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Come sta la natura, le conclusioni del Congresso mondiale sulla conservazione
È terminato il congresso mondiale della Iucn, svoltosi alle Hawaii, organizzato per fissare le linee guida della comunità mondiale sul tema della conservazione.
Le specie animali e vegetali si stanno estinguendo ad un ritmo forsennato, dando luogo a quella che gli scienziati hanno definito la sesta estinzione di massa della storia del pianeta. Gli ecosistemi e le risorse naturali, indispensabili per la nostra sopravvivenza (circa 1,6 miliardi di persone, infatti, dipende dalle foreste per la sussistenza), vengono sfruttati senza alcuna logica. I cambiamenti climatici sono una minaccia reale e tangibile e rischiano di alterare il mondo irrimediabilmente. Il mondo è a un bivio, l’uomo deve decidere se compiere l’ultimo passo in direzione dell’abisso verso cui sta correndo a gran velocità o cambiare strada e invertire questa tendenza, non tanto per salvare il mondo, quanto per salvarsi.
Il futuro della conservazione
Di questo si è parlato al Congresso mondiale sulla conservazione dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), svoltosi alle Hawaii dall’1 al 10 settembre. L’obiettivo del summit, il cui tema era proprio “Planet at the crossroad”, era quello di definire le linee guida sulla conservazione della natura per i prossimi quattro anni. Tali indicazioni sono state fissate in un documento chiamato “Navigating Island Earth”, composto dagli interventi dei partecipanti al congresso, provenienti da oltre 190 paesi e tra cui figuravano capi di stato e leader religiosi, membri delle comunità indigene e rappresentanti del settore privato e del mondo accademico.
Proteggere foreste e oceani
Nel corso del congresso sono state individuate le questioni ambientali più urgenti da affrontare, come l’assoluta necessità di salvaguardare le foreste primarie e gli oceani, e sono state approvate oltre cento risoluzioni volte alla conservazione della natura. È stata inoltre riconosciuta l’importanza di collegare spiritualità, religione, cultura e conservazione per vincere le sfide sociali e ambientali. “Di fronte a enormi forze di trasformazione e degrado, ci sono scelte politiche, economiche, culturali e tecnologiche credibili e accessibili che possono ancora favorire e persino migliorare le risorse naturali del nostro pianeta promuovendo il benessere generale”, ha affermato Zhang Xinsheng, presidente dell’Iucn all’avvio del congresso.
Le cattive notizie
Bracconaggio e distruzione dell’habitat restano le principali minacce per la fauna selvatica, specie per i grandi mammiferi. Il congresso delle Hawaii è stato anche l’occasione per rivedere la classificazione di numerose specie animali, alla luce degli studi più recenti. Cattive notizie per il gorilla di pianura orientale (Gorilla beringei graueri), la più grande scimmia del pianeta era considerata “in pericolo”, ora è invece classificata “in pericolo critico” nella Lista rossa della Iucn. Anche gli elefanti africani sono a rischio a causa della caccia di frodo, è pertanto necessaria una pressione per la chiusura del mercato nazionale di avorio.
Le buone notizie
Per fortuna ci sono anche sforzi che sono stati premiati, l’animale più iconico del conservazionismo, il panda gigante (Ailuropoda melanoleuca), non è più a rischio estinzione. Nel 1965 la Iucn aveva classificato il panda “a rischio estinzione” mentre oggi, grazie alle attività intraprese per proteggere la specie e le foreste di bambù di cui si nutre, lo stato di conservazione del penda è passato a “vulnerabile”.
Natura e progresso umano
Il congresso ha inoltre approvato il nuovo programma della Iucn per i successivi quattro anni e tracciato il sentiero da seguire nei prossimi quindici anni. “Lasciamo le Hawaii dotati di una roadmap molto più chiara per far progredire l’agenda post-2015 – ha dichiarato la direttrice generale dell’Iucn, Inger Andersen – sicuri di aver fatto i primi passi sulla strada di un futuro sostenibile, in cui la natura e il progresso umano si sostengono a vicenda”. Questo è dunque l’obiettivo per il futuro, che altro non è che un ritorno al passato, cercare di ristabilire quell’equilibrio che garantisce la sopravvivenza della vita sulla Terra e la capacità del pianeta di sostenerci, e che sembra essersi spezzato a causa dell’impatto dell’uomo.
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