La raccolta differenzata tocca quota 66,6 per cento a livello nazionali, con disparità territoriali ancora forti ma in diminuzione. Aumenta l’export.
Governo, cosa ha deciso il presidente Mattarella dopo le ultime consultazioni
Ecco cosa ha deciso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo le consultazioni: serve un governo neutrale, oppure si va al voto subito. La decisione spetta ai partiti.
Scelgano i partiti, ma con responsabilità, tra queste due opzioni: un “governo neutrale” che duri fino a dicembre, varando l’importantissima legge di bilancio che stabilisce le entrate e le spese dello Stato per l’anno successivo e magari mettendo mano alla legge elettorale; oppure voto subito, non tanto in estate, semmai a ottobre. Al termine di un ennesimo infruttuoso giro di consultazioni, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha messo i partiti politici di fronte alle proprie responsabilità.
#Quirinale: la dichiarazione del Presidente della Repubblica #Mattarella al termine delle #consultazioni pic.twitter.com/W0aXcMOGNO
— Quirinale (@Quirinale) 7 maggio 2018
La prima ipotesi: un governo neutrale
Secondo Mattarella non si può andare avanti con il governo in carica guidato da Paolo Gentiloni, perché appartiene alla vecchia legislatura: “È doveroso dar vita a un nuovo governo, non si può attendere oltre”. Un governo definito dal Capo dello Stato “neutrale” che potrebbe anche essere temporaneo, e che consenta di concedere ulteriore tempo alle forze politiche: “Dai partiti è giunto più volte la richiesta di tempo, può essere utile che si prendano ancora del tempo per far maturare una maggioranza politica, ma nel frattempo consentano col voto di fiducia che nasca un governo neutrale”. Il quale potrebbe anche dimettersi per lasciar spazio a un governo politico, “laddove si formasse nei prossimi mesi una maggioranza questo governo si dimetterebbe per lasciar spazio a una maggioranza, altrimenti dovrebbe arrivare fino a dicembre per nuove elezioni”.
L’alternativa: al voto entro l’autunno
L’alternativa è tornare al voto, in estate o più probabilmente a inizio autunno. Con una serie di rischi però, avvisa Mattarella: quello non avere il tempo sufficiente per fare una legge finanziaria che scongiuri l’aumento delle tasse, quello di “esporre il paese a manovre offensive di speculazioni” e quello che senza modificare la legge elettorale “si possa verificare la stessa situazione di mancanza di una maggioranza”. Fatte queste premesse, la palla passa ai partiti: “Scelgano loro, nelle sedi spettanti, se dare pienezza a un governo neutrale che duri fino a dicembre, o se tornare a nuove elezioni” considerando che “sarebbe la prima volta nella storia che una legislatura si chiude senza che sia nato un governo dal voto popolare”.
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