Finanza climatica, carbon credit, gender, mitigazione. La Cop29 si è chiusa risultati difficilmente catalogabili in maniera netta come positivi o negativi.
Due giorni alla fine della Cop 23. “La voce delle piccole nazioni sia quella del mondo intero”
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha lanciato un appello a due giorni dalla fine della Cop 23 di Bonn.
“Avverto il senso della storia, in quanto primo ministro di una piccola nazione insulare e presidente di una converenza delle Nazioni Unite sul clima”. Frank Bainimarama, primo ministro delle Isole Fiji, ha preso la parola a due giorni dalla fine della Cop 23 di Bonn, aprendo così il “segmento di alto livello congiunto” che dovrà completare le due settimane di negoziati. Alle sue parole hanno fatto eco le dichiarazioni del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres.
“Je ressens aujourd’hui le sens de l’Histoire en tant que premier ministre d’un petit État insulaire et président d’une conférence de l’@ONU_fr sur le #ChangementClimatique a déclaré @FijiPM Pdt de la @COP23 pic.twitter.com/6GAlA7TkJp
— ONU Climat (@CCNUCC) 15 novembre 2017
Antonio Guterres alla Cop 23: “Effetti disastrosi già presenti. Puntiamo alla resilienza”
“Gli effetti disastrosi dei cambiamenti climatici – ha spiegato – si abbattono già su di noi. La voce degli stati insulari, che sono in prima linea nella lotta, deve essere la voce di tutto il mondo. La riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra è essenziale, ma lo stravolgimento del clima è già una realtà e peggiorerà nel corso del tempo: è per questo che è necessario anche avviare politiche di adattamento e rafforzare la nostra resilienza”.
“Le monde devrait adopter une règle simple: si les grands projets d’infrastructures ne sont pas verts, ils ne devraient pas obtenir de feu vert. Autrement, nous serons condamnés à être enfermés dans des mauvais choix pour des décennies” @antonioguterres @COP23 pic.twitter.com/biAvGH1Pru
— ONU Climat (@CCNUCC) 15 novembre 2017
Il numero uno delle Nazioni Unite ha aggiunto che a suo avviso “il mondo dovrebbe adottare una regola semplice: se i grandi progetti di infrastrutture non sono ecocompatibili, non dovrebbero essere approvati. Altrimenti, saremo condannati per decenni ad essere prigionieri di scelte sbagliate”.
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