Ha 300 anni e può essere visto persino dallo spazio. È stato scoperto nel Triangolo dei Coralli grazie a una spedizione della National Geographic society.
In Messico si decide il futuro della biodiversità, è in corso la Cop 13
A Cancún oltre cento paesi sono riuniti per negoziare i termini per fare della biodiversità un pilastro dello sviluppo sociale ed economico.
Dalle foreste pluviali agli oceani, dai fiumi alle montagne, in tutto il mondo e in qualsiasi ambiente è in corso un’inarrestabile moria di specie animali ad una velocità mai vista prima, dando luogo a quella che gli scienziati hanno definito la sesta estinzione di massa della storia del pianeta. I numeri sono impietosi e ci inchiodano alle nostre responsabilità ricordandoci che in un futuro sempre più prossimo saremo costretti a vivere in un mondo sempre più vuoto.
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I numeri del genocidio animale
Secondo il rapporto “Living Planet 2016” del Wwf la fauna globale è diminuita del 58 per cento dal 1970 al 2012. Uno studio sulla vita marina, condotto dal Wwf e dalla Società zoologica di Londra, ha invece rivelato che negli ultimi quarantacinque anni la quantità di fauna ittica nei nostri oceani si è dimezzata. Uno studio pubblicato nel 2015 su Science Advances sostiene che i vertebrati si stanno estinguendo a un ritmo 114 volte più rapido del normale. Secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Iucn) sarebbero 22.784 le specie che rischiano di scomparire per sempre, tra queste animali iconici e carismatici come elefanti, tigri e rinoceronti, ma anche creature meno conosciute come pangolini e lori lenti.
Cop 13
Per trovare soluzioni e accordi per cercare di contrastare la perdita globale di specie animali e vegetali è in corso a Cancún, in Messico, la Cop 13, conferenza delle parti dedicata alla biodiversità. Al convegno, che è iniziato il 4 dicembre e si concluderà il 17, partecipano oltre 10mila persone, tra cui duecento ministri dell’ambiente, i rappresentanti di 196 paesi e organizzazioni internazionali.
Biodiversità come pilastro dello sviluppo socio-economico
I temi della manifestazione ruotano attorno alla volontà di “integrare la biodiversità per il benessere”, i rappresentanti degli stati partecipanti negozieranno i termini per fare della biodiversità un pilastro dello sviluppo sociale ed economico. Saranno varate misure finalizzate all’aumento della responsabilità sociale, ad una maggior preservazione della biodiversità e a un suo utilizzo sostenibile.
Mantenere gli impegni presi ad Aichi
Il Wwf ha esortato i paesi partecipanti a rispettare una serie di impegni presi nel 2010, in occasione della Cop 10 tenutasi ad Aichi, in Giappone, per ridurre la perdita di biodiversità e proteggere foreste, oceani e corsi d’acqua. Eppure solo il 10 per cento degli stati partecipanti si è presentata a Cancún in linea con gli obiettivi della convenzione. È emerso che la maggior parte degli obiettivi stabiliti ad Aichi non saranno raggiunti entro la data prefissata, il 2020. “Gli stati stanno mancando il raggiungimento dei Target di Aichi – ha dichiarato Deon Nel, direttore della conservazione del Wwf. – Il mondo ha un accordo e un piano collettivo su come fermare la perdita di biodiversità, ma ogni singola nazione non lo ha ancora tradotto in livelli adeguati di ambizione e impegno concreto”.
La Dichiarazione di Cancún
I paesi che partecipano al vertice hanno adottato la Dichiarazione di Cancún, testo che riconosce l’importanza fondamentale della biodiversità ed evidenzia la necessità di proteggerla, anche nel nostro interesse. “La vita sul pianeta Terra e il nostro futuro comune sono in gioco – si legge nel testo – è urgente intraprendere azioni forti in modo responsabile per garantire la sopravvivenza di ricchezza biologica e di ecosistemi sani che siano in grado di supportare lo sviluppo e il benessere umano”. Il testo, sulla carta, sembra ambizioso, l’auspicio è che le nazioni traducano in azioni concrete gli impegni che verranno presi nel corso della Cop 13 e che riescano a invertire questa preoccupante tendenza, prima che il pianeta diventi irrimediabilmente vuoto.
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