La tristezza, come un malanno passeggero, va curata. Ma non sopprimendone i sintomi. Va accolta, accettata, persino assaporata.
Conoscere il mondo interiore
Cos
Impulsi, sensazioni, emozioni,
pensieri,
immagini e
intuizioni si fondono e confondono tra loro rendendo spesso
difficile comprendere quali sono le forze che spingono le nostre
azioni in una direzione piuttosto che in un’altra. La mancanza di
un’appropriata conoscenza del proprio mondo interiore può
causare così confusione, dispersione di energie e minor
efficacia nelle proprie iniziative.
Al contrario, un’approfondita conoscenza delle forze in gioco nella
nostra vita psichica, può rendere più facile,
scorrevole, funzionale e serena la nostra esistenza, permettendo di
evitare conflitti interiori e di ottimizzare l’uso delle
energie.
Come si conosce il proprio mondo interiore? Nello stesso modo in
cui si conosce la realtà esterna, con l’osservazione,
l’esplorazione, la frequentazione. Quanto più spesso
passeggiamo tra le vie di una città, tannto più
rapidamente la conosceremo e acquisiremo dimestichezza con le
opportunità che quell’ambiente offre. Il problema è
che nella nostra cultura contemporanea non siamo abituati a
“passeggiare” tra i meandri del nostro mondo interiore.
La psicologia
è una scienza relativamente giovane, ma inizia già a
offrire diverse possibili “mappe” di esplorazione interna, ottime
per una conoscenza “teorica” del mondo interiore e, dalle
più antiche culture orientali, arrivano anche numerosi
strumenti “pratici” sostanzialmente riconducibili ad una unica
direzione: risvegliare l’osservatore
interno, da alcune discipline definito come il
testimone, il centro, l’Io o il Sé.
Come si risveglia l’osservatore interno? Abituandosi a fermarsi un
attimo nel caotico procedere della vita quotidiana e abituandosi a
volgere l’attenzione verso l’interno, magari chiedendosi: “Come sto in questo
momento?“. Basta poco.
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