Se il 2022 finisse adesso, sarebbe l’anno più caldo di sempre in Italia.
È quanto emerge dai dati mensili dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr).
Anche la siccità ha una portata storica, ed è intervallata a eventi meteo estremi sempre più frequenti.
Superata la prima metà dell’anno, possiamo già dire che, “se il 2022 finisse adesso, sarebbe l’anno più caldo di sempre” in Italia. È la dichiarazione rilasciata all’agenzia Ansa da Michele Brunetti, dirigente dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr), sulla base dei dati pubblicati mensilmente dall’istituto stesso.
Il mese di luglio del 2022 è il secondo più caldo mai registrato in Italia
Quello di luglio 2022 non può essere liquidato come un mese estivo simile a tanti altri. Lo dimostrano le rilevazioni scientifiche. La temperatura media registrata in Italia ha superato di ben 2,26 gradi centigradi quella del periodo 1991-2020: soltanto quello del 2015 era stato ancora peggiore, con uno scostamento di 2,45 gradi rispetto alla media. E anche maggio e giugno sono stati torridi, conferma Brunetti all’Ansa.
Yet another significant heatwave building into Europe right now.
Nel loro insieme, i primi sette mesi del 2022 fanno registrare +0,98 gradi rispetto alla media 1991-2020. Chiaramente, nessuno è in grado di prevedere come si evolveranno le condizioni meteorologiche della seconda metà dell’anno: se le medie mensili scenderanno, scenderà anche quella annuale. Per ora, la classifica degli anni bollenti è guidata ancora dal 2018 (+1,58 gradi rispetto alla media di riferimento): all’epoca pesarono particolarmente i mesi di gennaio e aprile.
La siccità che ha colpito l’Italia è di portata storica
Anche il grafico sulle precipitazioni del 2022 è eloquente, con la curva relativa al 2022 che si mantiene abbondantemente al di sotto di quella del 1991-2020. A livello cumulato, la differenza è del 46 per cento e risulta più marcata al nord che al centro-sud. Anche in questo caso, se il trend dovesse continuare inalterato, consacrerebbe l’anno in corso come il più siccitoso dal 1800, quando sono state avviate queste misurazioni.
Quando le rare piogge arrivano, nella stragrande maggioranza dei casi sono rovinose e provocano esondazioni, frane e smottamenti, a testimonianza di un’evidente tropicalizzazione del clima del Belpaese. Per la precisione, dall’inizio dell’anno si sono verificati 1.567 tra nubifragi, tornado, tempeste di vento, grandinate e ondate di calore, il 24 per cento in più rispetto al 2021. Lo fa sapere Coldiretti, analizzando i dati dell’European severe weather database (Eswd)
Finanza climatica, carbon credit, gender, mitigazione. La Cop29 si è chiusa risultati difficilmente catalogabili in maniera netta come positivi o negativi.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.