Dal mischiglio della Basilicata alla zucca malon del Friuli al cappero di Selargius, in Sardegna: i presìdi Slow Food che valorizzano prodotti dimenticati, ma di fondamentale valore per la biodiversità, il territorio e le comunità.
Boom il consumo di carne, boom il pianeta
Nonostante i numerosi allarmi di questi anni, a livello globale i consumi non accennano a diminuire. Più petrolio, che lo scorso anno ha raggiunto la cifra record di 87,4 milioni di barili bruciati al giorno. Più carne, l’alimento più insostenibile, il cui consumo e’ aumentato del 2,6%. Più legno, che tra il 2000 e il
Nonostante i numerosi allarmi di questi anni, a livello globale i
consumi non accennano a diminuire. Più petrolio, che lo
scorso anno ha raggiunto la cifra record di 87,4 milioni di barili
bruciati al giorno. Più carne, l’alimento più
insostenibile, il cui consumo e’ aumentato del 2,6%. Più
legno, che tra il 2000 e il 2010 ha fatto sparire un’area forestale
di 520 mila chilometri quadrati, pari alla superficie della
Francia.
Il presidente di Worldwatch, Robert Engelman. ha
dichiarato: “Non puo’ durare ancora per molto”.
“Il
fatto che il consumo delle risorse sia in aumento è storia
nota – spiega il presidente di Worldwatch, Robert Engelman – quindi
per noi è una sfida tenere alta l’attenzione su questo. Ma
non è possibile che questi trend siano per sempre in salita.
Non è possibile. La loro crescita inarrestabile ci deve
ricordare quanto sia urgente oggi trovare nuovi modi per garantire
a tutti un livello di vita degno, senza che ciò risulti in
un impatto negativo sulla popolazione umana e sull’intero pianeta.”
Il rapporto Vital Signs 2012
A mettere in fila tutti i dati più preoccupanti sul pianeta,
a partire proprio dall’aumento dei consumi, è il Worldwatch
Institute, che nel suo rapporto annuale Vital Signs anticipa alcuni
trend del più ‘corposo’ State of The World in uscita a
metà aprile. A preoccupare è soprattutto la crescente
domanda di carne e petrolio, ormai a livelli record. A spingere in
su gli indicatori della domanda non c’é solo la crescita
della popolazione mondiale, ormai arrivata a sette miliardi, ma
anche il numero sempre maggiore di persone che entrano a far parte
della classe media, con stili di vita ‘energivori’. Così, il
petrolio lo scorso anno ha raggiunto la cifra record di 87,4
milioni di barili bruciati al giorno, come il gas naturale che ha
sfondato quota 3 mila miliardi di metri cubi estratti. Ma la
minaccia peggiore per gli equilibri del pianeta viene dagli
allevamenti
Il consumo di carne
Il consumo di carne
è aumentato del 2,6% solo nel 2010, e se si guarda ai trend
di lungo periodo la crescita è impressionante: “Il numero di
polli allevati per il consumo umano è cresciuto del 169% tra
il 1980 e il 2010 – sottolinea il rapporto – passando da 7,2
miliardi di capi a 19,4, con una proiezione per il 2050 di 35
miliardi. Nello stesso periodo la popolazione di capre e pecore ha
raggiunto i 2 miliardi, e quella di bestiame gli 1,4 miliardi”. Le
conseguenze di questo boom degli allevamenti vanno dall’agricoltura
sempre più intensiva, e quindi meno sostenibile, al favorire
l’insorgenza di pandemie come quella dell’influenza aviaria.
Il rapporto mette in luce anche qualche nota
positiva
Fra i segni vitali in miglioramento viene citata ad esempio
l’estensione sempre maggiore delle reti di treni ad alta
velocità, che producono da 80 a 120 grammi in meno di CO2
per passeggero a chilometro rispetto all’automobile, ma anche il
boom dell’eolico, aumentato tra il 2009 e il 2010 del 24%: “Il
grande progresso che tutti i paesi, a partire dal nostro, devono
fare è uscire dalle impostazioni economiche tradizionali e
cambiare rotta – commenta Gianfranco Bologna, responsabile per il
Wwf dell’edizione italiana del rapporto ‘State of the World’ –
bisogna capire che gli indicatori del benessere non sono solo
quelli economici. In Italia ad esempio c’é un grande
capitale naturale da ripristinare”.
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