Più tutela per la fauna selvatica, cosa si è deciso alla Cop 18 della Cites

I rappresentanti di più di 180 nazioni si sono riuniti per discutere la protezione di oltre 500 specie animali e vegetali minacciate. Ecco le principali decisioni.

Si è conclusa la diciottesima Conferenza delle parti (Cop 18) della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (Cites), svoltasi a Ginevra, in Svizzera, dal 17 al 28 agosto. La Cites regola il commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione e, diversamente da altre convenzioni, può punire i paesi che infrangono i divieti escludendoli dai mercati redditizi. Alla Cop 18 si è parlato di giraffe, rane di vetro, lontre, squali, antilopi saiga e perfino mammut, con un solo obiettivo: arrestare l’allarmante emorragia di fauna selvatica in corso in tutto il pianeta.

 

Un patrimonio da salvare

È infatti in atto quella che è stata definita la sesta estinzione di massa della storia della Terra e il tasso di estinzione di vertebrati dell’ultimo secolo, secondo uno studio pubblicato nel 2015, è fino a cento volte più elevato del normale. Dal 1970 ad oggi abbiamo ridotto di circa il 60 per cento le popolazioni di vertebrati e le piante si stanno estinguendo ad una velocità addirittura doppia degli animali. Questa straordinaria perdita di biodiversità, che potrebbe portare all’estinzione di almeno metà delle specie entro la fine del secolo, è causata dalle attività umane, come deforestazione, bracconaggio, pesca eccessiva e commercio di fauna selvatica.

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Perdita di biodiversità: un problema per tutti

La scomparsa di animali e piante, oltre a rendere il mondo orfano della loro peculiare bellezza, forgiatasi nel corso di milioni di anni grazie al meccanismo selettivo dell’evoluzione, mette a rischio la nostra stessa sopravvivenza. La biodiversità ci fornisce infatti servizi essenziali, come cibo, acqua e aria pulita. I rappresentanti dei 183 paesi partecipanti hanno tentato di trovare accordi per proteggere tanto i grandi e iconici animali in pericolo, come elefanti e rinoceronti, quanto creature meno note, ma dall’elevato valore ambientale, come le oloturie. “La Cites è un potente strumento per garantire la sostenibilità e rispondere alla rapida perdita di biodiversità, prevenendo e invertendo il declino delle popolazioni selvatiche – ha affermato Ivonne Higuero, segretario generale della Cites. – Poiché è basata sulla scienza, la Cites svolge un ruolo essenziale nel promuovere gli sforzi internazionali per conservare e utilizzare in modo sostenibile il nostro capitale naturale”. Ecco alcune delle principali decisioni prese nel corso della Cop 18.

Eelefanti nell'Etosha National Park, Namibia
Gli elefanti sono creature intelligenti e sociali e recenti ricerche hanno dimostrato, tra le altre cose, che sono in grado di usare strumenti, lavorano insieme per raggiungere obiettivi comuni e piangono i loro morti © Ingimage

 

No al commercio di elefanti

È stata approvata una delle proposte più dibattute dell’intero congresso, quella che limita il commercio di elefanti africani (Loxodonta africana) catturati in natura e destinati a zoo e circhi. La proposta prevede che questi animali possano essere spostati solo in paesi africani dove vivono o vivevano elefanti, per motivi di conservazione in situ. È prevista un’eccezione: lo spostamento può essere consentito in un paese extra-africano a patto che venga dimostrato che l’operazione rappresenti un reale vantaggio in termini di conservazione. “È una grande vittoria per il benessere degli animali che sia stato vietato il rapimento dei piccoli elefanti dalle loro famiglie per essere destinati agli zoo”, ha commentato Frank Pope, ceo della ong Save the elephants. Gli elefanti sono creature dalla complessa socialità e stringono legami familiari che durano una vita. È stato inoltre confermato l’attuale divieto del commercio d’avorio.

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Sì alla caccia dei rinoceronti neri, no al commercio di rinoceronte bianco

Per quanto riguarda i rinoceronti, alla Cop 18 si è parlato di rinoceronti neri (Diceros bicornis) e di rinoceronti bianchi meridionali (Ceratotherium simum simum). Per quanto riguarda i primi si è deciso di accettare la proposta del Sudafrica, osteggiata da alcune nazioni africane, di aumentare la quota annuale di esportazione di trofei di caccia, passando dall’attuale quota di cinque ad un massimo di dieci animali. Potranno però essere abbattuti solo i maschi adulti. Il Sudafrica ha sostenuto che i soldi raccolti dalla vendita delle licenze di caccia al trofeo aiutano a sostenere la conservazione. Questa specie, decimata in passato dal bracconaggio, è oggi in ripresa ma non ancora fuori pericolo. È stata invece, fortunatamente, respinta la proposta di Eswatini e Namibia di allentare le restrizioni relative al commercio di corna, trofei di caccia o esemplari vivi di rinoceronte bianco meridionale. La specie, ritenuta estinta alla fine del 1800, è oggi classificata come “quasi minacciata” dalla Lista Rossa della Iucn.    

Più tutele per anfibi e rettili

Anfibi e rettili, a causa del crescente commercio di animali esotici, sono sempre più in pericolo e la sopravvivenza di numerose specie è a rischio. Per questo si è deciso di intensificare la protezione di molte di esse, come ad esempio il geco Tokay (Gekko gecko), inserito nell’Appendice II, che ne regolamenta il commercio, e la tartaruga stellata indiana (Geochelone elegans), inserita nell’Appendice I, che ne vieta totalmente il commercio internazionale. È stato definitivamente vietato anche il commercio di una rara specie di geco dell’isola di Union, nelle Antille, il Gonatodes daudini. Questo piccolo rettile è stato classificato solo nel 2005, ma da allora è stato vittima di un intenso bracconaggio. Tra le venti proposte relative alla protezione di queste due classi animali, non è stata però approvata quella di Costa Rica, El Salvador e Honduras, che chiedeva di incrementare la tutela delle oltre cento specie esistenti di rana di vetro (Centrolenidae), molto popolari tra i collezionisti, minacciate da bracconaggio e perdita di habitat.

Geco Tokay in dislpay difensivo
Il Geco tokay, uno dei gechi più grandi del mondo, è tra le specie di rettili più commerciate e spesso gli esemplari vengono catturati in natura © Ingimage

 

Come salvare le specie arboree (ma non ostacolare il transito di chitarre)

Non solo animali, alla Cop 18 si è discusso anche di specie vegetali messe a rischio dal commercio internazionale, come il cedro di Mulanje (Widdringtonia whytei). Tutte le specie di cedro dell’America Latina, il cui legname ha un elevato valore commerciale, sono state elencate nell’Appendice II. Per quanto riguarda il palissandro, legname pregiato appartenente al genere Dalbergia, è stata modificata la normativa, per garantire che piccoli oggetti finiti, come chitarre e violini e oggetti artigianali che pesano meno di 10 chili, possano essere trasportati oltre i confini senza la necessità di autorizzazioni Cites.

Cosa c’entrano i mammut?

Tra le proposte più singolari, almeno in apparenza, della Cop 18 c’è quella di Israele, che ha chiesto di inserire il mammut lanoso (Mammuthus primigenius) negli allegati Cites. La proposta è stata tuttavia ritirata considerate le scarse probabilità venisse accolta, viceversa sarebbe stato il primo caso di un animale estinto trattato come una specie in via di estinzione. Ma quel è il senso di questa proposta? L’obiettivo era quello di rafforzare la protezione degli elefanti minacciati dal commercio illegale di avorio, poiché l’avorio di mammut lavorato è quasi indistinguibile da quello degli elefanti. Il commercio di avorio di mammut è aumentato negli ultimi anni a causa dello scioglimento del permafrost siberiano che ne ha facilitato il ritrovamento. Israele ha infine deciso di mutare la sua proposta, chiedendo che venga effettuato uno studio sul commercio di avorio di mammut e il suo contributo al commercio illegale di avorio di elefanti.

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Festeggia la lontra asiatica

Un tempo la lontra dalle piccole unghie orientale (Aonyx cinerea), la più piccola specie di lontra al mondo, era molto diffusa nel Sudest asiatico. Negli ultimi trent’anni però la perdita di habitat e il bracconaggio per il commercio di esemplari vivi ne hanno causato un drastico declino, riducendo le popolazioni di oltre il 30 per cento. Per cercare di evitarne la scomparsa la specie è stata spostata dall’Allegato II all’Allegato I, vietandone così la vendita.  

Nuove protezioni per gli squali mako

Entrambe le specie di squalo mako (Isurus oxyrinchus) sono state elencate nell’Appendice II, ottenendo così nuove protezioni dal commercio. Potranno essere infatti venduti solo a patto che si dimostri che la pesca non ne minacci la conservazione. Questi grandi pesci vengono cacciati in abbondanza per la carne e le pinne e i conservazionisti ritengono che questa era l’ultima possibilità per impedirne il collasso delle popolazioni.

Sos giraffe

Le popolazioni di giraffe hanno subito un drammatico declino negli ultimi tre decenni: il loro numero è crollato del 40 per cento, passando dai 151.702-163.452 individui del 1985, ai 97.562 nel 2015. Per impedire la definitiva scomparsa del mammifero più alto del pianeta, cacciato per la pelle, carne, ossa e coda, le giraffe sono state inserite nell’Allegato II. L’obiettivo è limitare le esportazioni e regolamentarne ulteriormente la caccia. “Questa è una notizia meravigliosa per le giraffe”, ha detto Tanya Sanerib, direttore legale internazionale del Center for biological diversity.

Due giraffe nel parco nazionale sudafricano di Kruger
Nel 2016 la Iucn ha cambiato lo status di minaccia delle giraffe, passato dal livello “Minor preoccupazione” a “Vulnerabile” © Ingimage

Una task force per i grandi felini

I rappresentanti degli stati partecipanti hanno inoltre deciso di istituire la Task force Big cat Cites, con l’obiettivo di migliorare la conservazione di tigri, leoni, ghepardi, giaguari e leopardi, combattendone il commercio illegale e promuovendo la collaborazione internazionale. È stato infine riconosciuto il ruolo essenziale che le comunità indigene svolgono nella conservazione della fauna selvatica e nella gestione sostenibile delle risorse naturali. “L’umanità deve rispondere alla crescente crisi di estinzione modificando il modo in cui gestiamo piante e animali selvatici – ha dichiarato Ivonne Higuero. – Un commercio ben gestito contribuisce anche al benessere umano, ai mezzi di sussistenza e al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile”. La Cop 19 si terrà nel 2022 in Costa Rica.

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