Il concerto milanese per Gaza, un successo di pubblico e raccolta fondi, è stata la presa di posizione più forte contro il genocidio della scena musicale italiana.
Venezuela Aid Live, il concerto a sostegno della popolazione organizzato da Richard Branson
Al confine fra Colombia e Venezuela si è svolto il Venezuela Aid Live, concerto organizzato da Richard Branson per fare pressione sul governo Maduro perché accetti gli aiuti internazionali.
Venerdì scorso a Cúcuta, città che si trova in prossimità del versante colombiano del ponte di Las Tienditas che collega il Venezuela alla Colombia, si è svolto il concerto Venezuela Aid Live, organizzato dal miliardario britannico Richard Branson.
Seguito dal vivo da decine di migliaia di persone, sul palco si sono presentati una trentina di artisti venezuelani e sud americani (da Miguel Bosé a Luis Fonsi di Despacito) per cinque ore consecutive di spettacolo.
Anche Juan Guaidó, presidente ad interim del Venezuela, è comparso a sorpresa ai piedi del palco insieme al presidente colombiano, Ivan Duque, del Paraguay, Mario Abdo Benitez e del Cile, Sebastian Pinera.
Venezuela Aid Live: perché?
L’imprenditore e fondatore di Virgin Group, Branson ha deciso di organizzare il Venezuela Aid Live per raccogliere fondi e aiuti per la popolazione venezuelana che da anni versa in condizioni di vita precarie, le quali sono peggiorate ulteriormente dall’inizio della crisi politica. Lo scopo della manifestazione è quello di arrivare a cento milioni di dollari nei sessanta giorni successivi all’evento: le donazioni sono ancora aperte e possono essere effettuate tramite il sito web ufficiale della manifestazione.
Ma non solo: nelle ultime settimane il ponte di Las Tienditas è diventato un punto estremamente simbolico nella crisi venezuelana. Tonnellate di generi alimentari e di prima necessità destinati alla popolazione venezuelana sono depositati nella città colombiana di Cúcuta e bloccati dal governo di Nicolás Maduro, che ne impedisce l’entrata in territorio venezuelano.
Maduro non ha intenzione di accettare gli aiuti in quanto provenienti dagli Stati Uniti, uno dei quaranta Paesi ad aver sostenuto l’autoproclamazione a presidente del Venezuela di Juan Guaidó. Il concerto, quindi, ha avuto anche lo scopo di premere per l’apertura agli aiuti internazionali.
Leggi anche: Venezuela, il leader dell’opposizione Juan Guaidó si autoproclama presidente
“Costruiremo ponti di speranza per il Venezuela”, ha affermato Richard Branson durante la conferenza stampa di presentazione del concerto. “Il Venezuela purtroppo non è diventato quell’utopia che le amministrazioni di Maduro e Chávez volevano e il risultato è che le persone muoiono letteralmente per mancanza di medicine e di soccorso sanitario (…) Così riusciremo ad attirare l’attenzione del mondo su questo problema”.
Gli artisti che si sono esibiti sul palco del Venezuela Aid Live
Il concerto è stato aperto dalla cantante venezuelana emigrata in Perù Reymar Perdomo con Me Fui (I Left), un brano che è diventato un inno per gli espatriati venezuelani. Sul palco sono poi saliti alcuni dei nomi più conosciuti della musica sud americana: il cantante e produttore Danny Ocean; Reinaldo Armas, Cholo Valderrama e Jorge Glem che hanno proposto l’llanera, un tipo di musica proveniente dalla campagna venezuelana; Jencarlos Canela con il suo successo Bajito (Short); ancora Miguel Bosé, il portoricano Luis Fonsi, il cantante e unico argentino a partecipare, Diego Torres e Paulina Rubio, cantante e attrice messicana.
https://www.youtube.com/watch?v=J55O252e72k
Il concerto è stato trasmesso in live streaming sul canale YouTube dell’evento e sulle televisioni internazionali via cavo. In Venezuela, però, non è stato possibile seguirlo a causa del blocco all’accesso di YouTube, Bing e Google ordinato all’inizio del concerto dalle autorità venezuelane, oltre che alla sospensione dei canali televisivi che trasmettevano l’evento.
Confirmed: YouTube, Bing and Google services blocked in #Venezuela during #VenezuelaAidLive concert from 7:20 PM UTC (3:20 PM VET); incident ongoing #KeepItOnhttps://t.co/Ysrox8QBJL pic.twitter.com/gpOHTNvjKJ
— NetBlocks.org (@netblocks) February 22, 2019
Artisti pro e artisti contro il Venezuela Aid Live
Molti artisti internazionali, seppur non partecipando al concerto, hanno appoggiato l’evento. Una su tutte, Shakira che ha sostenuto l’iniziativa dal suo profilo Twitter con un video di invito a donare per “il popolo venezuelano in uno dei momenti più critici della sua storia”.
I want to add my support for this initiative that aims to help the people of Venezuela, who are suffering one of the worst crises in their history. Shakhttps://t.co/phtYlIHbjT@VenezuelaAid #AidVenezuela #AyudaVenezuela #VenezuelaAidLive pic.twitter.com/zdOtFqmOXz — Shakira (@shakira) February 22, 2019
Di contro, c’è anche chi ha aspramente criticato l’operazione. Qualche giorno prima del concerto, infatti, anche Roger Waters ha pubblicato un video utilizzando Twitter, ma questa volta per esprimere il proprio disappunto.
The Red Cross and the UN, unequivocally agree, don’t politicize aid. Leave the Venezuelan people alone to exercise their legal right to self determination. pic.twitter.com/I0yS3u75b6
— Roger Waters (@rogerwaters) February 18, 2019
Secondo Waters, infatti, Branson sarebbe al servizio degli Stati Uniti, il cui obiettivo sarebbe quello di fare del Venezuela “il prossimo Iraq”. La risposta di Branson alle critiche del bassista e cofondatore dei Pink Floyd non si è fatta attendere: l’evento sarebbe stato organizzato su richiesta esplicita di Guaidó e di Leopoldo López, leader del partito centrista venezuelano, e nessun governo avrebbe avuto un ruolo attivo nell’organizzazione dell’evento.
In generale, comunque, la maggiore critica che viene mossa al concerto è quella di essere un’operazione mainstream ben congegnata per rovesciare il governo Maduro, far entrare in Venezuela la guerra e insediare a Caracas Guaidò, personaggio molto vicino a Washington.
La situazione in Venezuela sempre più problematica
Ma mentre la musica risuonava al confine Venezuela/Colombia, a poca distanza da Pacaraima alla frontiera con il Brasile, i militari venezuelani hanno ucciso due indigeni Pemon e ferito dodici persone presso un posto di blocco e, a Santa Elena de Uairen, sul confine con Pacaraima, si sono verificati scontri fra manifestanti e forze dell’ordine.
In questo caso il successo della musica non corrisponde ad un miglioramento dei contrasti politici, che anzi si stanno sempre più inasprendo.
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