CO2 mai così alta da 3 milioni di anni: raggiunte le 412 parti per milione

Secondo uno studio del Potsdam Institute, la concentrazione di CO2 nell’atmosfera terrestre ha raggiunto un record storico.

412 parti per milione. Era da tre milioni di anni che la quantità di particelle di CO2 nell’atmosfera terrestre non raggiungeva un livello così alto. Il dato – sconcertante, se si tiene conto del fatto che il biossido di carbonio è il principale responsabile del riscaldamento globale – è stato reso noto da uno studio del Potsdam Institute for Climate Impact Research (Pik).

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Una nave carica di carbone attraversa il Reno nel novembre del 2017, in Germania. Nonostante il rischio di una catastrofe climatica, il mondo continua a bruciare combustibili fossili © Sean Gallup/Getty Images

Per ritrovare livelli così alti di CO2 occorre risalire al Pliocene

Il rapporto, pubblicato dalla rivista scientifica Science, ha ottenuto il risultato grazie all’utilizzo di un nuovo modello di valutazione. Esso ha consentito di analizzare sedimenti marini e carotaggi dei ghiacci polari. Che rappresentano delle autentiche macchine del tempo, in grado di mostrare una “fotografia” delle condizioni ambientali di milioni di anni fa. Ebbene oggi il nostro Pianeta ha segnato ad un record storico. Soltanto alla fine del Pliocene, infatti, la concentrazione di CO2 era a livelli simili.

All’epoca, sulla Terra viveva l’australopithecus africanus, ominide che alcuni ricercatori considerano un antenato dell’uomo. La temperatura media globale era di 3-4 gradi più alta rispetto ad oggi. Il livello degli oceani era di 15-20 metri più alto. E la regione antartica era ricoperta di vegetazione. Il trend di crescita della CO2 è stato inoltre confermato dalla rilevazione della Keeling Curve, che ha raggiunto addirittura le 414,15 parti per milione. 

“Gravi conseguenze sono ormai inevitabili”

Oggi è proprio l’essere umano l’unico responsabile dell’impennata delle emissioni di tale gas. Che, a sua volta, alimentano i cambiamenti climatici e allontanano la comunità internazionale dall’obiettivo che si è fissata con l’Accordo di Parigi: limitare la crescita della temperatura media globale, sulla superficie delle terre emerse e degli oceani, ad un massimo di due gradi centigradi, entro la fine del secolo, rispetto i livelli pre-industriali. Rimanendo il più possibile vicini a 1,5 gradi.


Al contrario, «è da 150 anni che l’uomo non fa altro che rigettare CO2 nell’atmosfera», ha sottolineato Martin Siegert, docente di geoscienze all’Imperial College di Londra, parlando al National Geographic. Secondo l’esperto, “delle gravi conseguenze sono ormai inevitabili”. La concentrazione di biossido di carbonio è infatti aumentata di oltre il 40 per cento nell’ultimo secolo e mezzo. E continuerà a farlo nei prossimi decenni.

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Una centrale a carbone in Germania © Sean Gallup/Getty Images

Eppure, anche in Europa nessun paese rispetta ancora l’Accordo di Parigi

Una volta dispersa nell’atmosfera, inoltre, la CO2 vi rimane per moltissimo tempo. Tanto che alcuni studi ritengono si possa arrivare a toccare le duemila parti per milione alla metà del XXIII secolo. Ciò nonostante, non soltanto nel mondo si moltiplicano i governi che non considerano la crisi climatica un problema, dagli Stati Uniti al Brasile. Ma anche in Europa nessuna nazione sta ancora facendo quanto necessario per salvare il Pianeta.

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