coprire solo il 27 per cento della domanda (dal 54 per cento dello scorso anno).
Australia e Canada
Questi sono i due paesi, tra quelli industrializzati, che non sembrano volerne sapere di fare qualcosa per contribuire attivamente nella lotta al cambiamento climatico. L’Australia, già nota per la sua forte dipendenza dal carbone, ha addirittura perso sei posizioni passando dal 51esimo al 57esimo posto visto lo stallo in merito alla creazione di un mercato delle emissioni interno. Il Canada, invece, rimane immobile alla posizione numero 58 e non sembra voler alzare un dito nemmeno in futuro. Dopo il Canada solo Iran, Kazakistan e Arabia Saudita.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo alla Cop29 a Baku, ha ribadito il proprio approccio in materia di lotta ai cambiamenti climatici.
La giornata inaugurale della Cop29 segna un passo avanti sul mercato internazionale dei carbon credits. Ma senza un reale dibattito.
Durante la cerimonia di apertura della Cop29 il segretario generale delle Nazioni Unite ha lanciato un nuovo accorato appello affinché si agisca sul clima.
L’11 novembre 2024 a Baku, in Azerbaigian, prende il via la ventinovesima Conferenza delle parti sul clima (Cop29). La finanza sarà il tema centrale.
Macron, Biden, Modi, Lula, Scholz e von der Leyen sono solo alcuni dei leader globali che non partecipano alla Cop29 di Baku.
La Cop29 si svolge in Azerbaigian, un paese fortemente dipendente dall’export di gas e petrolio, sempre più corteggiato dall’Europa che vuole sostituire le forniture russe.
Rinnovabili, petrolio, gas, Accordo di Parigi. Cosa cambierà nella battaglia sul clima con Donald Trump presidente.
Non era mai accaduto che la temperatura media globale in un intero anno solare fosse di oltre 1,5 gradi centigradi superiore ai livelli pre-industriali.