La campagna Vote for animals, promossa da Lav e altre organizzazioni, mira a far assumere a candidati e partiti un impegno maggiore sul tema dei diritti animali.
Le conseguenze della selezione genetica dei polli broiler
Essere polli broiler in un allevamento intensivo non significa solo essere destinati al macello fin dalla nascita, significa anche essere condannati a una vita di sofferenza senza sconti perché prigionieri dei propri corpi. L’inchiesta di Animal Equality mostra, per la prima volta in Italia, come la stessa costituzione fisica dei polli allevati per la loro
Essere polli broiler in un allevamento intensivo non significa solo essere destinati al macello fin dalla nascita, significa anche essere condannati a una vita di sofferenza senza sconti perché prigionieri dei propri corpi. L’inchiesta di Animal Equality mostra, per la prima volta in Italia, come la stessa costituzione fisica dei polli allevati per la loro carne renda impossibile applicare qualsiasi misura di benessere efficace nei confronti di questi animali. Di fronte ai risultati delle analisi condotte dai veterinari, gli allevamenti intensivi di polli broiler risultano pertanto luoghi dove la sofferenza regna indiscussa e in contrasto con la legge italiana.
Chi sono i polli broiler
Funzionali per natura all’industria della carne, i polli a rapido accrescimento sono animali selezionati geneticamente dall’essere umano per crescere il più velocemente possibile, a discapito della loro salute.
La crescita innaturale e il peso eccessivo portano questi animali a raggiungere in soli 45 giorni di vita quasi tre chili di peso, seguendo un tasso di crescita che dal 1925 è aumentato del 400 per cento. Secondo l’università dell’Arkansas, se un essere umano crescesse allo stesso ritmo, avremmo bambini di 300 chili a soli due mesi dalla loro nascita.
Se un essere umano crescesse allo stesso ritmo, avremmo bambini di 300 chili a soli due mesi dalla loro nascita.
L’obiettivo di questa selezione è ottimizzare la produzione industriale di uno degli animali più allevati, sfruttati e macellati al mondo. Sono infatti oltre 60 miliardi i polli uccisi ogni anno per la loro carne, ben otto volte la popolazione umana.
Tuttavia, questa crescita abnorme concentrata soprattutto su petto e cosce – le parti di questo animale più vendute sul mercato – provoca gravi danni alla salute degli animali, che subiscono gli effetti disastrosi della selezione genetica ad ogni stadio della loro breve vita: infatti tra la nascita e la macellazione trascorrono solo sette settimane.
Cosa rivela l’indagine di Animal Equality sui polli broiler
Animal Equality ha scelto di indagare gli effetti della genetica broiler sui polli documentando risultati allarmanti che la comunità scientifica ha in buona parte già denunciato.
Il team investigativo ha analizzato sette polli deceduti prematuramente negli allevamenti intensivi, uno per ogni stadio della loro crescita, quindi a distanza di una settimana l’uno dall’altro, comparando la loro condizione con quella di tre polli della stessa razza broiler cresciuti invece in un rifugio per animali, quindi in un contesto ambientale protetto e salubre.
Gli esami clinici e le radiografie condotte dai veterinari mostrano come le loro caratteristiche genetiche implichino sofferenze che rendono impossibile il rispetto delle norme di benessere previste dalla legge italiana. In particolare, ad essere violato è il Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 146 per la protezione degli animali negli allevamenti, in cui all’art. 2 viene specificatamente richiesto agli allevatori che siano adottate “misure adeguate per garantire il benessere dei propri animali affinché non vengano loro provocati dolore, sofferenze o lesioni inutili”. Eppure, la reale condizione dei polli broiler non consente di applicare tali misure in nessun contesto e in nessuna condizione ambientale, anche quella più favorevole.
Sia i polli morti in allevamento, sia quelli deceduti in rifugio, nonostante le cure veterinarie ricevute, riportavano infatti fratture dovute alla mancata calcificazione delle ossa, e quindi alla crescita eccessiva e accelerata del proprio peso, che ha finito per gravare sulla loro ancora troppo fragile struttura ossea.
Oltre a riportare infezioni e irritazioni al piumaggio e alle zampe dovute all’alto tasso di ammoniaca presente nella lettiera dell’allevamento su cui gli animali sono costretti a poggiare il petto costantemente, tutti i polli esaminati presentavano sanguinamenti, danni agli organi interni e danni cardio-respiratori che sono molto probabilmente stati la causa del loro decesso.
I danni riscontrati erano presenti sia nei polli che avevano trascorso la loro intera esistenze in allevamenti, sia in quelli vissuti in rifugio. Questo accade poiché, secondo le analisi veterinarie, è la linea genetica stessa dei polli broiler a predisporre gli animali allo sviluppo di simili patologie, causando la loro conseguente morte precoce.
Un orrore da fermare
È evidente che le condizioni di benessere animale che dovrebbero essere garantite agli animali coinvolti all’interno della filiera alimentare, nel caso dei polli “da carne”, è totalmente vana.
Per questo motivo, alla luce dei risultati emersi da questa inchiesta, Animal Equality ha lanciato una petizione rivolta al ministro delle Politiche agricole e al ministro della Salute per chiedere di supportare a livello europeo e italiano la messa al bando delle razze a rapido accrescimento.
La violazione del benessere animale è sotto i nostri occhi, ogni giorno, in qualsiasi supermercato. Nonostante le pubblicità raccontino di polli liberi di scorrazzare per l’aia, i broiler non riescono in realtà neppure a reggersi sulle proprie gambe. Intervenire per fermare questo inganno fonte di sofferenza è allora non solo necessario, ma anche giusto.
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