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Quando preparate un succo non buttate gli scarti dell’estrattore: si tratta di fibre ricche di sapore e nutrienti che potete riutilizzare in tante altre ricette, dai gelati alle barrette ai cereali
Ormai non potete più fare a meno dell’estrattore che avete comprato e dei suoi succhi così carichi di energia e ricchi di proprietà nutrizionali con cui affrontate i diversi momenti della vostra giornata? Come darvi torto. Ma quando preparate un estratto, cosa ne fate degli scarti di frutta e verdura che produce la macchina? Se la risposta è “li buttiamo”, sappiate invece che si possono riutilizzare in tante altre ricette evitando così lo spreco di qualcosa che è ancora buono e nutriente. Prima di capire come riciclarli, capiamo meglio cosa sono gli scarti di un estrattore.
Negli estrattori a bassa velocità, quelli in cui un basso numero di giri permette di mantenere inalterate le proprietà organolettiche di frutta e verdura, la coclea “strizza” gli alimenti e un filtro divide il succo dalle fibre facendoli uscire da due bocchette separate. Il succo ottenuto contiene in realtà 1/3 delle fibre dei nostri ingredienti utilizzati, mentre i restanti 2/3 delle fibre rappresentano gli scarti dell’estrazione. Parentesi: i succhi, soprattutto quelli verdi, a base vegetale, sono utili anche nel sollievo di chi soffre di disturbi gastro-intestinali (fra cui enteriti regionali e simili) poiché il loro obiettivo è quello di introdurre solo le fibre realmente assorbibili e non provocano reazioni a livello gastrico. Ci sono estrattori a bassa velocità come Essenzia Pro Green che realmente esprimono il meglio nell’uso anche in queste situazioni. Ma torniamo ai nostri scarti, che sarebbe improprio definire così, in quanto, appunto, sono fibre ancora ricche di gusto e molto salutari per il nostro organismo.
Torte e muffin, burger e polpette o ancora “formaggi vegetali”: quante cose si possono fare con gli scarti dell’estrattore! Basta buona volontà e tanta fantasia. Il primo consiglio per un riciclo intelligente è quello di decidere subito, quando preparate un estratto, se utilizzerete gli scarti in altre ricette. Questo perché in questo modo eliminerete prima, da frutta e verdura, semi, torsoli, bucce dure o pelose e pellicine amare che vi ritrovereste nello scarto della macchina senza più possibilità di separarle dal resto delle fibre. Se non riutilizzate gli scarti subito, riponeteli in frigorifero all’interno di un contenitore ermetico e usateli entro due giorni al massimo. Sottovuoto si conservano invece una settimana circa. Se gli scarti sono molto polposi, potete congelarli e poi ripassarli nell’estrattore: si ottengono così sorbetti e gelati in pochi minuti (il Juicepresso è perfetto per questo), non è una bellissima idea? Se siete in possesso anche di un essiccatore, potete essiccare gli scarti creando cialde, biscotti raw o barrette energetiche. Non lo immaginate? E invece si può fare!
Ecco qui, ad esempio, la ricetta per ottenere delle barrette di cereali dagli scarti di un estrattore. Vi servono 400 gr di scarti dell’estratto di succo, 80 gr di fiocchi d’avena, 25 gr di semi di girasole, 10 gr di sesamo bianco, 20 gr di riso soffiato. Per procedere, mescolate tutti gli ingredienti insieme in una ciotola, quindi ponete un foglio antiaderente su una piastra dell’essiccatore e componete delle “mattonelle” di bre e cereali. Ponete ora la piastra all’interno dell’essiccatore a 40° C per 24 ore. Dopo 12 ore porzionate le “mattonelle” di bre in barrette e completate l’essiccazione per altre 12 ore. Questa e tante altre idee di riciclo le trovate in un capitolo dedicato del libro “Il manuale dell’estrattore” firmato da Martino Beria, in cui lo chef del sito Vegano Gourmand e official chef di siQuri spiega come l’estrattore sia entrato a far parte del suo lavoro quotidiano. Il volume, edito da Gribaudo/Feltrinelli, uscirà nelle librerie il 20 aprile (e vi suggerisce anche come creare un compost vegetale utilizzando tutti gli scarti dell’estrattore).
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