Due termini correlati che esprimono concetti leggermente diversi. Abbiamo chiesto aiuto a Vidas per capire.
Ci sono cocktail che non vanno bene per i vegani
Ondate di moda, ricorrenti, alcoliche, lanciano e rilanciano il fascino dei cocktail dai film di James Bond a quelli con Tom Cruise, nei bar di tutto il mondo. L’arte della miscelazione è glamour, è stuzzicante, è sempre trendy. Il cocktail è uno short drink, un mix di varie componenti attorno a una base forte, un
Ondate di moda, ricorrenti, alcoliche, lanciano e rilanciano il fascino dei cocktail dai film di James Bond a quelli con Tom Cruise, nei bar di tutto il mondo. L’arte della miscelazione è glamour, è stuzzicante, è sempre trendy. Il cocktail è uno short drink, un mix di varie componenti attorno a una base forte, un liquore distillato ad alta gradazione alcolica, che grazie a un’alchimia di colori, accostamenti di sapori e sapienti gestualità, diviene ancor più piacevole e sorprendentemente leggero al palato.
Ghiaccio, shaker, mixer, stirrer e misurino servono per divertirsi, per intrattenere gli ospiti e deliziare le ragazze. Per chi però segue un regime alimentare vegano, non tutti i cocktail sono accettabili.
I cocktail non vegani perché contengono panna, liquori cremosi, albume d’uovo
Brandy Alexander
Sofisticato e non vegano drink da dopo cena. 3 cl di brandy, 3 cl di Créme de Cacao Bols, 6 cl di panna nello shaker. Si completa con spolverata di noce moscata e una fragola. Ne è nota anche la versione col rum al posto del brandy, Rum Alexander.
Clover Club
Oltre a 4,5 cl di gin, sciroppo di lampone e succo di limone, richiede qualche goccia di albume d’uovo, da shakerare.
Porto Flip
Si shakerano 1,5 cl brandy, 4,5 cl di Porto rosso, e anche qui albume d’uovo.
Ramos Gin Fizz
È un longdrink dalla complessa preparazione, e ha dentro 4,5 cl di gin, sciroppo di zucchero, lime, poi ben 6 cl di panna e 1 albume d’uovo; poi aromi, acqua d’arancio, vaniglia.
White Russian
Per farlo bisogna mescolare vodka (5 cl), liquore al caffè (2 cl) e panna fresca. Però, la versione vegan è già prevista dalla lista Iba, il Black Russian: solo vodka e liquore al caffè, senza panna.
Golden Dream
Questo cocktail da dopo cena si compone di 2 cl di Galliano, 2 cl di Triple Sec, 2 cl di spremuta d’arancia e 1 cl di panna fresca.
Grasshopper
Questo celebre cocktail d’aperitivo richiede 3 cl di Crème de cacao (bianca) che, prodotta da Bols, ha latte tra gli ingredienti. Poi 3 cl di Crème de Menthe (verde) e 3 cl di panna fresca.
Irish Coffee
Whiskey irlandese, 4 cl. Caffè bollente, 9 cl. Ma poi servono anche 3 cl di panna fresca.
B52
Questo spettacolare cocktail after dinner si serve infiammando la superficie di Grand Marnier. I layer purtroppo sono di Kahlúa (2 cl), di Baileys Irish Cream (2 cl) e il top di Grand Marnier.
Pisco Sour
Un cocktail per tutto il giorno, ma non per i vegani. Nello shaker si dovrebbero mettere 5 cl di Pisco, 2 cl di sciroppo di zucchero, 3 cl di succo di limone, 1 chiara d’uovo. Si verserebbe poi, spumoso, in un flute ghiacciato con due gocce d’Angostura.
White Lady
Può essere servito sia in flute che in bicchiere da cocktail. Si shakerano 3 cl di gin, 1,5 cl di Cointreau, 1,5 cl di succo di limone con un cucchiaino di chiara d’uovo.
Pina Colada
Questo cocktail, se vegano o no, dipende dal rispetto o meno delle regole Iba. La ricetta originale, che si dice inaugurata nel 1954 al Caribe Hilton, richiede solo 3 cl di rum bianco, 9 cl di succo d’ananas, 3 cl di latte di cocco. Solo che da molte parti si usano ricette più pannose, per renderlo più gradito: per esempio Anne Wilson per Murdoch Books prescrive: 4,5 cl di rum bianco, 3 cl di latte di cocco, 1,5 cl di panna (da-daan), sciroppo di zucchero e succo d’ananas.
Rum caldo al burro
Questa preparazione invernale, calda, si basa sulla spumetta che il burro crea in superficie, quindi è vietata ai vegani: si dovrebbe amalgamare un cucchiaino di burro con zucchero e cannella, metterlo in un bicchiere col manico, versare 4,5 cl di rum scuro e completare con acqua bollente.
Margarita
Secondo alcune ricette, l’insidia è doppia per i vegani in questo, che è il più famoso cocktail a base di tequila, liquore nazionale messicano. Una, oltre a 4,5 cl di tequila, 3 cl di succo di limone e 1,5 cl di Cointreau, dicono di mettere un cucchiaino di chiara d’uovo. Due, se – come s’usa tradizionalmente – si brina il bordo del bicchiere col sale, alcuni usano intingerlo nell’albume e poi nel sale. Altrimenti si usa il succo di limone.
Melon Sour
6 cl di liquore al melone, 3 cl di vodka, 3 cl di succo di lime e anche qui un cucchiaino di albume d’uovo nello shaker.
Fluffy Duck
Drink ricco e cremoso che prevede l’uso di Advocaat, liquore a base d’uovo e brandy. Per farlo si mixano 3 cl di rum chiaro, 3 cl di Advocaat, 1,5 cl di Cointreau, 3 cl di succo d’arancia, 3 cl di panna.
Golden Dream
Cocktail originalissimo fatto con due superalcolici iconici, il Galliano (d’origini italiane! Alla vaniglia) – 3 cl – e il Cointreau, aromatizzato all’arancia, 2 cl. A cui s’aggiungerebbero 2 cl di succo d’arancia e 2 cl di panna.
Oltre alla lista dei cocktail, occhio agli ingredienti
Questa lista vale come divertissement, solo per introdurre un tema che, per chi segue il regime alimentare vegano, va assolutamente approfondito ulteriormente. Per esempio, è noto che il colorante E120 (cocciniglia), che si fa con il sangue degli insetti, può essere presente in sciroppi e in alcolici rossi e arancioni, ma lo si legge in etichetta perché è obbligatorio indicarlo come ingrediente, se c’è. E vini e vermouth potrebbero prevedere, nel corso del procedimento industriale per la loro produzione, l’uso di sostanze di origine animale come colla di pesce e albumi. Per sapere se un dato alcolico di qualunque marca è vegan o no, esiste un database consultabile online: www.barnivore.com. Salute.
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