La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
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Un gruppo di scienziati ha scoperto una popolazione, di cui non si aveva notizia, di 30 esemplari di gorilla di pianura orientale, una delle grandi scimmie più minacciate.
Il gorilla di pianura orientale (Gorilla beringei graueri) è la più grande scimmia del pianeta e la sua sopravvivenza è legata ad un filo sottilissimo. Nel giro di appena venti anni, tra il 1995 e il 2015, la popolazione di questi primati è crollata del 77 per cento, passando da 17mila a 3.800 esemplari. Secondo uno studio del 2016 della Wildlife Conservation Society questa sottospecie di gorilla orientale, che vive ormai solo nelle foreste della Repubblica Democratica del Congo, potrebbe estinguersi in pochi anni. C’è però una buona notizia, un gruppo di scienziati, guidato dal biologo Damien Caillaud dell’università della California e scortato da ranger armati, ha trovato nel parco nazionale di Maiko una popolazione mai censita di circa trenta gorilla di pianura orientale.
Prima di questa scoperta si riteneva vivessero nel parco solo quindici esemplari di gorilla di pianura orientale, ma Caillaud non era convinto, credeva ce ne dovessero essere di più. Il parco di Maiko è infatti l’area protetta più remota e inaccessibile della Repubblica Democratica del Congo, costituita da una foresta fitta e impenetrabile e attraversata da profonde gole sovrastate da picchi frastagliati. Proprio l’inaccessibilità della foresta e la recente scoperta fanno sperare che nel parco vivano altri gruppi di gorilla non ancora segnalati.
Il parco di Maiko, che si estende per oltre 6.400 chilometri quadrati nella parte orientale del Paese, è rimasto praticamente inesplorato dal 1994, quando è scoppiata la guerra civile, ed è l’unico parco congolese ad ospitare le tre specie endemiche nazionali più importanti: il gorilla di pianura orientale, l’okapi (Okapia johnstoni) e il pavone del Congo (Afropavo congensis). Nonostante il conflitto si sia ufficialmente concluso nel 2003, la presenza di milizie armate rende questa regione, e l’intera nazione, uno dei luoghi più pericolosi per la conservazione e il monitoraggio della fauna selvatica.
Considerato l’allarmante stato di conservazione dei gorilla di pianura orientale, decimati dal bracconaggio, dalla distruzione delle foreste in favore di campi e pascoli, dalla guerra civile e dai minatori illegali in cerca di preziosi minerali da conflitto, ogni singolo esemplare può essere prezioso e la scoperta di una popolazione vitale rappresenta un evento straordinario.
Caillaud, insieme a Urbain Ngobobo, direttore del programma per il Congo del Dian Fossey Gorilla Fund, Boji Dieudonné, direttore del parco di Maiko, e un gruppo di ricercatori e ranger armati, per due settimane ha esplorato un’area di quasi settanta chilometri quadrati nella parte più meridionale del parco in cerca di tracce delle grandi scimmie. Dopo giorni passati a farsi strada nella fitta vegetazione, salendo e scendendo per scoscesi pendii, la squadra ha trovato quello che cercava, o meglio, che sperava di trovare: una popolazione di trenta gorilla di pianura orientale mai segnalata in precedenza, il doppio degli esemplari che si riteneva vivessero nel parco.
La scoperta ha naturalmente dato adito a grandi speranze e l’ipotesi che le aree più inaccessibili del parco ospitino altri gorilla è ora più concreta. “È ovviamente un’ottima notizia che ci sia almeno una popolazione vitale che vive in questa parte meridionale del parco, ma questa scoperta pone delle nuove sfide – ha dichiarato Caillaud. – Abbiamo ora bisogno di trovare il modo per proteggere questi gorilla”.
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